Gentile Direttore di Cose Nostre,
nelle elezioni comunali dell’undici giugno scorso ho notato che il problema “Mappano Comune” non è stato motivo di particolari attenzioni nella campagna elettorale, nonostante la rilevanza storica dell’evento che ha ridotto notevolmente il territorio della “nostra” città.
Sono nato a Caselle, m’interesso di politica da tanti anni ma ho sempre messo il mio impegno per Caselle prioritario anche rispetto alla mia appartenenza politica. Dico questo perché l’Amministrazione Baracco, come le precedenti a guida Marsaglia, si sono comportate in merito in modo superficiale – per non esagerare nelle critiche – probabilmente per evitare contrasti in una maggioranza con forte presenza mappanese.
Vorrei ricordare che la perdita di territorio, per il quale una volta si faceva guerre per ampliarne i confini o per difenderli, farà sicuramente rivoltare nella tomba i nostri antenati. Il totale disimpegno delle Amministrazioni nel sensibilizzare le cittadinanze in occasione del referendum del 4 dicembre 2016, ha permesso che l’11,5% degli elettori (hanno votato praticamente solo i mappanesi) assegnasse la vittoria agli autonomisti.
Ricordo che in una dichiarazione rilasciata anni fa dal primo Sindaco di Mappano, nel lamentarsi delle lungaggini burocratiche e varie che ritardavano il raggiungimento del suo scopo, paragonò i Mappanesi agli indiani d’America ai quali i bianchi sottraevano il loro territorio. Peccato che non si sia reso conto che gli indiani erano i cittadini casellesi, mentre i nuovi residenti della frazione sentirono come loro un territorio che era casellese ancor prima che nascessero i loro nonni. In più viviamo una stagione in cui, per razionalizzare le spese, l’Amministrazione comunale ha deciso di aderire ad un Unione di Comuni, scelta maggiormente sbagliata senza il territorio mappanese, in quanto l’asse di “nostro”interesse è Borgaro/ Ciriè e non S.Mauro, Settimo ecc.. Perché sono molto critico sulla questione: anche ad essere favorevoli alla creazione del nuovo comune, le Amministrazioni interessate avrebbero dovuto opporsi, come ha sempre fatto Leinì e ultimamente Borgaro, pretendendo una clausola che subordinasse l’autonomia di Mappano al raggiungimento – tra tutte le parti interessate- di un accordo che ponesse le basi del nascente comune, dalla definizione dei nuovi confini, senza ledere interessi altrui. In poche parole, come scrissi più volte in passato su questo mensile, una separazione consensuale prima del divorzio e non dopo.
Ora tutto è finito e iniziato nel modo peggiore, si è eletto un Sindaco sul nulla; per un lungo periodo i rapporti non potranno che essere conflittuali. Spero che l’attuale maggioranza di Caselle, prosecuzione della precedente e che ha comunque vinto le elezioni pur non rappresentando più la maggioranza dei Casellesi,sappia svolgere il suo ruolo lasciando da parte il buonismo che non è stato certo utile al nostro capoluogo.
Gianni Caveglia