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venerdì, Marzo 29, 2024

    L’opera sul piccolo schermo

    Modi diversi per portare la musica nelle case degli spettatori

     

    È ormai trascorso un anno da quando l’emergere della pandemia ha costretto i luoghi di spettacolo a una serrata che inizialmente si pensava breve, ma si è presto capito che si sarebbe protratta assai più del previsto. Dopo la parentesi estiva (quando, pur con tutte le limitazioni dovute a ragioni di sicurezza, si sono potuti riaprire i battenti), l’arrivo della seconda ondata di Covid ha imposto una nuova chiusura della quale al momento non si vede la fine. Tuttavia, similmente a quanto avvenuto per tante altre professioni, nel primo lockdown la chiusura era stata assoluta, con sospensione di ogni attività all’interno dei teatri e, spesso, cassa integrazione per i dipendenti; in autunno, invece, il lavoro di artisti e maestranze è proseguito, essendo possibile svolgere prove e realizzare spettacoli, purché a porte chiuse e senza pubblico esterno. L’impossibilità degli spettatori di accedere ai luoghi di spettacolo ha spinto i teatri a portare spettacolo nei luoghi di vita degli spettatori, affinché, sia pure a distanza, non si interrompesse quel filo di affetti che lega pubblico e artisti nel nome dell’arte; e si continuasse a offrire un servizio culturale pubblico. Ma, la diversa rigidità delle restrizioni pandemiche, ha suggerito di percorrere vie diverse per raggiungere questo obiettivo: se nella primavera scorsa l’unica opzione era quella di rendere disponibili registrazioni conservate negli archivi (o già pubblicate presso etichette discografiche), in questo inverno è stato possibile realizzare produzioni appositamente destinate a un pubblico che, in diretta o in differita, vi avrebbe assistito da remoto.

    Tralasciando ogni considerazione su meriti e limiti di questo uso e, talvolta, abuso di streaming, vorrei avanzare qualche riflessione suggerita da due recentissimi spettacoli proposti da altrettanti teatri italiani: “Adriana Lecouvreur” di Cilea, trasmessa su Rai5 dal Teatro Comunale di Bologna il 10 marzo e ora accessibile su “Raiplay”; e “Così fan tutte” di Mozart, che il Teatro Regio di Torino ha proposto l’11 marzo sul proprio sito, dove resterà disponibile per sei mesi (entrambi, per la cronaca, erano stati registrati nelle settimane precedenti). Sono stati esempi di due diversi modi di intendere il teatro d’opera per il piccolo schermo, sia esso la televisione o, come sempre più spesso accade, il monitor di un computer portatile.

    Quando si decide di trasmettere un’opera in formato video, infatti, si possono adottare due strategie: far vedere con un mezzo cinematografico uno spettacolo teatrale, oppure adattare lo spettacolo lirico alle caratteristiche del cinema. La prima scelta è obbligata qualora si trasmetta una recita che prevede pubblico in sala, al quale è prioritariamente indirizzata; anche se, oggi, nessuno accetterebbe una ripresa da telecamera fissa che inquadra il boccascena, e si rende comunque necessaria una regia video che dinamizzi l’azione e valorizzi i primi piani degli interpreti (da ciò consegue che il trucco e i movimenti devono saper contemperare le esigenze degli spettatori in sala con quelle del pubblico televisivo). A questo genere appartiene “Così fan tutte” del Regio, la cui regia, ora adattata alle norme di distanziamento, era stata concepita per il San Carlo di Napoli da Chiara Muti (figlia del maestro Riccardo, che per la prima volta ha diretto l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio in un’opera che conosce a menadito e legge con tutta la leggerezza mozartiana).

    Quando però una produzione è pensata esclusivamente per essere vista sullo schermo, si può anche pensare di trasformare l’opera in un film. Non è un’operazione semplice, perché, rispetto alla trasposizione cinematografica del teatro di prosa, occorre affrontare le difficoltà legate al coordinamento tra i cantanti e un’orchestra che non suona in loro presenza; ma può dare risultati di grande impatto spettacolare. Questo esperimento, nei decenni scorsi, è già stato realizzato nelle produzioni televisive di “Tosca nei luoghi e nelle ore di Tosca”, “La Traviata a Parigi” e “Rigoletto a Mantova”. L’“Adriana Lecouvreur” di Bologna ha voluto rifarsi a questa tradizione, ed è infatti stata presentata come opera-film anche se è stata interamente realizzata negli ambienti del Teatro Comunale e prevalentemente sul suo palcoscenico. La regista Rosetta Cucchi ha poi proposto una lettura suggestiva, per quanto non necessariamente condivisibile, della storia dell’attrice francese settecentesca: i quattro atti sono stati ambientati in epoche diverse, per suggerire come la sua vicenda umana non avesse tempo. C’è un’opzione preferibile per portare l’opera sul piccolo schermo (o, volendo, su quello grande delle sale cinematografiche)? Forse, per chi di opera è digiuno, l’opera-film può risultare più affascinante; ma risultati non dissimili può dare un’accorta regia video degli spettacoli teatrali. Ciò che, in ogni caso, non si deve dimenticare, è che lo scopo ultimo di questa divulgazione culturale deve essere quello di far scoprire il teatro d’opera e riportare gli ascoltatori nei teatri, non appena sarà possibile riaprire.


    Questo mese al botteghino…
    Secondo le normative di qualche settimana fa, dal 27 marzo avrebbero dovuto riaprire i cinema, i teatri e gli altri luoghi in cui si svolgono spettacoli dal vivo, pur con l’obbligo di mantenere il distanziamento e le altre misure di sicurezza. Purtroppo non è andrà così. Pertanto, si invitano perciò i lettori a far riferimento, per i programmi venturi, agli aggiornamenti via via pubblicati sui siti web delle varie istituzioni musicali. Si tenga presente che alcune istituzioni hanno avviato un programma di eventi in streaming, dei quali si potrà trovare notizia sui siti stessi.
    Unione Musicale: https://www.unionemusicale.it/
    Filarmonica: https://www.oft.it/it/
    Accademia Stefano Tempia: https://www.stefanotempia.it/
    Polincontri Classica: http://www.policlassica.polito.it/stagione
    Educatorio della Provvidenza: https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/
    Orchestra Rai: http://www.orchestrasinfonica.rai.it/
    Concerti Lingotto: https://www.lingottomusica.it/
    Teatro Regio: https://www.teatroregio.torino.it/

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