Nella mattinata di domenica 7 gennaio si è tenuta, sotto la pioggia, la festa di Sant’Antonio Abate.
Quest’anno festeggiato in anticipo (per il calendario cattolico la ricorrenza sarebbe il 17), ma, nonostante il maltempo, la presenza degli agricoltori c’è stata comunque: di sicuro abituati a lavorare in ogni condizione climatica, non li spaventa di certo un po’ di pioggia.
Circa una settantina i trattori che hanno sfilato. Dopo il raduno in piazza Merlo, i mezzi hanno attraversato via Leinì e via Torino, per poi attestarsi in via Cravero.
Qui la partecipazione alla messa officiata dal parroco Don Claudio che poi ha benedetto trattori e animali, come da tradizione.
Presenti per l’Amministrazione, il sindaco Luca Baracco ed il vice, nonché assessore all’Agricoltura, Paolo Gremo; ma soprattutto presenti molte associazioni con i loro stendardi.
Circa 200 i partecipanti al pranzo, organizzato magistralmente, come sempre, dagli alpini nella loro sede.
Particolarmente soddisfatto l’assessore Gremo: “La partecipazione è stata alta, nonostante il clima tipicamente invernale. Davvero molte le realtà associative presenti: un bel segnale di senso di comunità, di appartenenza, di collaborazione e di scambio tra casellesi. E’ per questo che lavoro da quando ho ricevuto la nomina ad assessore. Ricreare una Caselle unita, viva, che si incontra nelle vie e nelle piazze del paese per vivere, per lavorare, per festeggiare: per il bene della comunità. Proprio il senso di unità e di comunità è il cemento per il futuro di una cittadina.
Un grosso plauso agli agricoltori: metà dei partecipanti aveva meno di 30 anni! Se consideriamo che il 70% del nostro territorio ha, ancora oggi, destinazione agricola, tutti questi giovani agricoltori sono una garanzia ed una tutela per la salvaguardia proprio del territorio stesso per i prossimi decenni: un campo coltivato è una sicurezza perché sotto controllo e monitorato -si pensi anche solo alla manutenzione degli argini…-, mentre un campo incolto è lasciato a se stesso e può essere fonte di problemi per il territorio.
Un grosso grazie anche agli alpini per il pranzo e l’ospitalità: sono sempre una garanzia”.
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