A ricordo del più grave incidente aereo che sia mai accaduto a Caselle, nel nostro cimitero, dopo l’ingresso principale, si trova una lapide di marmo con incisi i nomi delle 38 vittime, 35 passeggeri e tre membri dell’equipaggio. Era il 1 gennaio 1974 e un Fokker F28-1000 proveniente da Bologna in fase di atterraggio si schiantò al suolo immediatamente dietro al Prato Fiera, nei prati che costeggiano via Venaria.
Era il volo ITAVIA IH897 decollato da Cagliari-Elmas intorno alle 10,30 e diretto a Ginevra, con due scali a Bologna e Caselle. Alle 12,40 ripartì regolarmente dall’aeroporto di Bologna e giunto su Caselle poco dopo le 13.30, si imbatté nella nebbia e in condizioni meteo sfavorevoli, con la visibilità di 900 metri sulla pista.
L’avvicinamento alla pista avvenne dunque sotto la guida della torre di controllo e nel giugno 1978, il magistrato pervenne alla conclusione che i due piloti, Domenico Romeo e Giulio Montanari, commisero l’errore di cercare un contatto visivo con il suolo e trascurando di verificare l’altimetro uscirono dal “sentiero di discesa” perdendo il riscontro del radar. L’aereo urtò la cima di un pioppo e, il tetto di un capannone, il contatto provocò una vorticosa rotazione che portò al distaccamento di un’ala. Subito dopo il Fokker si schiantò sul terreno, perdendo l’altra ala e la fusoliera scivolò capovolta per centinaia di metri, fino ad arrestare la sua corsa sul muro di una cascina, tra via Venaria e via Accossato, allora periferia di Caselle, dove si spezzò in due tronconi. Con una violenta esplosione la carlinga prese fuoco e chi era sopravvissuto all’impatto morì tra le fiamme e sotto gli occhi impotenti dei soccorritori.
Solo in quattro si salvarono: tre passeggeri e un membro dell’equipaggio.
Questa tragedia “dimenticata” fa parte della nostra storia e il cinquantenario dovrebbe vedere la nostra città impegnata in una serie di eventi di ricordo e riflessione, anche per rispetto alle vittime.
Il capogruppo consiliare
Endrio dott. Milano