Il Natale, ormai, è una festa non riservata ai cristiani ma sempre più carica di una valenza legata all’esperienza umana. I valori della quotidianità, le relazioni umane, l’amicizia, l’amore, la fraternità sono ormai legati a questo giorno al punto che anche là dove c’è contrapposizione tra credenti e non credenti, la festa rimane tale: magari, invece di “Buon Natale” si augura un più generico “Buone Feste”; ma il clima dell’incontro, della gioia, dell’intimità è da quasi tutti condivisa.
Il Natale, se visto nel suo vero significato, è una autentica occasione per riaccendere quella speranza che riguarda l’umanità intera.
“Dio si è fatto uomo, perché l’uomo diventi Dio”.
Il presepe è la riproduzione di quell’evento umile e povero che, se ci pensiamo bene, è tra i più umani e quotidiani: una donna che partorisce un figlio. È un evento di speranza.
Noi bambini mettevamo tanta cura nell’allestimento di un presepe, semplice, povero, fatto spesso di materiale riciclato, con statuine già consumate perché sentivamo di poter vivere dentro di noi quello che cercavamo di raffigurare.
E un momento di preghiera attorno al presepe diventava logico, naturale. Gli impegni ad essere più buoni, di riconciliarsi con quelli con i quali si era in lite, di perdonare le offese erano presi (e non sempre mantenuti) davanti al presepe, spesso su suggerimento dei genitori.
Natale di altri tempi?! Per certi aspetti, forse, sì. Ma la pace, la concordia, l’armonia nella vita familiare e nei rapporti sociali di pendono da ciascuno per custodirli e farli vivere. E possono essere suggeriti dal Natale nel suo vero volto: un Dio che si fa uomo come noi, innesta la sua vita divina nella nostra natura umana, perché possiamo spendere al meglio la nostra esistenza.
Ci vogliamo allora augurare un “Buon Natale” nel Signore: ci aiuti a portare un po’ più di serenità e di speranza soprattutto nelle famiglie che stanno attraversando momenti bui e difficili.
Dobbiamo però rimboccarci le maniche e collaborare con Lui, per il bene di tutta la nostra comunità di Caselle.
Don Claudio