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Comune di Caselle Torinese
giovedì, Gennaio 23, 2025

    Commemorazione Anpi a Traves

    Come ogni anno, il 6 gennaio, la Caselle antifascista è chiamata a partecipare alla manifestazione organizzata dall’Anpi a Traves, nei pressi della stazione ferroviaria della Torino-Ceres.
    Il perché è presto detto. Nella mattinata del 6 gennaio 1944, un distaccamento partigiano attaccò due camion di SS tedesche, causando alcune vittime, e perdendo il giovane Francesco Menna.
    Alcune ore dopo militi delle Brigate Nere, affiancati da nazisti, arrivarono alla stazione, compirono un rastrellamento e catturarono Giacomo Vottero Prina, i suoi figli Guido e Giulio, Giuseppe Pocchiola, Felice Lanfranco ed i nostri concittadini Carlo Cravero e Vincenzo Boschiassi, questi ultimi appena scesi dal treno per partecipare ad una riunione, probabilmente traditi da una delazione.

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    Proprio per commemorare questo sacrificio, la Città di Caselle (ma anche tutti i Comuni di zona fino a Venaria) partecipa da sempre a questa manifestazione sempre molto sentita.
    Dopo la messa nella chiesa parrocchiale, i partecipanti si sono ritrovati in frazione Rozello per recarsi in corteo fino alla stazione ed al monumento situato poco distante. Qui, dopo i saluti del sindaco di Traves, Osvaldo Cagliero, e prima dell’orazione ufficiale dell’onorevole Anna Rossomando, si è tenuto, come da tradizione, il discorso del sindaco di Caselle, Luca Baracco, sempre molto sentito e quindi mai banale o di circostanza.
    Il nostro primo cittadino ha posto l’accento su di un “quasi ossimoro”, come l’ha definito lui stesso: la concretezza degli ideali di queste persone che si sono sacrificate, fino all’estremo, pur di non rinunciare a ciò in cui credevano. Baracco  ha ricordato come la concretezza degli ideali sia alla base della nostra Carta Costituzionale, che quest’anno compie 70 anni; una concretezza richiamata anche dal nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno.

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    Il primo cittadino ci ha ricordato, ancora una volta, come le conquiste (libertà, democrazia, uguaglianza, la stessa Carta) che questi martiri hanno pagato col sangue non sono scontate e per sempre: basta rammentare i fatti accaduti nelle ultime settimane a Como e Roma, con un passato che sembra riemergere a minare le nostre certezze.
    Ideali e certezze che vanno difesi in prima persona, senza aspettare che lo facciano altri per noi, perché potrebbe essere troppo tardi, o perlomeno, troppo comodo: ognuno di noi deve fare la propria, più o meno piccola, parte.

    Prossimo appuntamento, la commemorazione dell’eccidio del 1° febbraio 1945 al Prato Fiera (che si terrà sabato 3 febbraio).

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