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Comune di Caselle Torinese
sabato, Novembre 9, 2024

    Febbraio ci prepara alla primavera

    Andar Per Sagre

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    Ieri la giornata è stata particolarmente fredda e umida. Plaid e tisana calda mi hanno aiutato a trascorrere una parte del pomeriggio davanti ad un libro e alla televisione. Questa mattina mi aspettavo altrettanto, invece un cielo azzurro e terso mi ha accolto alla finestra e, quando il sole si è fatto spazio tra i tetti delle case è stata subito una carezza di tepore. Febbraio è così: instabile e bizzarro; ci regala giornate primaverili per poi farci ripiombare nell’inverno più crudo. Eppure prima adagio, poi sempre più in fretta, la linfa ricomincia a pulsare nei tronchi e basta un germoglio per farci capire che la primavera è alle porte. Il lavoro in giardino mi attende. Oddio non che sia un’esperta, ma, leggendo qui e là, so che posso incominciare a potare gli ibischi per esempio o pulire bene il terreno da foglie ed erbe secche. È come se nei pomeriggi di sole anche in me la linfa riprendesse a scorrere scalzando il torpore invernale. Venendo a noi, grandi sagre ancora non ce ne sono; spadroneggia il carnevale nelle sue numerose sfilate. Le giornate sono ancora troppo corte e fresche per lunghi giri un bicicletta, però potrebbe essere l’occasione per gironzolare in auto senza allontanarsi troppo. Sapete, quei giretti di una giornata, alla scoperta di luoghi che “sì, dobbiamo andarci un giorno”, ma che restano lì sospesi. E magari unirvi una passeggiata rinvigorente lemme lemme.

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    Proverò a darvi uno spunto, sperando di farvi cosa gradita. Potrete arricchirla sul momento e personalizzarla a vostro piacimento.

    DALLA SERRA DI IVREA AI VIGNETI DI CAREMA

    È un breve itinerario di circa 40 km nelle terre del Lago di Viverone che è il terzo lago più grande del Piemonte, originato dalla ritirata del ghiacciaio Balteo. Il punto di partenza è a Roppolo (A4 per Milano; uscita Santhià; SS143; 66 km), dove c’è un castello risalente al IX secolo, epoca di Re Arduino.
    Ha superato invasioni, guerre, assedi, espugnazioni e distruzioni, ha attraversato le vicende di oltre un millennio di storia da una posizione di dominio sul territorio circostante: un paesaggio splendido e aperto invita lo sguardo ad abbracciare in lontananza le bianche case di Ivrea, la valle e le montagne di Aosta e il colle di Masino. Comprato recentemente dall’imprenditore Patrick Saletta, francese ma di origini piemontesi, dopo due anni di lavori è nuovamente aperto al pubblico: diciotto stanze allestite e arredate  con arredi d’epoca, quadri e sculture di pregio. Anche le cantine hanno subito una vera e propria trasformazione e ospitano un museo dedicato al vino. In febbraio e marzo è aperto su richiesta (tel. 016198115; www.castellodiroppolo.com); da aprile a ottobre: da martedì a domenica 10-11.30/13.30-19.  Dopo la visita prendete la SS228 e seguite “Strade del vino” che vi porterà a Piverone, borgo di 1400 abitanti situato su un altopiano della Serra, che con i suoi 25 km è la collina morenica più lunga d’Europa. Piverone è una terrazza di case inondate dal sole lungo il percorso della Via Francigena canavesana; la torre-porta introduce nel centro del paese, la cui vista spazia dalle rive del Lago di Viverone ai vigneti terrazzati di Erbaluce. “Erbalus è uva bianca così detta, come alba luce, perché biancheggiando risplende…” scriveva nel 1606 Giovan Battista Croce. Coltivato principalmente con il sistema a pergola, produce vini che si caratterizzano per la loro freschezza.
    A Piverone si potrebbe visitare il Museo Etnografico La Steiva, termine dialettale che indica il manico dell’aratro. Vi sono ricostruiti una casa contadina, una falegnameria, la cantina e i locali adibiti alla filatura. Ingresso gratuito su richiesta (tel. 0125727518). Viaggiando in direzione Bollengo, la strada si snoda a mezza costa sulla collina e offre panorami sulla pianura sottostante e sui monti che nascondono le valli alpine.
    Ecco Chiaverano con la sua Chiesa di Santo Stefano; in stile romanico è l’unico edificio superstite dell’antico abitato di Sessano distrutto da frequenti frane. Restaurata e riaperta al pubblico nel 2003 custodisce al suo interno un ciclo di affreschi dell’XI e XII secolo. Intorno alla pieve è stato progettato un Giardino Medioevale di piante officinali e un vigneto con antichi vitigni del Canavese.  Ora non resta che seguire le indicazioni per il Lago Sirio per entrare nella zona dei “5 laghi”, tutti di origine glaciale, circondati da boschi e testimonianze storiche. Il progetto “Anelli dei 5 laghi”, coordinato dal Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale di Ivrea, che li coinvolge, propone percorsi pedonali  ben segnalati ricchi di informazioni turistiche (www.anfiteatromorenicoivrea.it).  
    Si raggiunge Ivrea, piacevole cittadina legata a doppio filo alla storia della Olivetti, proprio per questo  iscritta dal 1°luglio 2018  nella lista del Patrimonio  Mondiale dell’Unesco  come “Città ideale della rivoluzione industriale del Novecento”. Quando nel 1908 Camillo Olivetti decise di fondarvi la famosa fabbrica di macchine da scrivere, chiamò i migliori esperti dell’epoca per realizzare una città che diventasse un progetto d’avanguardia di architettura urbanistica, industriale e civile. Il grande sviluppo della città avvenne con Adriano Olivetti tra il 1930 ed il 1960.
    La visita alla città industriale non può non partire dal Laboratorio- Museo Tecnologic@mente e proseguire con il MaAm, museo a cielo aperto. L’Ufficio del Turismo offre un servizio di prenotazione per visite guidate oppure un’utile cartina del percorso. Piazza Ottinetti, 10015 Ivrea (TO); tel. 0125618131; info.ivrea@turismotorino.org.
    Nella città alta si trovano interessanti testimonianze dell’epoca di Re Arduino. A Ivrea da non perdere c’è la Torta 900, una prelibatezza composta da due strati di pandispagna al cioccolato, farcita da uno spesso strato di crema sempre al cioccolato e decorata con una spolverata di zucchero a velo, specialità della Pasticceria Balla dal XIX secolo.
    Lasciata la “capitale del Canavese”, la SS26 porta a Montalto Dora, il cui castello del XIV secolo domina la pianura, cittadina del cavolo riccio la cui sagra si svolge a novembre. I vigneti che si arrampicano sulle colline invitano a piacevoli passeggiate in un anticipo di primavera. Prossima tappa Borgofranco d’Ivrea, con i suoi caratteristici “balmetti”, cantine naturali ricavate dalla roccia morenica a temperatura costante (7/8°) per effetto delle correnti d’aria, le “ore”, formatesi dall’ultima glaciazione, ideali per la conservazione di salumi, formaggi e vini. Queste cantine private vengono aperte al pubblico in occasione del carnevale, per la Festa dei balmetti a inizio giugno e per la vendemmia. In questo borgo viene anche prodotto il  “Vin del balmèt” D.o.c. sia bianco che rosso.  
    Settimo Vittone deve il suo doppio nome a due culture differenti, latina e forse celtica. Accanto al castello si trova uno dei più importanti complessi monumentali di epoca romanica del Piemonte. Ripresa la statale, si entra nel vivo dei vigneti di Nebbiolo da cui si ottiene il vino Carema, che prende il nome dall’ultimo paese piemontese al confine con la Valle d’Aosta.
    Il paese di Carema offre  squarci su incantevoli vecchie case di pietra e legno e suggestivi  terrazzamenti di viti sui fianchi della montagna, sorrette da tralicci di legno appoggiati su antiche colonne di pietra. L’abitato, già nell’anno Mille ufficio doganale e stazione di posta, ha mantenuto la struttura del borgo medioevale con strette viuzze. Il vino Carema si ricava dal vitigno Nebbiolo e presenta un colore rosso rubino e si caratterizza per profumi di fiori di campo e per il sapore morbido, vellutato con retrogusto amarognolo gradevole al palato. Ottimo con la carne e i formaggi stagionati. Per il rientro a casa (66km) c’è la SP69 che a Quincinetto incontra la A5.


    Come sempre a febbraio impazza il Carnevale in tutte le sue sfumature e certamente sarete al corrente delle sfilate nei dintorni. Mi permetto di segnalarvene alcune per mantenere fede alla filosofia di questa rubrica.

    CARNEVALE 2019

    Pont Canavese (TO) – 16 febbraio
    Carlevaa dij Peilacan
    La figura del “Péilacän”, soprannome degli abitanti di Pont Canavese, come personaggio carnevalesco nasce nel 1987, da un gruppo di amici della Consulta Comunale. Venne  ideato un costume d’epoca e assemblato un carro sul quale il “Péilacän”, accompagnato da due damigelle d’onore, sfila per le vie del paese. Per il periodo carnevalesco riceve le chiavi del comando, dopo aver portato alla Chiesa un cero quale offerta di condono.

    Ivrea (TO) – Dal 17 febbraio al 5 marzo
    Storico Carnevale di Ivrea
    È il più antico carnevale storico d’Italia i cui riti primari di origine medioevale erano la Zappata e l’abbruciamento degli Scarli e furono condotti dagli Abbà sino alla fine del 1700. È un evento unico in cui si intrecciano storia e leggenda dando vita ad una festa popolare di grande valore simbolico.

    In breve il programma:
    17 febbraio – fagiolate, Alzata degli Abbà e corteo storico.
    24 febbraio – fagiolate, presentazione dei carri da getto, corteo storico.
    2 marzo – presentazione della vezzosa Mugnaia, marcia del corteo storico e sfilata degli aranceri a piedi.
    3-4-5 marzo battaglia delle arance.

    Ci sono regole precise di sicurezza per seguire il carnevale (www.storicocarnevaleivrea.it)

    Santhià (VC) – Dal 16 febbraio al 5 marzo
    Carnevale Storico
    Già nel 1300 esisteva un’Abbadia che aveva l’incarico di organizzare danze e feste per il carnevale. La tradizione prosegue con la fagiolata, la sfilata dei maiali, il rogo del Babaciu, Pifferi, Tamburi e maschere.

    In breve il programma:
    16 febbraio – la Salamada, sfilata di figuranti travestiti da maiali accompagnati dal Corpo dei Pifferi e Tamburi.
    28 febbraio – Giobia Grass, alle 20.30 sfilata mascherata lungo un percorso enogastronomico con una ventina di stand che distribuiscono gratuitamente cibo e bevande.
    3 marzo – ore 14.30 primo corso mascherato; ore 22.30 spettacolo piromusicale; cena lungo la Via del Gusto.
    4 marzo – colossale fagiolata, a mezzogiorno in punto 320 camerieri distribuiranno 20 quintali di fagioli e 10 quintali di salami.

    Mondovì (CN) – Dal 24 al 3 marzo
    Carnevale Storico
    Il Moro, la Bela Monregaleisa, la Principessa Adelasia, lo Scudiero Aleramo e gli accompagnatori della Corte del Moro sfileranno per il centro storico in queste due domeniche di festa. Quest’anno il Moro sancirà il gemellaggio con le Landzette, maschere tipiche della Valle del Gran San Bernardo.

    Rocca Grimalda (AL) – 24 febbraio
    La Lachera
    È una festa molto particolare in cui si fondono danze, riti e rappresentazioni teatrali. Secondo la tradizione popolare affonda le sue radici nella rivolta del popolo di Rocca Grimalda contro il Signore del paese che pretendeva di esercitare lo Ius Primae Noctis nel territorio del feudo. Più verosimilmente, il Carnevale di Rocca Grimalda prende origine da antichi riti propiziatori primaverili che si sono arricchiti nel corso del tempo di altre storie e tradizioni. Il centro storico sarà animato da giocolieri, trampolieri e artisti di strada. Nei cortili saranno distribuiti cibi e bevande. Quest’anno le vie del borgo vedranno l’arrivo dei Lancowski Korant, maschere demoniache provenienti dalla Slovenia. Orario: 15-21.

    Verrès (AO) – 3 marzo
    Carnevale storico
    Quello di Verrès non è solo una sfilata di maschere e carri allegorici, ma una rievocazione storica di un fatto realmente accaduto. Alle 14 c’è la presentazione di Caterina di Challand e di Pierre d’Introd suo consorte. Poi si sale al castello per un pomeriggio di festa e animazione.

    Breuil Cervinia (AO) – 28 febbraio
    Il ritorno della Dama Bianca
    Nel villaggio del Breuil, nella Valtournenche, quando ancora vi erano solo baite per pascoli, viveva una meravigliosa fanciulla di una bellezza straordinaria. Il gigante Gargantua, che conosceva bene queste valli, al ritorno da Zermatt, la vide, se ne innamorò e la rapì. Decise di nasconderla tra le montagne. Tutti gli abitanti della Valle, a conoscenza del fatto, si unirono alla ricerca della fanciulla. Di fronte a tanta insistenza il gigante si arrese. Caricò la fanciulla sulla slitta per riconsegnarla alla sua gente che organizzò una grande festa alla quale presero parte tutti gli abitanti della Valle d’Aosta. Da questa leggenda della Dama Bianca nacque anche il ballo Rouge et Noir al quale prendevano parte i personaggi più importanti, tutti rigorosamente vestiti in rosso e nero. Eventi dalle 16 alle 23

    Pont Saint Martin (AO) – 3 marzo
    Carnevale storico
    È un’espressione di cultura e folclore con una folta galleria di personaggi: il Diavolo, San Martino, la Ninfa del Lys e le sue ancelle. Non mancano i legionari dell’antica Roma. Alle 9.30 corsa di gala delle Insulae con i personaggi del carnevale ed il loro seguito; alle 10 sfilata per le vie del centro storico; a mezzogiorno pranzo presso la Maison du Boulodrome; alle 14.30 parata dei gruppi folcloristici e dei gruppi mascherati.

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