Le celebrazioni del, primo, 25 aprile “autonomista” a Mappano sono parse, a detta di alcuni presenti, leggermente sottotono. Il sottotono è riferito non a ciò che si è fatto e che si è visto per celebrare degnamente la Festa della Liberazione, ma alla presenza dei mappanesi.
Infatti sull’organizzazione nulla da dire: dopo la messa ed il ritrovo in piazza Don Amerano, il corteo che raggiunge il Monumento ai Caduti, i discorsi ufficiali.
Un 25 aprile “tradizionale”, come si organizzano un po’ in tutta Italia, quello messo in campo dall’Amministrazione Grassi, cui si sono affiancati gli appuntamenti “collaterali” lodevoli dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone”.
Forse però il calo di partecipazione era, per così dire, fisiologico: fino all’anno scorso, alla comunità mappanese si univano le delegazioni borgaresi e casellesi che, al termine delle rispettive manifestazioni, si davano appuntamento davanti al Monumento mappanese per un momento di celebrazione congiunto.
Da Caselle partiva addirittura un pullman organizzato dal Comune con a bordo la banda musicale, gli iscritti all’Anpi e chiunque volesse partecipare: prima tappa di un viaggio della memoria che poi si concludeva al cippo di strada Leinì insieme agli antifascisti leinicesi.
Continua a tornarmi in mente la frase scritta al fondo della circolare informativa sulle celebrazioni del 25 aprile dalla Dirigente Scolastica Lucrezia Russo: “la vera libertà è partecipazione”. Di gaberiana memoria, almeno credo e spero di non contraddire l’intenzione della dottoressa Russo. Mi chiedo se “la vera libertà è partecipazione” varrà anche al contrario? Ovvero è vera libertà anche scegliere di non partecipare (o magari farlo per pigrizia e/o menefreghismo, il che è peggio ancora)?
Ricordiamoci che durante il ventennio fascista non partecipare alle manifestazioni poteva comportare gravi conseguenze: la Resistenza ci ha regalato, col sangue di molti, anche il diritto di non partecipare, il diritto di scegliere.
Non sviliamo però così tanto la vita di molti martiri: perché le conquiste non sono per sempre, vanno difese finché si è in tempo.