Ci sono stati periodi storici, anche recenti, in cui l’idea della riconversione, del riutilizzo adattando la destinazione d’uso degli spazi era all’ordine del giorno, l’osare, l’investire nelle nuove opere. Questo lo abbiamo visto specialmente in vista delle Olimpiadi del 2006. Ossia in un momento importante per il nostro territorio, la voglia, il desiderio di mettersi in gioco, investendo anche in grandi opere. Per esempio, a Caselle abbiamo visto l’ampliamento dell’aeroporto, a Torino abbiamo visto una trasformazione radicale. Questo spirito, quello che veniva sintetizzato con “The passion lives here”, è venuto meno e si è visto uno scemare di iniziative di investimento per il nostro territorio. Non si può dire che i tempi siano cambiati, perchè già nel 2006 stavamo vivendo come nazione un periodo storico difficile, ma si è scelto comunque di mettersi in gioco.
Adesso vediamo una inversione di tendenza. Da un lato, guardando al nostro territorio, vediamo un progetto, quello delle Aree Ata, di cui abbiamo letto tanto, tante parole, e vedremo come avverrà la realizzazione. Dall’altra vediamo tutta questa discussione sulle grandi opere che coinvolgono il nostro Paese. La Tap, la Tav, il Terzo Valico. Contro questa inversione di tendenza sono scese in campo anche le Associazioni d’impresa.
“Quanto approvato dal Consiglio Comunale di Torino è un oltraggio al futuro della nostra città, delle imprese, dei lavoratori. È un colpo basso per il territorio e per le sue speranze di ripresa”. È in questo modo che i Presidenti delle nove associazioni d’impresa di Torino e provincia hanno commentato l’approvazione avvenuta nei giorni scorsi in Consiglio Comunale a Torino di un Ordine del Giorno che chiede al Governo la sospensione dei lavori relativi alla Tav.
“L’approvazione dell’Odg contro la Tav – dicono ancora i Presidenti – è la dimostrazione dell’ottusità di chi sta governando questa città e questo Paese. Soprattutto è la conferma che questa classe politica è incapace di fare il bene del nostro territorio e dell’Italia”.
Le Associazioni ricordano quindi quanto sia stato condiviso e approfondito il percorso che ha portato all’apertura dei primi cantieri relativi alla Tav Torino Lione, oltre agli impegni che l’Italia, come Stato, ha assunto nei confronti della Francia e dell’Europa. Impegni che adesso costerebbe cari tradire.
“A questo punto, – spiegano ancora – continueremo a presidiare tutti i momenti nei quali si parlerà di sviluppo, infrastrutture, Tav e territorio. Non possiamo stare a guardare la distruzione del nostro futuro di cittadini prima che di imprenditori. Presto vi saranno altre iniziative di lotta”.
Senza manifattura, senza impresa, non c’è lavoro. Se non vengono realizzate le infrastrutture per far sì che ciò possa svilupparsi nel nostro territorio, non c’è crescita.