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giovedì, Novembre 7, 2024

    A scuola di …tartufo

    Nella seconda edizione della manifestazione “A tutta coda”, tenutasi il 16 e 17 settembre all’Oval Lingotto di Torino, mi sono imbattuta nuovamente in una realtà che da sempre mi affascina: quella dei “trifolau”, i cercatori di tartufi. Sono per istinto una raccoglitrice e oltre a cercare porcini credo che nella prossima vita avrò un cane e con lui scoverò quello speciale, olezzante tubero che è il tartufo. Conosco diversi “trifolau”, ma nessuno per ora ha accettato di farsi accompagnare… in una ricerca! All’Oval, nello strato di terriccio preparato come una tartufaia da addestramento, un bell’esemplare di lagotto, Trif (da “trifola” ovviamente), annusa, scava, riporta i preziosi tartufi (alcuni pezzetti in uno straccetto) nascosti da Fulvio Schwantz, il suo giovane proprietario, addestratore certificato di Assotartufai dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani. Si avvicinano altri cani prenotati dai proprietari per una prova di addestramento e Fulvio mi spiega  che pur essendo quella del lagotto una delle razze più adatte a questa attività, si può lavorare benissimo anche con altri cani da riporto o meticci e mi mostra orgoglioso il video di due cuccioli di sette mesi, meticci, già bravissimi. Intanto apre un piccolo contenitore refrigerato e a momenti svengo , sentendomi arrivare a valanga l’odore inconfondibile di tre tartufi colti quel mattino…

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    Insisto con  una specie di intervista, mentre si mette i guanti per non ostacolare con il proprio odore la ricerca di Trif, il quale, dopo un attimo, è già pronto per la prima ricompensa: un “bravo”, una carezza e un bocconcino! Poi riparte “tartufo” a terra a caccia di tartufi.

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    Quest’anno la siccità prolungata ha già fatto saltare buona parte delle raccolte di funghi epigei, come va con i tartufi?

    Il discorso della siccità vale anche per i tartufi che sviluppandosi sotto terra, sono funghi ipogei: le ife sono ancora vive ma, nonostante siano presenti in grande quantità come si evince da rilevamenti fatti in microscopia, sono ferme perché non hanno nutrimento: hanno bisogno di sentire l’umidità per svilupparsi, per questo l’Associazione  sta chiedendo ai politici di ritardare l’apertura della raccolta almeno a ottobre, per dar tempo alle piogge di scendere a vivificare il terreno. Non possiamo più tener conto delle date stabilite in anni precedenti, con così diverse condizioni climatiche! E come per altri prodotti bisognerebbe arrivare a certificazioni precise di provenienza, perché il consumatore non si ritrovi a pagare cifre astronomiche per tartufi che con quelli italiani non sono neppure parenti!

    So che hai una sede a Moncalieri come Assotartufai, come sono andate le richieste di corsi per addestrare i cani?

    Bene! Anche questa manifestazione “A tutta coda” ha contribuito a farci conoscere e ad avvicinare gente appassionata, amante della natura e dei suoi frutti, che impara a rispettare i regolamenti e gli animali che vuole come amici nelle proprie escursioni per cercare tartufi. Teniamo corsi di novanta ore teorico/pratiche svolti in aula e su campo addestramento cinofilo; ad esse si aggiungono venti ore di sola pratica sulle nostre tartufaie didattiche.

     

    Esistono carte tematiche che indichino il grado di possibilità dei vari terreni di produrre tartufi?

    Certo! Basta cercarle su internet o da noi in Associazione (www.assotartufai.it). Perfino Caselle ha una minima possibilità nei terreni lungo la Stura! A Casalborgone ci sono addirittura quelli bianchi!

     

    Quanto può costare addestrare un cane da tartufo?

    Molto dipende dal temperamento del cane, dal fatto che diventi un’attività vera e propria o un passatempo. Ci sono molte variabili. I cuccioli del video ad esempio sono già pronti e per qualche centinaio di euro li darò via: dovrà essere addestrato soprattutto il padrone a condurli!

     

    Ci penserò, però per quanto riguarda Casalborgone, credo che i cinghiali facciano danni enormi anche per i tartufi…

    Certo che l’aumento del numero di cinghiali sta danneggiando le tartufaie, anche se poi non sono neppure troppo golosi del prodotto; sono peggio gli istrici che scavano e divorano, ma per fortuna hanno le zampette corte e in profondità non arrivano.

     

    Se davvero nei tuoi terreni sai che ci sono tartufi verrò a trovarti con Trif, parola di trifolau!

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    Nazarena Braidotti
    Nazarena Braidotti
    Braidotti M.Nazzarena in Gaiotto Nata a Ciriè(To), tre figli, ex insegnante a Caselle, vive a Torino. Laurea in Lettere con una tesi sul poeta P.Eluard, su cui ha pubblicato, per Mursia, un “Invito alla lettura”. Grandi passioni: la scrittura, tenuta viva nella redazione di “Cose Nostre” e altri giornali locali e l’acquerello.

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