“PNRR, manifattura, territorio. I vincoli europei e le proposte degli imprenditori” questo il titolo dell’importante convegno organizzato da CONFAPI Piemonte e che si è svolto nel pomeriggio del 24 settembre, presso l’Hotel Atlantic di Borgaro Torinese.
Perché parlare di PNRR? Secondo CONFAPI, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (questo il significato dell’acronimo) in Italia si stanno ponendo le basi o per un nuovo miracolo economico, oppure per un disastro, se le risorse messe a disposizione dall’Europa, 200 miliardi di euro, non verranno spese per innestare un percorso virtuoso di crescita del lavoro. Questo anche tramite il rilancio della manifattura. Questo pensano gli imprenditori associati a CONFAPI, che hanno pertanto organizzato questo evento, invitando il prof. Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani presso l’Università Cattolica di Milano e autore di numerosi saggi in materia economica, fra cui l’ultimo “All’inferno e ritorno: per la nostra rinascita sociale ed economica”.
Un convegno fortemente voluto da Filiberto Martinetto, Presidente CONFAPI Piemonte, che ha aperto i lavori con alcune considerazioni. Le aziende manifatturiere sono la spina dorsale del Paese. Gli imprenditori ne sono convinti, ma in questi anni hanno faticato parecchio a trovare interlocutori affidabili nella classe politica. Servono statisti preparati: “Per condurre un muletto i nostri operai devono fare un corso specifico, ai politici per guidare il Paese non è richiesto nulla” ha fatto presente Martinetto, chiudendo la sua introduzione fra gli applausi.
Ha quindi preso la parola Carlo Cottarelli, che è partito dai dati. La ripresa economica è già in corso. Nel settore manifatturiero i numeri dicono che siamo già tornati ai livelli pre-Covid. Altri settori (turismo, trasporti) sono più indietro, ma a gennaio prossimo, se non ci saranno ricadute sanitarie, la media di tutti i settori avrà recuperato i valori di inizio 2020. Il problema è che quei valori non sono soddisfacenti: il reddito pro-capite italiano del 2019 è uguale a quelli del 1999. In altre parole, nell’ultimo ventennio non c’è stata crescita. E se non c’è crescita, anche l’enorme debito pubblico italiano, che crescerà con i nuovi prestiti in arrivo, diventa non sostenibile. Per aiutare la crescita, non possiamo neanche contare sull’incremento demografico, che è ai minimi da tempo. Bisogna aumentare la produttività del Paese. Per aumentare la produttività, servono le riforme che il PNRR richiede: 42 misure previste da quel piano. È un buon piano, il PNRR consegnato dal governo alla UE? E ce la faremo a rispettarlo? Alla prima domanda Cottarelli risponde sì, la strategia è quella giusta, anche se, forse, è stata messa tanta carne al fuoco. Pertanto, alla seconda domanda, Cottarelli risponde con franchezza: “non lo so”.
Nella seconda parte del Convegno la Tavola Rotonda moderata da Luca Sanlorenzo, direttore API Torino, e che ha visto l’intervento di Andrea Tronzano, assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte, seguito da Giada Bronzino, vicepresidente API Torino, Antonino Giustiniani, presidente Confapi Alessandria, Paola Pansini, direttore API Novara, Vercelli, VCO, Brigitte Sardo, presidente API Donne Torino.