C’è voluto poco più di un anno, ma è ora andata a buon fine, a San Maurizio Canavese, la proposta dell’intitolazione del viale della chiesa plebana allo studioso cerettese Clemente Novero. La proposta era partita, ad aprile 2022, dall’Associazione “Gli Amici di San Maurizio”, ed era stata recepita dall’Amministrazione Comunale con delibera di giunta dello scorso ottobre. C’è infatti un legame importante fra quella chiesa, fiore all’occhiello del patrimonio artistico di San Maurizio, e Clemente Novero: fu proprio “Mentin”, come lo chiamavano gli amici, a ritrovare, fra le carte dell’Archivio comunale, la pergamena del 1495 che costituiva la quietanza di pagamento che ha permesso di attribuire ai pittori Serra la paternità del prezioso ciclo di affreschi presente nella chiesa, che nel 1922 è stata dichiarata monumento nazionale.
“A dir la verità – racconta Mauro Fiorio, presidente dell’Associazione – l’idea dell’intitolazione di una via a Novero risale al novembre del 2019, in occasione della presentazione del libro pubblicato dalla nostra associazione a seguito della Giornata di Studi sui pittori Serra del luglio 2018. In quell’occasione la figura di storico di Novero aveva avuto il giusto risalto. La proposta dell’intitolazione da noi lanciata è stata finalmente recepita dalla nuova Amministrazione Picat Re, che ha poi effettuato i necessari passaggi burocratici in Prefettura. Il benestare ora è arrivato e in Comune stanno preparando i cartelli. Penso che nel mese di giugno si possa procedere all’inaugurazione”.
Su Clemente Novero qualche nota biografica. Nato a Ceretta di San Maurizio il 22 agosto 1909, fece le scuole a Ceretta e poi a Ciriè. A 14 anni cominciò a lavorare come conciatore nell’azienda di famiglia. Presto però manifestò la sua vera vocazione e passione: quella per gli studi di storia locale e le ricerche d’archivio. Da autodidatta, studia il latino e comincia a raccogliere e decifrare i documenti recuperati negli archivi di chiese e comuni. In questa attività intesse rapporti con altri studiosi, quali il professore Giovanni Donna d’Oldenico, fondatore e presidente della Società Storica delle Valli di Lanzo, di cui Novero diventa socio. Una particolare fraterna amicizia lo legò all’arciprete di Caselle don Ferdinando Miniotti, di cui era quasi coetaneo (Miniotti era del 1908) e con cui collabora alla stesura di diversi volumi su Caselle. Fondamentale è anche il supporto che Novero fornisce a Giancarlo Destefanis e Giuseppe Balma Mion nella preparazione del libro su San Maurizio “El pais dle teste quadre”, di cui Mentin fece in tempo a leggere le bozze, prima della morte sopravvenuta il 27 maggio del 1981.