Un appello accorato

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PilloleMi permetto di condividere con voi un appello accorato di Alex Zanotelli, una figura non molto nota, purtroppo, ma a mio avviso degna di grande rispetto. Un appello molto chiaro per aiutarci a capire uno dei fenomeni più attuali e più controversi.

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Alessandro ZANOTELLI (1938 – vivente)

Profilo biografico: missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista “Nigrizia” conducendo inchieste sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall’incarico è tornato in Africa a condividere vita e speranze dei poveri. Ha diretto anche la rivista “Mosaico di pace”, promossa da Pax Christi. è tra i promotori della “rete di Lilliput” ed è una delle voci più prestigiose della nonviolenza nel nostro paese

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“Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
È inaccettabile il silenzio:

  • sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
  • sul Sudan, retto da un regime dittatoriale, in guerra contro il popolo Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
  • sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni, con milioni di rifugiati interni ed esterni.
  • sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
  • sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile, che non sembra finire mai.
  • sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali, dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
  • sulla situazione caotica in Libia, dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra a Gheddafi.
  • su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
  • su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
  • sui cambiamenti climatici in Africa, che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
  • sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi Paesi, che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci, da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia “dell’invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.”

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Ernesto Scalco
Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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