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Comune di Caselle Torinese
martedì, Maggio 14, 2024

    Piano Regolatore: Caselle avvia la revisione

    Partito l’iter della Variante Generale, necessaria dopo la separazione di Mappano

    C’è tempo fino al 4 febbraio 2022, per chiunque ne abbia interesse, per presentare osservazioni e proposte rispetto alla Proposta Tecnica di Progetto Preliminare di Variante Generale al PRGC, approvata dal Consiglio Comunale dello scorso 25 novembre e pubblicata dal 7 dicembre sul sito del Comune di Caselle.

    Quali sono le motivazioni che hanno portato alla redazione di tale documento, e quali i principali contenuti? Ci aiutano a dare una risposta le parole delle presentazioni fatte in Consiglio Comunale, in occasione dell’approvazione della relativa delibera, dal consigliere presidente della Commissione Urbanistica Pier Paolo Valle e dal sindaco Luca Baracco.

    Perché questa Variante Generale. Valle: “Il Comune di Caselle Torinese è dotato di un Piano Regolatore approvato nel 2001 e aggiornato più volte con varie modifiche, fra cui la variante strutturale numero 1 del 2016, la variante parziale numero 7 che riguardava le aree ATA del 2015 e la variante parziale numero 8 del 2020. L’Amministrazione comunale ha ritenuto necessario, prima della scadenza del suo mandato, di programmare la revisione del Piano Regolatore Generale Comunale ad oggi vigente. Con la revisione del Piano, l’Amministrazione ha inteso definire le politiche e gli indirizzi che intende portare avanti per lo sviluppo del territorio. La revisione è e sarà anche l’occasione per recepire i nuovi riferimenti normativi e di governo del territorio di tipo sovraordinato, com’è il Piano Territoriale Regionale e quello di coordinamento provinciale. Va anche detto poi che la Legge Urbanistica Regionale 56 del ’77, che regola le varianti e le revisioni dei Piani Regolatori, prevede, ogni 10 anni, una revisione per verificare la necessità di modifiche, l’attualità dello stesso, le nuove previsioni e i nuovi indirizzi normativi. Com’è noto, inoltre, nel 2013 si è costituito il Comune di Mappano; pertanto, si è ridotto in modo significativo il territorio comunale del Comune di Caselle. Il Comune di Mappano sta redigendo un suo Piano Regolatore, ma non è ancora stato adottato”. Baracco: “Il nostro Piano Regolatore, che ha circa vent’anni di vita, è chiaro che non è stato perfettamente immobile durante questo tempo. Ci sono state diverse varianti parziali, che sono già andate a rispondere alle mutate esigenze che il territorio rappresentava col passare degli anni. Ma è anche vero che la sommatoria di queste varianti dopo un po’ di anni rischia anche di creare qualche incongruenza, qualche difficoltà interpretativa soprattutto a livello normativo. Quindi l’occasione è proprio quella, di fare questa operazione di pulizia, di raccordo di tutte le norme che abbiamo. Il tema di Mappano è il tema, diciamo così, scatenante, cioè se questa variante era già di fatto necessaria è diventata impellente proprio a causa, della perdita del territorio di Mappano, con la Legge regionale 1 del 2013”.

    Quali sono stati i passi compiuti finora. Valle: “L’Amministrazione, definita la necessità e la volontà di revisionare il Piano Regolatore Generale, ha incaricato il responsabile del Settore Urbanistica di predisporre tutti gli atti e la documentazione necessaria al fine di affidare esternamente l’incarico per la redazione della variante al Piano Regolatore comunale sino all’adozione del progetto preliminare. Il Capo Settore Urbanistica ha quindi predisposto due determine, la 215 e la 242, incaricando lo Studio Sma Progetti, e nello specifico l’ingegner Sandrone (P.S. presente in aula per illustrare il Piano), per quello che riguarda la redazione della parte urbanistica, ambientale VAS, acustica, e Geostudio (presente in aula con il geologo dott. Biolatti) per l’aggiornamento di tutta quella parte che riguarda gli studi geologici, idraulici e sismici”.

    Quali i prossimi passi dell’iter. Valle: “L’iter di variante, dettato dalla Legge regionale, prevede, dopo l’approvazione in Consiglio Comunale della proposta tecnica, 30 giorni di pubblicazione e 15 giorni per le osservazioni. Verrà poi convocata la prima Conferenza di copianificazione, che ha 60 giorni per valutare la proposta tecnica e, sulla base delle indicazioni fornite dalla Conferenza di pianificazione e delle osservazioni, si avvia la progettazione del progetto preliminare. Il progetto preliminare verrà pubblicato e, a 60 giorni di questa pubblicazione, di nuovo sarà possibile fare delle osservazioni al progetto fino a riaprire l’iter per arrivare al progetto definitivo”. Baracco: “Questa Amministrazione, maggioranza e opposizione, accompagnerà questo iter fino ad un certo punto; dopodiché passeremo la palla alla prossima Amministrazione, che avrà il compito di terminarla con l’approvazione finale del progetto definitivo e quindi del nuovo Piano Regolatore”.

    Niente clausola di salvaguardia. Valle: “La Legge regionale consente di adottare la proposta tecnica preliminare, indicando quali parti di esse, di adottarla e quindi fare salvaguardia con la proposta tecnica. L’Amministrazione comunale, per evitare di ingessare l’attività edilizia, di rendere più problematico lo sviluppo dell’attività edilizia sul territorio, ha ritenuto di non avvalersi di questa facoltà, per cui la proposta tecnica che viene approvata non verrà utilizzata per la salvaguardia”.

    Le zone di rispetto del pozzo Smat di viale Bona

    Prime anticipazioni sui contenuti generali. Valle: “Per quello che riguarda le parti residenziali, la variante conferma le previsioni del precedente Piano, con una limitata – limitatissima – area di nuovo impianto. Le aree produttive di nuovo vengono compensate nella loro interezza, soprattutto perché molte aree produttive sono state perse con lo scorporo del Comune di Mappano ed è in realtà introdotta una nuova area produttiva interclusa fra la ferrovia e l’area produttiva esistente. Lo stesso ragionamento è stato fatto sulle aree residenziali. Si tratta di zone o porzioni di territorio già in qualche modo urbanizzate e dotate di servizi ed intercluse fra altri fabbricati che non fanno nient’altro che andare al completamento di quelle aree. Il progetto preliminare, così come la sua proposta, servirà per risolvere alcuni temi di dettaglio per zone, porzioni, aree specifiche che hanno una loro particolarità e una loro necessità di soluzione. Necessità che si sono riscontrate nell’uso abituale del Piano Regolatore da parte dei tecnici. Sinteticamente, possiamo citare la ricollocazione di aree che, per la loro posizione geografica all’interno del Comune, hanno delle criticità, come la Metalchimica; le aree esondabili sulla riva sinistra della Stura, verso la Mandria; la trasformazione urbanistica di via degli Orologi e l’area Dein che è un’area per deposito di inerti vicino al futuro svincolo pianificato della Torino-Caselle, in cui si prevederà per la sua collocazione geografica specifica la possibilità di accogliere attività logistiche”.

    Il tema delle strade private ad uso pubblico. Valle: “C’è stata, con la collaborazione specifica dell’ufficio tecnico, una sorta di mappatura della viabilità comunale, individuando delle viabilità principali, delle viabilità minori, ma soprattutto quelle viabilità minori che, per la loro caratteristica, sono molto brevi, sono prive di piazzola per poter invertire la marcia e sono dotate di sottoservizi. Per queste aree nello specifico si valuterà se inserirle nella viabilità del Piano Regolatore o, al contrario, inserirle all’interno delle aree fondiarie e quindi di fatto farle ritornare in mano ai privati”.

    Inserimento di aree a destinazione commerciale. Valle: “La proposta tecnica prevede la possibilità nelle aree produttive di inserire un’attività commerciale. La logica è il 5% della superficie utile fino a 100 metri quadri”.

    Il Parco Centrale e le aree RN1a. Valle: “Per l’attuazione del Parco Centrale, che è di interesse del Comune portare avanti, si sono studiati dei meccanismi di incentivazione, dando la possibilità di far atterrare le volumetrie edificatorie anche su altri lotti”.

    L’area destinata al Parco Centrale

    Baracco: “Il concorso di idee sul Parco Centrale ha raccolto dieci proposte provenienti da importantissimi studi di tutta Italia. Questa è la risposta a chi diceva che quel parco era una follia, una stupidaggine che non avrebbe destato interesse. Un parco di quel genere, con caratteristiche sicuramente particolari, diverse da quelle che sono i normali parchi urbani per il fatto che sopra Caselle passano gli aerei, non ha però impedito a far sì che dieci studi molto importanti abbiano portato le loro proposte. Quindi è una conferma della correttezza dell’indirizzo dato.

    Per quanto riguarda l’area RN1a, c’è un’integrazione delle modalità attuative, che cito perché era già stata oggetto di discussione all’interno del Consiglio comunale e anche oggetto della precedente variante parziale numero 8. È una variante che non va a prevedere delle grandi espansioni né edilizie né produttive; va solo a completare alcuni tasselli e che fa quel ragionamento appunto di riequilibratura per così delle varie aree, in modo particolare delle aree standard, proprio a seguito della cessione del territorio di Mappano.

    Il pozzo Smat di viale Bona

    Il problema del pozzo idropotabile di viale Bona. Baracco: “Percorso importante, complesso e il cui esito non è così scontato è quello dello spostamento, rilocalizzazione o comunque chiusura del pozzo idropotabile di viale Bona. La collocazione attuale del pozzo è di fatto proprio come se fosse quasi all’interno del centro storico, perché è appena al di fuori di via Circonvallazione, con tutte le problematiche che questo genera con le fasce di rispetto. Abbiamo già intavolato un ragionamento con Smat, perché quel pozzo, al di là di alcune dicerie di paese, non è spento; è un pozzo dal quale vengono ancora attinti circa 7 litri/secondo di acqua potabile, per cui Smat sostanzialmente dice no alla chiusura. Con Smat quindi si sono aperti due ragionamenti: uno è quello di capire se con il sistema idrico che ha sul territorio può sostituire quei 7 litri con un’altra risorsa, oppure se occorrerà andare ad avviare un percorso di individuazione di un’area per la realizzazione di un nuovo pozzo idropotabile”.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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