Da qualche tempo ormai Cose Nostre sta seguendo le problematiche che riguardano Borgata Francia; ma, come già scritto in un altro articolo la scorsa estate, la Stura preoccupa non solo a Caselle, ma anche più su, verso San Maurizio. Che poi, più che far paura il torrente in sé stesso, ciò che fa paura è l’incuria dell’uomo.
Tornando a San Maurizio, come già quest’estate, il vicesindaco Ezio Nepote ci ha confermato le preoccupazioni della sua Amministrazione inerenti a due zone: Ceretta e Borgata Pich.
La dichiarazione del vicesindaco: “A differenza di Caselle, noi a San Maurizio abbiamo più che un problema legato all’erosione (che c’è, ma non ci preoccupa in maniera eccessiva), la necessità di pulire l’alveo del torrente. Anche sul nostro territorio infatti, il letto si presenta a schiena d’asino, con presenza di piante anche di alto fusto, detriti, rami: ciò comporta poi, è vero, un’erosione sulla sponda sinistra, cioè sul nostro territorio. Se si potesse pulire l’alveo, credo che il nostro problema sarebbe risolto, ma non siamo autorizzati a farlo: servirebbe il benestare dell’AIPO. Questo problema è più evidente in Borgata Pich, piuttosto che a Ceretta, quindi in comunione con il territorio di Ciriè”.
Ma da Ciriè non sembrano avere le stesse preoccupazioni dei loro vicini. Sentito l’Ufficio Ambiente del Comune, ci dichiarano infatti che in passato, qualche anno fa, avevano avuto delle segnalazioni di problemi da parte dei residenti delle borgate, ma che, ultimamente, non sono più giunte richieste d’intervento lungo la Stura: quindi per il Comune di Ciriè non esiste ad oggi un “allarme Stura”.
Per completezza, Cose Nostre ha sentito, come già fatto nei mesi scorsi, l’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po; l’ex Magistrato del Po). Ci ha cortesemente risposto l’ingegnere Chiara Muzzolon: “Nel corso dell’ultimo anno, al nostro ufficio non sono giunte segnalazioni di problemi inerenti il tratto San Maurizio-Ciriè della Stura. In passato ci erano giunte segnalazioni da parte di privati residenti in Borgata Pich, preoccupati per lo stato della sponda sinistra. Naturalmente erano stati fatti da noi dei sopralluoghi: le prime case erano a oltre 500 metri dalla sponda; la stessa sponda è poi, in quella zona, molto alta, quindi non si temono di certo esondazioni. In passato ci sono state estrazioni di materiale importanti ed è presente in zona uno stabilimento che si addentra dentro l’alveo e ciò può determinare una certa erosione della sponda sinistra in quel tratto, ma, come già detto, sia nel 2017, sia nel 2018 non abbiamo ricevuto segnalazioni. Come AIPO non esistono quindi, ad oggi, situazioni critiche in quella zona ed è inutile perciò creare allarmismi: quando ci giungeranno segnalazioni, prontamente faremo dei sopralluoghi per verificare se è mutata la situazione”.