Grattacielo della Regione: tutti assolti gli imputati

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Assoluzione con formula piena per tutti i 6 imputati, fra cui alcuni noti casellesi. Questa la decisione del Tribunale di Torino, resa nota la mattina del 27 febbraio, al processo per presunte irregolarità, avvenute fra il 2011 e il 2013, nella costruzione del grattacielo della Regione Piemonte. Grattacielo posizionato nel quartiere del Lingotto e destinato, quando l’opera sarà finalmente terminata, ad ospitare tutti gli uffici regionali ora sparsi per Torino.

I funzionari e gli imprenditori rinviati a giudizio erano accusati di falso, corruzione e abuso d’ufficio. Ma la tesi della procura, sostenuta dal pubblico ministero Francesco Pelosi, non è stata accolta dalla terza sezione del Tribunale di Torino. Le assoluzioni sono state pronunciate perché “il fatto non sussiste” o perché “il fatto non costituisce reato”: questo a seconda delle posizioni degli imputati.

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Chi erano i sei finiti sotto indagine? La figura più nota, quella dell’ex presidente della Regione e imprenditore Ezio Enrietti, residente a Caselle; quindi sua moglie, Maria Grazia Ferreri, ex direttrice regionale del Settore Patrimonio; il geometra della Coopsette Paolo Rosa, procuratore dell’associazione temporanea di imprese che aveva vinto l’appalto per la costruzione del grattacielo; i funzionari regionali Carlo Savasta, direttore dei lavori, e Luigi Robino, responsabile del procedimento; infine Claudio Santese, collaboratore di Enrietti.

L’indagine era partita a seguito di una variante all’originario progetto dell’archistar Massimiliano Fuksas. Secondo la tesi della procura, la modifica era stata apportata per garantire dei vantaggi ad alcune imprese. In particolare alla ditta Les di Enrietti, che ottenne subappalti per 5 milioni di euro. Nei confronti dei sei imputati la procura aveva pertanto chiesto condanne dai 2 anni e 4 mesi fino a 3 anni e 4 mesi.  La pena più alta era stata chiesta per Enrietti.

La tesi accusatoria non è stata ritenuta valida. Questa vicenda si conclude quindi così con le assoluzioni piene, salvo eventuali ricorsi in appello da parte dell’accusa, mentre però si avvicinano i termini per la prescrizione.

 
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