Nel Salone d’onore al piano nobile di Palazzo Graneri della Roccia (via Bogino 9, Torino), sede del Circolo dei Lettori, il 31 maggio scorso si sono aperte le celebrazioni per i 170 anni dalla fondazione del Circolo degli Artisti di Torino, che stabilì in quei locali la propria sede storica. Una serie di performances, mostre e conferenze si succederanno fino a gennaio 2018, per festeggiare questa Istituzione, fondata dai padri del Risorgimento al fine di perseguire scopi culturali ed altresì ludici, sostenuta da numerosi eccellenti intellettuali, da Cavour e da alcuni membri di Casa Savoia, in qualità di soci.
Durante la cerimonia di apertura sono intervenuti: Luigi Tartaglino -Presidente del Circolo degli Artisti-, Marco Albera -per la Fondazione Accorsi Ometto-, Fiorenzo Alfieri -Presidente dell’Accademia Albertina delle Belle Arti-, Armando Audoli -critico d’arte-, Gian Giorgio Massara -critico d’arte-, Angelo Mistrangelo -Vice Presidente della Promotrice delle Belle Arti-, Stefano Fabio Mossino -Vice Presidente del Circolo degli Artisti-, Giorgio Rampone –musicologo-, Dario Reteuna -tecnologo e storico della fotografia- e il Presidente del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni.
Il Circolo degli Artisti possiede un notevole patrimonio di collezioni d’arte, pittorica, scultorea, fotografica, archivistica e libraria. Fra queste opere si trova il dipinto “Il frate e il gentiluomo” di Tommaso Juglaris; l’artista, trovandosi in difficoltà economiche, cedette l’opera come pagamento per l’iscrizione al Circolo. La tela apparve nelle mostre “Tommaso Juglaris: a Capitol Artist” (Lansing, Michigan, 2004) e “Tommaso Juglaris – Un Pittore tra Europa e America” allestita a Moncalieri nel 2006 e curata da Domenico Giacotto, Gian Giorgio Massara, Judith Trinchero e Maria Luisa Reviglio della Veneria, che curò anche il catalogo.
Juglaris (1844 – 1925), di origine moncalierese, si trasferì a 27 anni a Parigi, quindi in America, ove diresse rilevanti scuole d’arte e realizzò importanti decorazioni come “Le Muse”, per la grande cupola del Parlamento di Lansing. Tornato a Moncalieri agli inizi del Novecento, realizzò opere in chiese e musei, oltre ad aprire uno studio di pittura insieme ad alcuni suoi allievi, tra i quali Piovano.
Bartolomeo Piovano – Riflessi di cielo nel torrente – 1970-75
Bartolomeo Piovano (1903 – 1989), anch’egli di Moncalieri, nel 1920 conobbe Juglaris di cui diventò allievo fino al 1925 quando il maestro morì. Piovano frequentò quindi i corsi di disegno presso le scuole San Carlo di Torino e l’Accademia Albertina, viaggiando molto e ritraendo paesaggi e nature morte.
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Recentemente, la Famija Moncalereisa ha dedicato ai due artisti, nella loro città natale, la mostra “Juglaris e Piovano – Il maestro e l’allievo”. Nell’esposizione, organizzata da Famija Moncalereisa, da Domenico Giacotto e da Gian Giorgio Massara, che ha curato altresì la presentazione testuale, e promossa da Fondazione Cornaglia e dal Rotary Club Moncalieri, si sono potute confrontare più di quaranta opere dei due autori, tra le quali il dipinto “Confidenze” di Juglaris, proveniente dal collezionismo privato.
Tommaso Juglaris – Cristo morto – 1897, olio su tela
La produzione di Juglaris è caratterizzata dall’eterogeneità dei soggetti e dello stile: accanto al “Cristo morto” di gusto accademico, il dipinto “Le Schiave” s’ispira ad un orientalismo in cui la nudità si tramuta in critica sociale; in “Scorcio di Moncalieri” si individuano, diversamente, tratti più moderni. Il sottobosco rappresentato invece da Piovano in “Sole tra gli abeti” è sferzato dal bagliore di una serena giornata, mentre in “Riflessi di cielo nel torrente” ogni elemento naturale funge da contraltare ad altre componenti del paesaggio. “Vecchie draghe e barconi sul Po”, dominato dall’incisività del colore, testimonia infine l’interesse dell’artista per l’utilizzo di disparati registri espressivi.