A distanza di undici mesi, io e mia moglie Ornela siamo tornati nel Paese delle Aquile, sua terra natia, questa volta accompagnati dalla nostra primogenita Miriam. Nostra data di arrivo il 3 settembre, quindi in pieno caldo ed ancora in estate. Dopo l’esperienza dello scorso anno ci siamo lanciati ed abbiamo affittato un’automobile tutta sgangherata, direzione sud ed il mare. Dopo aver fatto la dovuta “visita parenti”, aggregata la cugina Anxhela, il giorno dopo di buon’ora ci siamo diretti verso Argirocastro, città antica quasi al confine con la Grecia, adagiata su delle alture. Storicamente molto importante e caratteristica, Gijrokaster (come viene chiamata in loco) presenta già molti cartelli bilingue ed è famosa per aver dato i natali allo scrittore e poeta Ismail Kadare e, ahimè, al dittatore Enver Hoxha. La città è famosa per le case dai tetti caratteristici di pietra che, dopo la pioggia, brillano facendola soprannominare “città d’argento”.
Passata la giornata, e la nottata, in città, la mattina dopo si parte per il mare e per Sarande. Mentre giungere ad Argirocastro era stata una “passeggiata” (quasi tutta autostrada, almeno per i loro canoni), fare le poche decine di km che separano le due città è più complicato e “avventuroso”: ci si deve infatti inerpicare per una strada che culmina nel passo di Muzina, intorno ai mille metri. Qui si fanno buffi incontri come due mucche al pascolo lungo la strada. Giunti a pochi km da Sarande è d’obbligo fermarsi a Syri i Kalter, l’”Occhio Blu”, una sorgente carsica con temperatura a 10°C: ci si arriva percorrendo una stradina sterrata molto sconnessa, ma ne vale la pena.
Sarande è l’emblema del boom turistico dell’Albania: palazzi costruiti ovunque hanno soppiantato olivi e agrumeti. Il Mar Ionio è spettacolare, ma la conferma che qualcosa è cambiato la si ha una mattina quando, alzandosi e guardando il mare ci si staglia davanti agli occhi l’enorme sagoma di una nave da crociera italiana che, da quest’anno, fa tappa anche qui. Per qualcuno degli abitanti è positivo, per molti altri no. La sensazione del boom turistico (le statistiche parlano chiaro: c’è una grossa crescita per quasi tutta l’area balcanica) c’è ed è tangibile: basta vedere le targhe di macchine e bus incrociati durante la settimana, o ascoltare le tante lingue parlate per strada.
Tornando a Sarande, oltre al mare non offre moltissimo, a parte qualche resto archeologico o il castello di Lekursi, da cui si può ammirare un panorama spettacolare e si può intravedere la Grecia all’orizzonte. Infatti una nostra gita ci ha portato a Corfù, distante poche miglia: bella la parte storica della cittadina con la Fortezza Vecchia ed i vicoli, ma tanta la sensazione di abbandono; la crisi in Grecia si fa ancora sentire molto evidentemente.
Fondamentale la visita al Parco Archeologico di Butrinti, sito Unesco, distante pochi km da Sarande. Fondata da coloni greci (la leggenda narra da esuli di Troia), la cittadina sorgeva in zona strategica e naturalmente spettacolare: una penisola circondata dal mare Ionio, con un canale naturale che termina in un lago salato. Posta di fronte a Corfù, è stata poi romana, bizantina, veneziana. Un luogo carico di storia ed emozioni, da non perdere. Al termine del nostro soggiorno marino, la tappa successiva sarebbe dovuta essere Valona, ma non abbiamo fatto i conti con la strada da percorrere. Una strada tra le più amate d’Europa dai motociclisti, ma che si inerpica molto di più quella già fatta in precedenza, oltretutto fatta sotto una pioggerellina in alcuni tratti, con una macchina che si surriscaldava.
E’ buffo come per collegare due città di mare bisogna arrivare agli oltre mille metri del passo di Llogara. Complice anche una tappa a Porto Palermo per visitare la Fortezza di Ali Pasha (vuota, raggiungibile solo a piedi dalla strada costiera, ma con una vista spettacolare) ed alcuni appuntamenti familiari, Valona l’abbiamo solo attraversata in auto ed è cambiata moltissimo dall’ultima volta che ci passammo (una decina di anni fa): vale la pena di visitarla e sarà una tappa della prossima vacanza. Gli ultimi giorni hanno visto una scappata a Durazzo (con un po’ di pioggia) ed una gita veloce a Tirana, soprattutto per vedere la pedonalizzata Piazza Skanderbeg.
La capitale è in continuo cambiamento, perlomeno in centro, e richiede, almeno, una giornata intera da trascorrerci. Sarà per la prossima volta, dove già ci aspetta una visita a Apolonia, altro sito archeologico importante vicino a Fier. Visitate l’Albania ne vale, davvero, la pena, ma fatelo con la mente aperta e senza preconcetti: ne rimarrete sorpresi…
P.s.: A rovinare la vacanza, il ritorno in Italia. Complice il nubifragio violento su Roma del 10 settembre (ma anche una certa disorganizzazione di Alitalia e di ADR, la società che gestisce l’aeroporto di Fiumicino), con voli cancellati a raffica, abbiamo dovuto passare la notte nello scalo abbandonati a noi stessi. La notte ed anche la mattinata, perché il nostro volo per Torino è poi partito alle 14,40 del lunedì (in origine era alle 21,10 della domenica): no comment!