L’inverno è la stagione in cui alcuni animali vanno in letargo e, quindi, vivono meno la bellezza della natura, perché sono in un momento latente. La stessa situazione non è consuetudine per gli uomini, che pur essendo influenzati dalle minori ore di luce del giorno continuano il loro tran tran quotidiano, che li vede impegnati a casa, a scuola, al lavoro.
E se gli uomini, intesi come genere umano, che vivono a Caselle decidono di fare un giro per le vie centrali della loro ridente cittadina vedono una città veramente degna di nota e da ricordare.
Sì, vie che restano impresse nella mente. Ora siete qui che state leggendo l’articolo di Cose Nostre, ma prima di continuare chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi in via Torino oppure in via Carlo Cravero e pensate alle prime cose che vi vengono alla mente. Contate fino a dieci e poi riaprite gli occhi.
Purtroppo non è un gioco, e non fa neanche sorridere: è proprio così. I lavori di via Torino sono ultimati. Non ci sono più cantieri: dal primo marzo torneremo anche a ripagare il parcheggio. Resterà proprio così. Partiamo da via Torino, da Piazza Mensa: il porfido è stato messo. Continuiamo a percorrere la via. Mannaggia: un imprevisto. Fioriere grigie sulla destra un po’ vintage e lasciate a loro stesse. No, dai questo è il nostro paese, andiamo avanti: noi lo amiamo. Fioriere marroni, giganti, con delle piante (anche vive, meno male). Dai proseguiamo, abbiamo fatto solo 300 metri. Fioriere color mattone. Sorge un dubbio: ma hanno aperto un negozio che espone fioriere in via Torino, per riattivare il commercio? No, ma non pensiamo male, non si può sempre essere polemici. Proseguiamo il nostro percorso, sul marciapiede, perché non è più pedonale. No, no, no, non si può polemizzare. Siamo in Strada San Vittore? No, no, no, non stiamo andando al cimitero, respiriamo, a breve incroceremo la Chiesa di San Giovanni, non il cimitero. No, ma non si può essere polemici e non è la via del Commiato, è via Torino, siamo in centro paese. No, no, no, non si può polemizzare, una ventina di fioriere con solo terra e niente piante. No, no, no, non pensare “Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai”, è inverno, in autunno c’erano le piantine ed erano tutte morte, adesso, polvere. Ma, andiamo oltre, si arriva in Piazza Boschiassi. Ah, finalmente, la piazza centrale. Imprevisto: conta i paletti verdi prima di proseguire. No, no, non polemizzare: in via Torino ti lamenti che parcheggiano ovunque e qui ti lamenti che ci sono i paletti verdi, questo è il verde urbano. Giriamo in via Cravero, arriviamo fino in fondo ed ecco un bel cedimento dell’asfalto, una bella buca. Si, Via Cravero è meglio di via Torino, torniamo indietro, incrociamo Vicolo Casassa, bello: la nuova area sgambamento cani. No, no, l’area sgambamento cani è da un’altra parte. Lì è solo pieno di ricordi degli amici a quattro zampe accompagnati da persone senza senso civico. Non si può sempre polemizzare su tutto. Andiamo oltre, e arriviamo alla Chiesa di Santa Maria, massì dai, giriamo a destra e percorriamo via Martiri della Libertà. Proseguiamo e arriviamo alla Vecchia Stazione. No, no, non polemizzare. Caselle come Firenze, là c’è Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio e qui il Vecchio Baulino e la Vecchia Stazione. Giusto, il ragionamento fila.
Non era un gioco, ma siamo arrivati alla fine del percorso mentale. No, non pensare adesso alle cose che non hai trovato scritte, perché ne abbiamo solo elencate alcune, non polemizzare sempre, suvvia. Pensate alla bellissima rotonda della Vecchia Stazione, e la tipica pianta autoctona che lì è nata spontaneamente, la palma. Non polemizzare sempre, dai. Come ha scritto Pirandello “Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All’opposto di quelle dell’arte che, per parer vere, hanno bisogno d’esser verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.”