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Comune di Caselle Torinese
mercoledì, Dicembre 4, 2024

    Cresceranno i carciofi a Mimongo

    Dopo avervi augurato ancora una volta un anno nuovo migliore di quello buttatoci alle spalle ( e ci vuole poco… quindi non è un grande augurio quello che vi ho appena fatto, penserete voi…), vi spiego il significato dell’intestazione.
    È il titolo di un film del 1996 che vede un giovane Valerio Mastrandrea protagonista, diretto da Fulvio Ottaviano, premiato con il David di Donatello 1997 come miglior regista esordiente.
    Un film forse passato un po’ in sordina, ma la cui trama racchiude gli sforzi, le difficoltà, le delusioni di un giovane neolaureato in agraria, che riesce alla fine a dare concretezza ai progetti sostenuti nella tesi sulla crescita del carciofo nei terreni aridi, appunto a Mimongo, piccolo villaggio africano dove si trasferisce.
    Un film a lieto fine, effervescente, che ha come filo conduttore la convinzione che “tutto andrà bene”.
    Il titolo è entrato nel nostro lessico familiare come esclamazione di puro ottimismo.
    Perciò, amici,” Cresceranno i carciofi a Mimongo!” nei mesi che ci attendono.
    Forza e coraggio il buio di questo inaspettato tunnel lascerà il posto alla luce di giorni migliori.
    Ora è tempo per ripartire verso nuovi progetti di svago da tenere nel cassetto per il primo via libera, probabilmente in primavera.
    Come sappiamo per ora eventi e sagre sono ancora lontane dal riprendere corpo, perciò continuo a proporvi itinerari tra i giardini d’Italia meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti.

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    Il tema di questo mese è: “ Giardini d’autore del Novecento”.
    Nel 1935 ad opera del paesaggista Pietro Porcinai nasce il giardino moderno, che abbandona gli schemi architettonici della tradizione per un indirizzo meno preciso, che si adatta allo stile di ogni progettista. Non c’è più un modello da seguire, bensì strade diverse a volte discordi tra geometrismo e naturalismo: “…dai giardini anglo-fiorentini di Cecil Pinset al giardino déco di Jacques Gréber, ai giardini fra tradizione ed innovazione di Porcinai, al giardino onirico di Tommaso Buzzi.” .

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    Villa Silvio Pellico
    Moncalieri- TO
    Strada Castelvecchio

    L’antica villa dei marchesi Falletti di Barolo ospitò Silvio Pellico dopo la prigionia nella fortezza asburgica dello Spielberg, a Brno.
    È una classica “vigna”collinare, presso cui le nobili famiglie trascorrevano la villeggiatura estiva e dove si produceva vino. Nel corso dell’Ottocento viene circondata da un parco paesaggistico, che viene in parte ridisegnato nel 1948 ad opera del paesaggista inglese Russel Page, autore di innumerevoli giardini in varie parti del mondo. Lo stile di Page abbraccia sia il giardino classico che quello informale e naturale. L’acqua è presente come elemento significativo, che rimanda alle suggestioni del giardino islamico; le numerose specie vegetali che impiega nascono dall’esperienza maturata nei numerosi viaggi in Sudamerica e Australia e dai continui scambi di opinioni tra tecnici e giardinieri.
    Il giardino di Page si conforma alle pendenze collinari e si articola in terrazze in asse con la villa talmente bene che la critica lo ritiene “la piacevole prova della comprensione del giardino italiano classico”. Il labirinto di bosso al termine dell’asse centrale, anche se privo di sentieri praticabili, è un elemento fondamentale.
    La visita al pubblico è solo su appuntamento.
    Contatti: www.villasilviopellico.it

    Villa Ottolenghi Wedekind
    Acqui Terme- AL
    Strada Monterosso, 42


    Opera tra le più raffinate di Pietro Porcinai, che domina il susseguirsi di vigneti delle colline intorno ad Acqui.
    Dal 1923 il conte Arturo Ottolenghi e la scultrice tedesca Herta Wedekind zu Horst crearono un luogo d’arte senza pari, che raccoglieva architetti, scultori, pittori, paesaggisti e giardinieri di fama mondiale.
    La guerra purtroppo interrompe il sogno e la conseguente scomparsa dei coniugi all’inizio del 1950 passa la mano al figlio Astolfo che eredita villa e giardino.
    Tra il 1955 e il 1962 Porcinai realizza un progetto di giardino ascensionale, che si dipana dalla sottostante strada provinciale, passando tra i vigneti, fino a raggiungere la sommità dove si erge la villa.
    Il percorso collega diversi episodi, annunciati da una grande fontana e dal gruppo scultoreo raffigurante Adamo ed Eva. Tra i vigneti si erge il Mausoleo iniziato nel 1929 da Marcello Piacentini, protagonista sulla scena dell’architettura italiana nel trentennio 1910- 1940, progettista della ricostruzione del secondo tratto di Via Roma a Torino nel 1933 e tra il 1938- 1942 del complesso dell’EUR a Roma.
    Sul versante meridionale si sviluppa il giardino formale; in continuità con il patio la scacchiera in ciottoli bianchi e neri si alterna a prato e ad aiuole di rose e bosso.
    Orari di visita: visite guidate sabato e domenica dal 14 giugno al 16 settembre alle 14.30; dal 15 giugno al 15 settembre alle 16.30; intero 15€.
    Contatti: tel. 0144 322177.

    Villa Reale di Marlia
    Marlia- LU
    Via Fraga Alta,2


    L’appellativo di Reale è dato dal fatto che già proprietà del Granduca di Toscana la villa diviene in seguito residenza di Vittorio Emanuele II Re d’Italia.
    Il parco è il più importante della Lucchesia e si articola in tre giardini di epoche diverse: il giardino barocco, il parco romantico ed il giardino déco degli anni Venti del ‘900.
    Il giardino barocco circonda villa Buonvisi Orsetti e la palazzina dell’Orologio dei quali si può ammirare l’elegantissimo prospetto dal lungo prato rettangolare. Una peschiera caratterizza il giardino dei limoni e da essa si accede al teatro di verzura con tre statue omaggio alla Commedia dell’Arte. Sul retro della villa un ampio specchio d’acqua delimita il giardino e collega il parco alle colline retrostanti.
    Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, amplia il complesso edilizio dando vita ad uno dei più bei parchi toscani dell’800. All’inizio del 1920 il paesaggista Jacques Gréber realizzò il giardino déco, un raffinato giardino d’acqua d’ispirazione ispano-moresca basato su sofisticati accordi di colore che spaziano dal viola delle bouganville all’oro dei mosaici delle canalette. È detto Giardino Spagnolo o Giardino dei fiori.
    Orari di visita: parco aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18; la Villa è aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30. Intero: 9€- parco e villa: 14 €. Contatti: tel. 058 3300108.

    Villa Barbaro
    Maser- TV
    Via Cornuda, 7


    Capolavoro di Andrea Palladio, realizzata tra il 1554 e il 1559 per i fratelli Barbaro perfettamente inserita nel paesaggio, arricchita di affreschi del Veronese.
    A metà del 1800 passa di mano alla famiglia Giacomelli che la restaurò incrementando la produzione vinicola. Oggi appartiene ai Volpi di Misurata.
    Il giardino è concepito in base alle visuali che si godono dall’edificio principale: tra le viti si snoda un viale di tigli che si attesta nell’emiciclo con al centro la Fontana di Nettuno; superato il cancello il viale prosegue separando due aree prative fino allo slargo semicircolare decorato da statue; una scalinata conduce al terrazzamento superiore riquadrato da siepi di bosso. Dietro la villa vi è il giardino segreto risistemato negli anni Trenta da Tomaso Buzzi con al centro una piccola pescheria ed il magnifico Ninfeo con grotta.
    Orari di visita: causa pandemia gli orari sono ad oggi in via di definizione, perciò occorre consultare il sito www.villadimaser.it ; tel. 0423 923004.

    La Scarzuola
    Montegabbione- TR
    Loc. Montegiove


    Una città ispirata all’ideale umanistico della composizione armonica di natura e cultura con la quale Tomaso Buzzi realizza un antico sogno risalente agli anni della sua giovinezza.
    Secondo la tradizione, san Francesco piantò un lauro e un cespuglio di rose in questo luogo magico. Vi avrebbe anche costruito una capanna di “scarza”, pianta che cresce in prossimità dell’acqua, utilizzata tutt’oggi per impagliare le sedie; successivamente vennero costruiti una chiesa e un convento affidato ai Frati Minori che vi rimasero fino al Settecento. Nel 1956 Buzzi acquista la collina e gli edifici e realizza dal 1958 fino alla sua morte, avvenuta nel1978 una “città della memoria” il cui filo conduttore è il teatro: teatri di varie dimensioni con differenti fondali, naturali e artificiali.
    La Scarzuola è un compendio di arte dei giardini, un trattato di architettura fantastica, un percorso di iniziazione verso la conoscenza della propria anima. È la sua “autobiografia di pietra… rifugio e pietrificazione di idee (architettoniche) rifiutate”: è la sintesi dei ricordi, delle memorie e dei ricordi di una vita, un’“oasi di raccoglimento, di studio, di lavoro, di musica, di silenzio, di grandezza e di miseria, di vita sociale e vita eremitica, regno della fantasia, delle favole, dei miti, degli echi…”.
    Alla “città sacra” del convento farà da contrappunto la “città profana” realizzata in tufo. Il Teatro del Mondo ne è il cuore: sul palcoscenico bifronte si innalza sul lato destro la quinta scenografica dell’Acropoli e sul sinistro, il teatro dell’Arnia o delle Api; sul fronte tufaceo del podio semicircolare è “il terzo occhio”.
    La Scarzuola, rimasta incompiuta alla morte del suo autore, è stata in parte completata dall’erede Marco Solari sulla base dei disegni di Buzzi.
    Poiché è una casa privata è obbligatorio prenotare il giorno e l’orario di visita; biglietto d’ingrtesso 10€, gratuito fino a 12 anni. Le visite si effettuano in gruppo. Contatti: tel. 0763 837463.

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