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Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Il Comune di Caselle nomina un legale

    Per tutelarsi dalle richieste massive di accesso agli atti

    Con la determina n.437 il responsabile del Settore Staff – Affari Generali del Comune di Caselle ha affidato all’avvocato Cathy La Torre, con studio in Bologna, il servizio consistente nel “supporto tecnico-giuridico altamente specialistico, attività stragiudiziale accesso civico, trasparenza, trattamento dati personali nell’esame della questione (…) massive istanze di accesso civico generalizzato”.

    Di cosa si sta parlando?
    Con il decreto legislativo n.97 del 25/05/2016 che ha introdotto l’istituto dell’accesso civico “generalizzato” che attribuisce a chiunque “il diritto di accedere ai dati ed ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione (…), nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti”, il Comune risulta destinatario di molteplici istanze di tale tipologia di accesso agli atti pervenute sempre dal medesimo mittente, configurando quindi un possibile abuso dell’utilizzo dell’istituto in oggetto e causando perciò una probabile fonte d’intralcio all’attività dei pubblici uffici.

    Il numero di richieste presentate da tale soggetto dal marzo 2018 alla fine di ottobre del medesimo anno appena concluso, risultano essere ben 19, di cui 13 accolte dagli uffici con conseguente trasmissione della documentazione richiesta: tale frequenza potrebbe quindi configurarsi come una richiesta massiva, come definita nelle linee guida 2018 dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) relative ai casi di esclusione e limitazione all’accesso civico; l’accesso civico generalizzato, come chiarito dalla giurisprudenza amministrativa, è uno strumento di tutela dei diritti dei cittadini e di promozione della partecipazione degli interessati all’attività amministrativa che “non può essere utilizzato in modo disfunzionale rispetto alla predetta finalità e trasformato in una causa di intralcio al buon funzionamento dell’amministrazione.

    La valutazione dell’utilizzo secondo buona fede va operata caso per caso, al fine di garantire che, da un lato, non venga obliterata l’applicazione dell’istituto, dall’altro lo stesso non determini una sorta di effetto boomerang sull’efficienza dell’amministrazione” (sentenza del Tar Lombardia n.01951/2017).
    Secondo le succitate linee guida ANAC, l’amministrazione pubblica è tenuta a consentire l’accesso generalizzato anche quando riguarda un numero cospicuo di documenti ed informazioni, a meno che la richiesta risulti manifestamente irragionevole, tale cioè da comportare un carico di lavoro in grado di interferire con il buon funzionamento dell’amministrazione stessa.
    Tutto ciò premesso, considerando che, come si può leggere nella determina, “il richiedente sembra esercitare il suo diritto in modo sovrabbondante, inficiando di conseguenza il buon andamento dei pubblici uffici” e che, “in sede  di istruttoria (…) è emersa l’indispensabile necessità di avvalersi di supporto tecnico-giuridico, al fine della compiuta valutazione delle (…) problematiche, con apporto specialistico e terzietà, al fine di assicurare la legittimità dell’azione amministrativa, la tutela degli interessi dell’Ente e prevenire l’insorgere di eventuali vertenze, tutelando l’immagine dell’Ente”; accertata “l’impossibilità oggettiva di avvalersi di risorse umane interne, in quanto il Comune di Caselle è privo della dirigenza e del Servizio legale; la carenza di personale rende già gravosa (…) la gestione dei carichi di lavoro, (…) risultando di fatto inattuabile porre in essere approfondite ricerche (…); a seguito della quiescenza del Segretario Comunale, presso l’Ente opera attualmente un Segretario reggente a scavalco”, si è deciso perciò di nominare un consulente legale.

    L’avvocato potrà operare sia presso il proprio studio, sia presso la sede del Comune, coadiuvando il personale dell’Ente nell’esame della documentazione e nella predisposizione di lettere d’intervento per conto del Comune stesso. La durata presunta dell’incarico è di sei mesi, il compenso sarà di 1.500 euro (oltre CPA e IVA per complessivi 1.900 euro circa) e l’obiettivo sarà considerato raggiunto ad avvenuta definizione delle problematiche emerse.

     

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