In questo momento storico così importante, ma al tempo stesso turbato da venti di guerra, il nostro pensiero va ai popoli interessati da conflitti e sangue.
Destinare uno spazio giornalistico a noi riservato, ad un momento di riflessione comune, ci sembra doveroso e sentito.
La guerra deturpa le nazioni, ne sconvolge la vita, frantuma le certezze, trafigge le vite dei popoli, segna la storia di un popolo. Anche l’Italia, in un passato non proprio remoto, è stata in guerra e i nostri padri, molti ancora in vita, ci raccontano cosa è stata la guerra, cosa significa perdere la pace e vivere nel terrore. Le bombe, che sventrano interi quartieri, scuole, ospedali, saranno pure lontane da noi territorialmente, ma il deflagrare risuona in ognuno di noi e ci porta a sentire quella solidale partecipazione, perché anche noi siamo figli di una o più guerre, che, oggi sono la nostra storia più travagliata e triste.
La sofferenza, il dolore e la paura che segnarono i nostri confini e le nostre città, con l’avvento della Repubblica e della democrazia si sono tramutate in forza, coraggio e certezza che la guerra è da ripudiare, così come cita uno degli articoli della nostra costituzione e per questo crediamo nella pace tra i popoli come rinascita, come risorsa, come condizione necessaria per una società. La nostra nazione è una realtà territoriale e politica unita, compatta e coesa sui temi istituzionali e sulla stabilità. Tutto ciò è frutto di una macchina democratica, che ha generato il nostro Paese. Non ci ergiamo a giudici internazionali, ma siamo cittadini il cui umano sentire ci porta ad assistere, talvolta inermi, a scene disumane, a guardare, seppur attraverso uno schermo, ai volti feriti dei bambini, alle lacrime delle loro madri e alla morte di uomini innocenti. Noi siamo figli di coloro che provarono egual dolore e che, ancora, portano le ferite di una guerra ingiusta. Novembre è il mese che ci ha ricordato le Forze Armate. Caselle nel suo piccolo le ha onorate perché rappresentano la storia del nostro Paese, sono il nostro presente e saranno il futuro di una nazione, che ripudia la guerra e promuove missioni di pace e solidarietà.
Ripudiare la guerra
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