Andar per sagre-febbraio 2020: “ Coriandoli di appuntamenti…per questa rubrica febbraio offre appuntamenti di vario genere culturale, gastronomico, di movimento”.
Lo tsunami virale che ci avrebbe travolto non era ancora arrivato a sconquassare le nostre vite.
Marzo 2020: “Atmosfere primaverili…per soddisfare quel pizzicorino marzolino vi propongo delle affascinati passeggiate nella natura”.
Ottimismo puro.
Aprile 2020: “Per una selva oscura…non starò a dilungarmi su questa strana atmosfera che ci circonda, su questa situazione surreale quasi da film di fantascienza degli Anni ’50 che stiamo vivendo”.
Colpiti e affondati. Due anni fa.
Ventiquattro mesi dopo le cose sono nettamente migliorate, grazie ai vaccini e all’assunzione di responsabilità da parte della grande maggioranza dell’intera popolazione europea.
Siamo tornati a riappropriarci di una quasi normalità della quale ora fanno parte le mascherine FFP2, diventate irrimediabilmente necessarie come le chiavi di casa, dell’auto, del cellulare, del green pass, degli occhiali.
Abbiamo potuto spostarci per le vacanze, magari optando per luoghi un po’ discosti e meno affollati nella nostra bella Italia; ci è stato permesso progettare un minimo di futuro.
Però, grazie all’amico Omicron, sono nuovamente qua a cercare qualche idea da proporvi per soddisfare quel “pizzicorino primaverile” che arriverà.
Mi sono iscritta a svariati grupponi Facebook sperando di trovare spunti e possibili appuntamenti, ma per ora è tutto “in corso di lavorazione”.
Annullate le sfilate di carnevale fino a nuovo ordine; delle sagre neanche l’ombra; il calendario delle passeggiate è in elaborazione.
Anche la previsione di una calendarizzazione dei numerosi eventi che, in collaborazione con la Pro Loco, il nostro giornale sta progettando per il suo 50° compleanno, è lì in attesa di uno sviluppo favorevole della situazione.
Che fare? Salutare e dire” Ciaone, alla prossima”?
Che tristezza! Non posso.
Per questo opterò su un resoconto del viaggio in camper fino a Matera tra Natale e Capodanno in compagnia dei nostri inseparabili amici Giorgio e Dorella.
Chissà che possa tornarvi utile.
Partenza il 26 dicembre con arrivo a Cesenatico a metà pomeriggio. Sosta camper gratuita dietro il parcheggio della Rocca a pochi passi dal porto canale leonardesco che ci ha accolti con un bellissimo presepe con statue a grandezza naturale allestito su barconi illuminati e un placido via vai di gente con mascherina e immancabile green pass da sfoggiare all’entrata di ogni locale.
Se vi fermate a Cesenatico non potete tralasciare una visita all’Osteria Bartolini, conosciuta per il gran fritto di pesce. Una raccomandazione: non chiedete spaghetti allo scoglio, vi sentirete rispondere che… a Cesenatico non ci sono scogli. Il fritto di pesce che vi arriverà abbondante merita tutti gli onori.
La trasferta prosegue e la sera del 27 dicembre ci vede a Termoli, in Molise.
In inverno la polizia locale chiude un occhio e lascia pernottare sul porto. Alle spalle la città vecchia di stampo medievale, racchiusa dentro le mura che la separano dalla città moderna. Sul porto svetta ciò che resta del castello svevo, simbolo più rappresentativo della città, la cui ristrutturazione fu voluta da Federico II di Svevia nel 1240 dopo i danni arrecati da un attacco della flotta veneziana.
Sul mare una larga spiaggia porta al borgo antico con i trabucchi, molto suggestivi nella sera che avanza. Caratteristiche le viuzze interne che portano alla cattedrale in stile romanico pugliese che si affaccia su una bella piazza. Lo struscio serale sul corso interno addobbato per Natale.
Tipico di Termoli è il brodetto di pesce che abbiamo gustato in una piccola osteria “Dentro le mura” con cucina a vista. Gestito da giovani del posto molto attenti alle regole vigenti: non si entra senza green pass, tanto da allontanare una famiglia austriaca che ne era sprovvista, ma convinta che in Italia le regole fossero…” a maglie larghe”, aleatorie.
La mattina successiva ci accoglie con un problema alla stufa, probabilmente un fusibile.
Cercando sul web, troviamo un’ officina per camper nell’ interland di Foggia: “Ciko’S Caravan”.
Il GPS ci porta con sicurezza alla méta e di sicuro senza di lui non ci saremmo mai arrivati.
Due fratelli gentilissimi ci accolgono subito anche se intenti ad un altro lavoro.
Trafficano per un’ora buona senza arrendersi e trovano il fusibile incriminato. Alla nostra richiesta del dovuto, accettano solo una bottiglia di spumante brut Ferrari come compenso!
La sorpresa più divertente, però, è che il vecchio padre, chiacchierando con me in attesa della riparazione, venuto a conoscenza che siamo di Caselle Torinese ci dice di conoscere molto bene la nostra città, perché viene spesso a trovare alcuni parenti che qui ci vivono.
Lasciata alle spalle la disordinata periferia foggiana, ci inoltriamo su strade provinciali e dritte, con asfalto tremendo, tra ulivi e muretti a secco in direzione Castel del Monte.
Ed eccolo là sulla collina nell’altopiano delle Murge, illuminato dal sole del primo pomeriggio imponente e misterioso.
Con la sua forma ottagonale è la fortezza del XII secolo voluta da Federico II di Svevia Imperatore del Sacro Romano Impero. Ora Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Ampi parcheggi accolgono auto e camper, con possibilità di pernottamento.
Da non perdere.
Nel tardo pomeriggio una nuova superstrada lambisce Altamura e ci porta velocemente ai piedi di Matera, alla sosta camper Kartodromo.
Gianfranco, il gestore, ci accoglie dandoci subito tutte le informazioni del caso con tanto di mappa cittadina, gli orari giornalieri della navetta per e dal centro città che egli stesso offre e la proposta di due tour guidati per la visita a Matera e i suoi Sassi ed alla Gravina.
Francesco, la guida che ci accompagna la mattina successiva, è archeologo e geologo e sa illustrare la storia temporale della città e la conformazione del terreno su cui sorge con estrema chiarezza e molta empatia.
Con lui diamo un primo sguardo alla città alta con le sue piazze ed il Duomo, per poi immergerci nel Sasso Barisano e Caveoso, antichi rioni scavati nella tenera roccia di calcarite, alla scoperta di angoli affascinanti.
I Sassi, che nel 1950 rappresentavano la “vergogna d’Italia”, sono diventati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’ UNESCO nel 1993, anno in cui inizia la loro ristrutturazione, che è ancora in corso d’opera.
Ora ogni angolo è una meraviglia da scoprire di persona; non posso descrivervelo a parole.
Non lasciatevi sfuggire la mostra “Salvador Dalì- La Persistenza degli Opposti”, 150 opere tra sculture , illustrazioni, opere in vetro e arredi, realizzato nel Complesso Rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, sito plurimillenario interamente scavato nel banco calcarenitico di fronte all’altopiano delle Murge.
Un passo dopo l’altro concedetevi una pausa caffè al Bar Schiuma con un dolcetto dal nome un po’ osè … “tetta di monaca”. Ad un signor gelato al Vizio degli Angeli non si rinuncia.
Se verso sera un languorino vi indebolisce, niente di meglio di un gustoso panzerotto pomodoro e mozzarella al Sottozero. Non lasciatevi sfuggire la gustosa “pignata”, piatto tradizionale in cui la carne di pecora viene alternata a strati di patate, sedano, cipolle e soppressata il tutto cotto in una pentola di terracotta a tenuta stagna detta appunto “pignata”.
Nel pomeriggio successivo un vento gelido ci accoglie in visita con Francesco al Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, istituito nel 1990 per tutelare un ambiente particolarmente suggestivo solcato dalle gravine di Matera, veri e propri canyon che raggiungono la profondità di 150mt.
L’altopiano in questa stagione è verde come le brughiere scozzesi; tra aprile e maggio si colora del bianco degli asfodeli e del lilla del timo serpillo; da giugno a settembre assume il giallo della vegetazione secca tanto da ricordare la Palestina.
Le sue pareti nascondono ben 156 chiese rupestri, scavate nell’Alto Medio Evo da gruppi di monaci in fuga dalla Cappadocia, dalla Siria e dall’Armenia, dove avevano perso la possibilità di culto, che qui ripresero a pregare e a vivere.
Sul belvedere della Gravina il sole al tramonto incendia il cielo, mentre di fronte a noi Matera piano piano si illumina e diventa un presepe naturale. L’incanto ci fa dimenticare il vento ghiacciato che ci sferza senza sosta.
É proprio vero che quando ci si diverte il tempo passa velocemente: abbiamo salutato il 2021 e accolto con speranza e ottimismo il 2022 con una tranquilla cena in camper e spettacolo pirotecnico offerto da Giorgio sul piazzale del Kartodromo in compagnia di chi condivideva la sosta con noi.
Il primo gennaio ci rimettiamo in marcia verso la Valle d’Itria, la cosiddetta Murgia dei trulli.
Seguiamo il consiglio di Gianfranco e prendiamo una via laterale che attraversa la campagna di olivi e muri a secco ed ecco i primi trulli sparsi qua e là nei poderi.
Direzione Cisternino e Alberobello, da cui mancavamo da ben 40 anni.
Il centro storico di Cisternino è un esempio di architettura spontanea con palazzi storici e chiese. Il bianco delle sue case e delle vie, ora, è arricchito da addobbi natalizi rossi e verdi.
Da Cisternino passa la ciclovia dell’acqua, secondo percorso ciclabile su acquedotto d’Europa. Recentemente ristrutturato l’itinerario si snoda nella macchia mediterranea, fuori dal traffico, costeggiando masserie, case rurali, trulli e contrade della bellissima Valle D’Itria.
19 km ci portano ad Alberobello. Sosta camper affollata, un po’ in pendenza ma provvista di attacco luce e a pochi metri dal centro storico.
Il buio accende le vie delle luci natalizie, così il paese assume un’atmosfera magica, veramente magica ed è bello perdersi tra i trulli fuori dal percorso troppo turistico.
Non ci facciamo mancare una visita alle Grotte di Castellana, di origina carsica sono tra le più belle d’Italia. 3348 metri di percorso ad una profondità massima di 122 metri. Uno scenario stupefacente di stalattiti, stalagmiti, fossili, cavità e caverne dai nomi fantastici. Ampio parcheggio sotto gli ulivi con possibilità di pernottamento.
Prua verso nord! Si rientra.
Lasciamo la piana di Bari con i suoi 20°, il sole ed il mare blu in lontananza per raggiungere i nostri amici a Marina di Vasto avvolti da una leggera foschia invernale.
Ci sistemiamo al fondo del lungomare dove non diamo fastidio e il mattino ci sveglia il sole.
Respiriamo aria di mare sulla bella spiaggia della conca di Marina di Vasto e riprendiamo il viaggio.
Ultima fermata Cesenatico, distanza giusta da permetterci di posteggiare il camper a casa in serata.
Abbiamo percorso più di 2000 km in pieno inverno: si può fare se la fortuna assiste come ha fatto con noi regalandoci giornate di sole e di temperature accettabili.
Ora il quesito è: “ Cosa facciamo il prossimo capodanno?”.
A Giorgio e Dori l’ ardua sentenza.
Spero proprio di avervi dato qualche spunto per un prossimo viaggetto e di ritornare a proporvi sagre, fiere, eventi nei dintorni come suggerisce questa rubrica nei prossimi numeri.
A presto!