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mercoledì, Maggio 15, 2024

    Una lettera per Greta

    “Ci avete rubato i sogni. Come avete potuto osare”. Cara Greta, l’hai detto con le lacrime agli occhi e con un filo di voce. Ma la solennità che gli hai conferito sembravano parole pronunciate da una profetessa.

    Tutta la platea dell’ONU era lì che applaudiva entusiasta. Come, tu li sferzavi e loro applaudivano una ragazzina che si scagliava contro di loro? Ma questo è un paradosso, avrai pensato. Mica tanto.

    Per un buon numero di quegli uomini e quelle donne, forse, hai pronunciato parole che condividono ma che, dato il loro ruolo, non possono pronunciare. Per la maggior parte dei componenti di quella platea hai detto cose che danno una, sia pur momentanea, ripulita al loro ruolo. Sanno benissimo che tanto non cambierà nulla. Il potere, quello vero (?), è e rimarrà nelle loro mani.

    Anche se volessero non possono. Non possono perché sono prigionieri di una logica e un sistema che non ammette defezioni. Sanno benissimo che il potere vero, quello vero: l’economia che contempla una crescita infinita, non è nelle loro mani. É concentrato in pochi potentati che, sostanzialmente, detengono le leve che governano il mondo. Questa assuefazione garantisce loro privilegi, ricchezze e potere, anche se contano relativamente.

    Tu dici: “Non possono ribellarsi e riacquistare la libertà di tornare a governare per il bene dei loro popoli?”

    Sì, certo che possono, dovrebbero compiere uno di quei gesti, simbolici, che nella loro platealità danno il segno dell’avvenuta ribellione.

    Sai quale è questo gesto? Sfilarsi la cravatta e gettarla via. Esattamente come fecero le donne col reggiseno quando urlarono: “Io sono mia!”

    Non li vedi tutti gli uomini del potere politico ed economico come sono chiusi in quelle anonime divise? Abiti scuri, camicie bianche e poi una bella cravatta. Magari di Marinella. Mica sono come le donne che nel loro vivere danno sfogo alla fantasia e ai colori.

    Vedi cara Greta quel vestito-divisa è l’immagine di chi aderisce ad una logica borghese, dove il formalismo affettato è d’obbligo. Ok, dirai. Ma perché la cravatta? Perché assomiglia ad un cappio che tiene l’uomo legato a quella logica. Un po’ come la catena e relativa palla di ferro che teneva gli schiavi legati allo scranno delle triremi. Solo che lì il corpo era prigioniero, ma la mente era libera. Qui è esattamente il contrario: il corpo è apparentemente libero, la mente no.

    Io ho scritto: cara Greta. Avrei potuto scrivere anche cara Malala… Ci sono anche i ragazzi del pullman Adam e Ramy, il ragazzo di Torre Maura, il pachistano Masih che si oppose allo sfruttamento minorile e per questo fu ucciso. E chissà quanti altri. Sono sempre i ragazzi, ragazze e giovani che danno il là e la sveglia.

    Senza dimenticare i molti movimenti giovanili. Dimenticavo gli adulti. Dicono: “Sono immaturi, non hanno esperienza, non sanno: combineranno guai.”

    Questa è bella. E ditemi: chi è che ha governato la società? Gestito aziende che fanno contratti capestro? Chi sono quelli che hanno terrore di cambiare per paura di perdere un po’ di benessere ecc.

    Dicono che i sedicenni non possono votare: non sono all’altezza. Facciamo così: per carità di patria lasciamo perdere.

    Voi continuate così.

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