Per il prossimo anno segnatevi la data della Fiera Cavalli a Verona: dal 3 al 6 novembre 2022. Informatevi: spesso i maneggi organizzano la gita in autobus e procurano i biglietti. Con qualche soldo in più Italo vi porta là in due ore. Quest’anno la manifestazione era divisa in due fine settimana a causa delle disposizioni da Covid, per poter accogliere tutti gli appassionati. Una volta almeno nella vita bisogna conoscere questo mondo straordinario e vedere da vicino “la” bellezza. Scarpe comode e abbigliamento a strati sono consigliati, ma se volete indossare camperos, gilet con frange e cappello da cowboy siete nel posto giusto! A dir la verità, potete entrare vestiti normalmente e farvi tentare dagli stand che espongono abbigliamento e accessori sia per cavalieri e cavalli che per simpatizzanti. Ho quasi perso la testa per un cap da equitazione cosparso di swarovsky da 1.700 euro, …ma poi mi sono ricordata che non vado a cavallo, nonostante il turismo equestre sia sempre più diffuso come uno dei più ecologici e rilassanti.
Sarebbe bastato un cappello western con costi più contenuti per sentirsi nel mood perfetto della fiera cavalli o un meraviglioso lobo tie come quelli creati da Andrea Sampaoli, con un muso di lupo e cordini indiani a scorrere sui lacci di cuoio per chiudere il colletto della camicia. Sempre più attiva è infatti la presenza americana: “230 esemplari di tutte le razze Quarter Horse, Appaloosa e Paint Horse. Presente anche il particolare Cavallo Quarab, un incrocio tra un cavallo arabo e un Quarter Horse dal mantello pezzato tipico del Paint.” È proprio ispirandosi ai cowboys del lontano West che nascono le gare stock, che consistono nel tagliare la strada, spingere e chiudere nel recinto 10 vitelli – numerati da 0 a 9 – entro un tempo limite. Dato che la monta western è un vero e proprio stile di vita, a cominciare dal palato, la prima cosa che vi accoglierà entrando nella zona fiera sarà il profumo inebriante di stinchi, salamelle, wurstel, carne alla griglia che alcuni stand cominciano a preparare per l’assalto della pausa pranzo, ma prima armatevi di mappa per individuare orari e capannoni in cui si svolgono esibizioni, gare, dimostrazioni varie. Non sorprendetevi se mentre camminate vi troverete a tu per tu con qualche cavaliere o una carrozza trainata da splendidi frisoni( avete presente quei cavalli giganteschi, neri come la notte, con criniere ricce e zampe coperte di pelo?) È solo un assaggio. Entrate nel padiglione 8 e salite sulla gradinata che vi permetterà di assistere alle gare di morfologia del cavallo arabo e ad alcuni show e resterete folgorati dall’ingresso in campo della bellezza. Molti anni fa, avevo in casa una bimba che si divertiva a disegnare testine di cavalli: le vedevo così strane, secondo me erano inventate… invece no. La prima volta che li ho visti, proprio a Verona, ho capito che erano creature viventi, non immaginarie. Erano i cavalli di pura razza araba. Non solo negli show, ma anche nella presentazione del cavallo davanti ai giudici che valuteranno le sue caratteristiche, la musica occupa un posto importante: vivace, rock, all’inizio quando il cavallo entra nell’arena e poi più melodiosa e lenta durante la valutazione da fermo. Buffissimo, per noi spettatori, vedere il portatore, l’handled, che accompagna il cavallo, tenendolo a briglia lunga, in una galoppata per tutta l’arena, correndo a più non posso con lui, mentre i collaboratori battono i piedi e agitano pertiche con un sacchetto di plastica bianco legato in cima per spronare l’esaminato ad essere veloce e reattivo; handled che poi rallenta e indica al cavallo il momento esatto della posizione immobile, statuaria per la valutazione delle proporzioni di testa, collo,dorso e arti ecc… Mentre noi ci divertiamo, i proprietari degli allevamenti, soffrono nella tribuna vip, perché ricevere premi di eccellenza per i propri cavalli ovviamente ha ottime ripercussioni a livello di fama e di risvolti economici. In Italia abbiamo oltre 1000 allevamenti e 27.000 esemplari e in Europa mi sorprendono nomi di allevatrici di arabi come l’inglese Shirley Ann Shepherd, moglie di Charlie Watts, il batterista dei Rolling Stones, scomparso in agosto. Sono entrata a salutare uno dei più famosi allevatori italiani di cavalli arabi: Giuseppe Fontanella, che si è accaparrato coppe e premi in gran quantità. “ Sono notti che non dormo, sono emozionatissimo come se fosse la prima volta e dire che ho cominciato negli anni Novanta ad occuparmi di cavalli arabi.”I due ragazzini che lo seguono anche nell’arena a ricevere coppe e coccarde tricolori sono i due figli. Si preparano a collaborare con papà nell’allevamento campano di Pignataro Maggiore (CE). Saprò il giorno successivo che è proprio il suo stallone di 8 anni Engulo EEA a vincere il Campionato Europeo.
Ma la bellezza non è solo qui. Nel padiglione 4 e 2 si svolgono presentazioni di altre razze equine e quest’anno ho potuto osservare la presentazione della razza frisona che un tempo sembrava destinata esclusivamente al lavoro come nelle terre originarie della Frisia, ma che si è dimostrata versatile e agile per altri impieghi: abbiamo osservato dei superbi frisoni addestrati dal maestro Schifano muoversi a passo di danza, variando l’appoggio delle zampe, obbedire senza uso di frustini o altro, con una sensibilità eccezionale. Nei box ho poi incontrato una delle donne allevatrici più sorprendenti: l’ex driver Paola Pedrazzini. È allevatrice ma soprattutto sperimentatrice di uno degli incroci più promettenti del campo equestre: il barock pinto. Una razza che unisce le caratteristiche di forza e docilità del frisone a quelle del pinto horse, il cavallo a macchie dei pellerossa, più piccolo e veloce! Ho potuto assistere proprio quest’estate a una giornata di valutazioni da parte del giudice olandese…. degli esemplari di barock pinto nell’allevamento di Cascina Casone, nel Biellese. Momenti davvero curiosi con l’alto olandese in abito scuro e bombetta che esaminava con attenzione i cavalli e li spronava battendo un galoppo anche lui con gli stivaletti, al centro del paddock! Ora Paola Pedrazzini è qui con i suoi campioni Florian BP 59 e Laerte del Casone. Spera ovviamente di combinare “monte” e vendere esemplari o seme congelato. Il giorno successivo Paola ci racconterà che Laerte è stato venduto e andrà in Germania.
Nel padiglione 4 quest’anno si assiste alla splendida esibizione teatrale di Rudj Bellini che arriva tenendosi in perfetto equilibrio sulla groppa di due cavalli, mentre detenuti impauriti e increduli lo seguono: vogliono raccontare uno degli aspetti di “rigenerazione” che può nascere dal contatto con il cavallo: qui “detenuti” che imparano a “volare fuori” dal grigio del carcere attraverso la pratica dell’equitazione. I progetti già in corso che coinvolgono i detenuti di Montorio (Vr) sono soprattutto rivolti all’acquisizione di un mestiere come la mascalcia che sarà loro utilissimo una volta usciti dal carcere. Infinite altre sorprese alla Fiera cavalli: caroselli di carrozze d’epoca, rodei, sfilate dei Carabinieri a cavallo, carosello dei bambini affetti da disturbo dello spettro autistico del progetto Riding the Blue, la performance “QUI e ORA” degli atleti olimpici e paralimpici di Cavalleria Toscana e come non parlare del settore dedicato all’arte? Pittori, scultori, artisti digitali, fotografi espongono opere nel padiglione 4 mentre qua e là nei vari stand compaiono disegni di cavalli frisoni, haflinger, arabi…che riconosco. A sera registro 12 km e 17.000 passi, sono stanca come un cavallo stanco e come lui potrei dire che dormo in piedi, ma ne è valsa la pena. Appuntamento nel 2022.