In Francia, al rifugio du Carro

Nelle Alpi Graie, nel dipartimento francese della Savoia

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Si raggiunge il luogo di accesso all’escursione percorrendo circa centoventi chilometri seguendo un percorso di interessanti ed ameni paesaggi alpini.
Raggiunto all’imbocco dell’alta valle omonima la città di Susa, nella verde conca dominata a N dal monte Rocciamelone (3538 m s.l.m.), si prosegue sulla SS25 per risalire la Val Cenischia diretti a Bar Cenisio, ultima frazione in suolo italiano prima del confine italo – francese.

Al di là del confine il numero di identificazione della strada cambia in D1006. Proseguendo si supera il lago del Moncenisio (1974 m s.l.m.), che in origine era un piccolo laghetto naturale.

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Per l’esigenza di produrre forza motrice fu confinato nel 1921 entro una prima diga di contenimento poi nel 1968 sostituita dall’attuale, realizzata non in calcestruzzo ma in materiale naturale.
La capienza dell’invaso è di 320 milioni di metri cubi di acqua utilizzati per alimentare la centrali idroelettriche di Venaus in Italia e di Villarodin in Francia.

Per i lavori di manutenzione e per verificare la tenuta delle pareti il bacino è svuotato ogni vent’anni rivelando sul fondale un passato millenario; resti di edifici, una casa, parte della strada napoleonica, le macerie dell’Ospizio fondato dal Re dei Franchi nel IX secolo per accogliere pellegrini e viandanti, danneggiato dalla guerra tra Francesi e Piemontesi fu ricostruito da Napoleone destinandone una parte a caserma.
Abbandonato dai monaci nel 1837 l’Ospizio fu successivamente abbattuto in occasione della costruzione della diga.
Vi sono i resti delle opere di difesa del sistema di fortificazione del Vallo Alpino del Littorio a protezione del confine con la Francia. Vi sono ponti e vecchie dighe.

Proseguendo si giunge al Colle del Moncenisio (2083 m s.l.m.) dove si inizia la discesa nella Valle dell’Arc, comprensorio turistico con vasta gamma di occasioni per sport estivi ed invernali, escursioni o semplici passeggiate.

Raggiunta Lanslevillard (1439 m s.l.m.) si svolta a destra seguendo la D902 per risalire la valle fino al comune di Bonneval-sur-Arc (1790 m s.l.m.).
All’uscita dall’abitato la svolta è ancora a destra, superato il ponte seguiamo la stretta strada che costeggiando l’Arc in sponda orografica sinistra per circa quattro chilometri raggiunge il villaggio di L’Ecot (2000 m s.l.m.). Sull’ampio spiazzo prima del ponte parcheggiamo l’auto.

Riguadagnata a piedi oltre il ponte la sponda destra ci dirigiamo verso monte sulla sterrata.
Una targa in ottone affissa ad un masso avvisa che stiamo entrando nel Parco Nazionale della Vanoise, fondato nel 1963 è il primo parco nazionale francese.
E’ situato nel dipartimento della Savoia nelle Alpi della Vanoise e del Grand Arc delle Alpi Graie. Confina con le valli Tarentaise a nord e con la Maurienne a sud, ad est è collegato al Parco Nazionale del Gran Paradiso italiano con il quale è gemellato dal 1972.

Assieme costituiscono l’area europea più estesa a protezione della fauna, flora e dei minerali.
Percorsi circa due chilometri e cinquecento metri paralleli al corso d’acqua, lasciamo lo sterrato per imboccare alla sinistra il sentiero che in circa cinque chilometri di percorso raggiungerà a quota 2760 m s.l.m. il rifugio.
Al crescere della quota a pari passo cresce lo stupore e la meraviglia per tanto magnifico paesaggio che man mano è offerto alla vista.
Alti sulla sottostante valle, l’ampia visione su cascate, sui ghiacciai des Evettes, du Mulinet, du Grand Mean…. sul versante francese i monti quali l’Albaron, la Cima del Carro, la Grande e la Piccola Ciamarella, le Levanne, la Punta Chalanson, la Bessanese…. l’impressione è di trovarci in cima al mondo.

A quota 2684 m s.l.m. giungiamo all’incrocio con il sentiero balcone della Hautte Maurienne proveniente dal Colle d’Iseran, deviamo a destra raggiungendo in breve il rifugio su una modesta altura dominante due bei laghetti, il Nero ed il Bianco. (195′).
Cartografia IGC 1:50.000 Valli di Lanzo e Moncenisio.

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