Dario Voltolini arriva ai nostri Incontri Letterari con una borsa zeppa di Pennisole. Lo aiuto a disporli come gioielli nella vetrina dell’orafo. Per ora sono dieci, sono libretti 18×12, dai colori acquerello, freschi, con titolo e autore in bianco, quasi a tenersi in un filo di luce, mentre il pennino sempre bianco che si ripropone ad ogni copertina, traccia segni bianchi: una serratura, un amo per la pesca a mosca e così via, da interpretare accostati al testo. Il nome della collana, Pennisole, un avviso ai naviganti: penna per scritture personalizzate, curate e diverse, penisola perché si vuol dimostrare e sostenere la vivacità e la vitalità di una letteratura tutta italiana e isole…per non dimenticare i pezzi staccati e vivissimi delle altre terre d’Italia.
Dario Voltolini, che cura l’edizione per Hopefullmonster di Beatrice Merz, ci accompagna alla scoperta di ognuno dei dieci libri usciti fino ad ora, iniziando dal primo, pubblicato nel maggio 2022 fino al decimo uscito nel febbraio 2024. Ci tiene a precisare che sono scrittori che hanno fama consolidata da altre opere precedenti, non se la sentirebbe di buttare esordienti allo sbaraglio, è una palestra per scrittori con buoni muscoli. E poi con entusiasmo ce li presenta uno ad uno, raccontando anche come è riuscito a catturare il loro impegno di scrittori abituati magari a lunghe stesure da romanzo, perché si lasciassero costringere in un centinaio di pagine!
“Più grande di noi” di Raul Montanari: per riuscire a catturare montanari ad esempio è bastato buttare lì la parola “ pesca a mosca”, la sua passione! Così:”…questo racconto autobiografico- racconta Dario Voltolini- ci accompagna lungo mezzo secolo di una passione divorante, che nasce comprando una cannetta di bambù in una cartoleria e porta il protagonista al traguardo della pesca a mosca, l’unica tecnica che vanta una cultura e una tradizione plurisecolare, anche letteraria. E, più di ogni altra cosa, riapre un orizzonte perduto: che la vita sia possibile anche oggi, a dispetto di tutto, nell’abbraccio della natura.”
“Brasilampi” di Marta Cai: epifanie quotidiane, brevi racconti dell’incontro della scrittrice con la realtà brasiliana fatta di persone, cose e animali, i suoi stupori, le sue riflessioni. Il tutto condito con il dono di un portentoso “sense of humor” sottolinea Voltolini, che fa parte della scrittura talentuosa di Marta Cai.
“Ruzzoloni” di Francesca Zupin: una città di mare, Trieste, per raccontare Nina, quarant’anni di storie, di amori non confessati, di vite. Sono gli inciampi, i ruzzoloni a rivelare “ l’incanto tutto profondo … fatto di sentimenti e disillusioni potenti che si muovono sotto le vite dei personaggi come lontani, invincibili magneti.” spiega Voltolini.
“Clic” di Mario Giorgi: una trovata geniale questo clic che interrompe ogni tanto il flusso della narrazione. Capiamo di essere probabilmente in una struttura ospedaliera, cerchiamo di ricostruire la scena, ma il clic ci fa ripartire da capo o ci riempie di disagio. Seguiamo questo Mario Rossi monologante come topolini dietro il pifferaio magico.
“Ritratto dell’autore da giovane statua” di Andrea Canobbio: una scrittura elegante per smontare e ricostruire il materiale di un diario giovanile ritrovato. Un viaggio alla ricerca del vero sé, di allora e di oggi: un autoritratto collage che definisce sempre di più il suo essere scrittore.
“Camere oscure” di Ernesto Aloia: una casa antica , di famiglia, con serrature che chiudono in senso contrario, il proverbio della nonna emiliana che mette in guardia il nipote dal camminare…all’indietro, ché potrebbe finire in braccio al “gevel” il diavolo, aprono la porta a memorie e fantasmi di famiglia. Camere oscure, per vere oscurità e rivelazioni come da pellicola sensibile alla luce.
“Tutto ciò che resta” di Margherita Loy: tre storie di dolore che hanno come simbolo un gioiello (perle, collana , anello). Nello sfondo di una Budapest straziata dall’occupazione sovietica, si rivelano le dinamiche di una famiglia decaduta e di tre protagonisti di storie di anaffettività, grettezza e dipendenza affettiva. Però ”Margherita Loy ci mostra un punto vitale che nulla può scalfire, un luogo centrale di noi viventi in cui continuamente viene prodotta una resina essenziale che con molta approssimazione possiamo chiamare dignità.” precisa ancora Voltolini.
“Stiratore di luce” di Franco Stelzer: un personaggio, Bodo, che resterà indelebile con i suoi problemi di malattia mentale e la sua straordinaria capacità di vivere con purezza e poesia sprazzi di quell’altra vita che è appena al di là del suo mondo, controllato da farmaci e da una madre che lo segue da vicino nella stireria di famiglia. Stireria è il mondo quotidiano, la luce è in quei momenti di perfetta letizia che comprendono anche un amore infinito per una donna dai riccioli neri.
“Binari” di Giorgia Tribuiani: la scrittura perturbante ci tiene col fiato sospeso raccontando della tragedia di suicidi che scelgono i binari per una morte dilaniante e sicura (nessuno più si stende, ma in piedi affronta la morte), ma anche il tormento persistente del macchinista che “nulla può contro l’approssimarsi ineludibile dello schianto”.
“Tutte le camere d’albergo del mondo” di Gherardo Bortolotti: una girandola di fuochi d’artificio, mille possibili trame come mille possibili scelte di vita, sceneggiature create lì per lì guardando le piccole cose, sguardi di sfuggita, storie incompiute, ma già tutte predisposte alla sorpresa e un’ultima camera a riassestare il tutto sul ricordo del padre che “ gli ha insegnato senza volerlo il senso del romanzesco e delle vicende incomplete…”
E sono dieci. Pennisole è tutto un regalo per chi ama i libri.( e questi si portano in borsa, si tengono in una mano e se ti cadono sul naso, a letto, non fanno male. Perfetti.
Non resta che leggerli tutti.
Appena uscito anche l’ultimo libro di Voltolini che sembra essersi affezionato al piccolo formato: “Invernale” . Un capolavoro di cui avremo modo di parlare prossimamente.
Naz
Pennisole : dieci proposte di lettura
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