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giovedì, Maggio 16, 2024

    La solitudine

    La solitudine è una condizione temuta e cercata allo stesso tempo. Ci sono persone spaventate all’idea di rimanere da sole e altre disposte a tutto pur di godersi qualche ora in pace.

    Da come si sta trasformando la società, la condizione di solitudine potrebbe interessare sempre più gente: molte famiglie sono formate da single, molte coppie decidono di non avere figli, molti figli sono figli unici. L’opportunità di lavorare o studiare da casa diminuisce la possibilità di conoscere nuovi amici. Inoltre, abitare in grandi condomini e avere una vita frenetica non aiuta ad entrare in confidenza con i vicini di casa. Per gli anziani, ormai sempre di più, con la difficoltà negli spostamenti, lo status di vedovanza o le malattie, il rischio di solitudine è alto.

    C’è chi, a causa dell’incapacità nel coltivare amicizie e mantenere nel tempo una relazione sentimentale, ha finito con l’ammalarsi. Il vuoto lasciato dalla mancanza di una rete sociale ha lasciato il posto a tristezza, noia, svogliatezza che in casi estremi, possono portare le persone ad ammalarsi sia di disturbi psichici ma anche fisici. L’incapacità di prendersi cura di sé, l’incuria, può far sviluppare patologie anche mortali. Un esempio di grande solitudine lo si trova nelle testimonianze dei senzatetto: spesso situazioni di perdita di qualcuno o di qualcosa li ha portati a non riuscire più ad avere una propria rete di sostegno, a rifiutare le persone e gli aiuti che la società può garantire.

    La solitudine ha a che fare con la sensazione di essere separati dagli altri. Essendo l’essere umano per definizione un animale sociale, ovvero funziona meglio se vive in comunità dove gli uni sono in relazione con gli altri, stare isolato è un segnale di possibile difficoltà. Proprio come quando abbiamo fame dobbiamo cercare cibo, quando siamo soli dobbiamo cercare gli altri. La solitudine diventa pericolosa quando dura troppo tempo, ed è una costrizione, come potrebbe essere accaduto nella pandemia, oppure quando si hanno malattie per cui si deve rimanere a casa o in ospedale a lungo.

    Pare chiaro che è ben diverso se la solitudine è una scelta oppure un’imposizione, come accaduto durante la pandemia, dove la solitudine è stata imposta praticamente alla totalità del pianeta. Forse fino ad allora le conseguenze dell’isolamento non erano state prese mai tanto sul serio. L’isolamento forzato ha favorito insorgere o l’aggravarsi di patologie psichiatriche come la depressione i disturbi alimentari, le dipendenze, l’aggressività. Se la solitudine viene percepita come duratura, inevitabile, è fonte di stress e può portare ad ammalarsi.

    C’è poi una forma di solitudine particolare, ovvero, quando ci si sente soli ma si è in mezzo agli altri. Ci si può sentire soli in ufficio, a scuola, a volte anche all’interno della famiglia e della coppia. Ci sono infatti nella società alcune dinamiche volte ad escluderci o ad allontanarci dai nostri ideali, a farci sentire una mancanza di sintonia con gli altri. Può accadere quando un evento importante è accaduto a noi, ma non ad altri che appartengono al nostro ambiente, come quando perdiamo una persona cara, subiamo un’ingiustizia o scopriamo di avere una malattia.

    Altre volte la solitudine equivale un po’ al senso di disperazione, quando ci si sente lasciati soli a prendersi cura di qualcuno senza aiuti, ad esempio una figlia che si occupa del genitore anziano, o la mamma insieme al neonato. Ciò può portare ad avere la sensazione di non farcela.

    Ci sono al contrario situazioni opposte, di persone che desiderano e cercano la solitudine perché li fa stare bene. A volte la scelta è per un tempo determinato, come chi desidera qualche ora di passeggiata in mezzo alla natura, o sceglie di fare un viaggio per mettersi alla prova. La scelta però può anche riguardare un periodo di lungo termine, come chi emigra dalla città per stabilirsi in località rurali, magari isolate e difficilmente accessibili, proprio per sperimentare la quiete. Forse la stanchezza per rapporti troppo impegnativi, il caos, la delusione o l’agitazione legata ad avere troppo e troppi intorno a sé potrebbe portare a scelte di questo tipo.

    Molte persone sostengono di avere tratto giovamento da situazioni di solitudine: la possibilità di riflettere senza ingerenze esterne può aiutare a prendere decisioni importanti. La relazione con gli altri ci è vitale, ma comunicare le nostre opinioni, esprimere i nostri bisogni, difenderci dalle critiche, chiarire i malintesi richiede un certo dispendio di energie. Stare un po’ da soli potrebbe essere un modo per ricaricarsi. Ci dà la calma ed il tempo per riflettere. Permette di fare esperienze spirituali, come di preghiera e di meditazione. O semplicemente, di trascorre tempo libero in attività solitarie piacevoli.

    La solitudine fa parte del genere umano, come viverla dipende da noi. Se ne siamo capaci, può diventare un appuntamento importante per conoscerci ed amarci.

    Per maggiori informazioni visita www.psicoborgaro.it

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