Anche da noi le bombe d’acqua. Spie del cambiamento climatico in corso sono gli eventi meteorologici estremi diventati sempre più frequenti. Un esempio che interessò il nostro territorio, la “bomba d’acqua” del 13 settembre 2008. Ebbe l’epicentro sulla spianata dell’aeroporto, dove nel pomeriggio di quel sabato vennero giù, concentrati in un paio d’ore, 220 millimetri di pioggia. Un’impressionante valanga d’acqua, che provocò l’esondazione del torrente Banna e di tutti i canali fra San Maurizio e Caselle. Case e negozi nei due comuni vennero allagati, con gravi danni.
Gli studi della Provincia di Torino. A seguito di quell’evento, la Provincia di Torino, che a quel tempo ancora esisteva, commissionò al suo Servizio Difesa del Suolo uno studio di fattibilità per possibili strategie d’intervento. Lo studio fu prodotto a marzo 2009, e prevedeva interventi suddivisi su 4 lotti. Il lotto 1 riguardava la realizzazione del canale scolmatore di Nole, ed è stato realizzato negli anni scorsi a valle dell’abitato nolese. Il lotto 4, quello più a valle, interessa prevalentemente il territorio fra Settimo Torinese e il capoluogo. I lotti 2 e 3 sono invece incentrati sui territori di Ciriè, San Maurizio e Caselle: un’ampia distesa pianeggiante irrigata dalle bealere alimentate dalla Stura, ove la presenza della pista dell’aeroporto, introducendo un’area impermeabilizzata molto estesa, gioca un ruolo sfavorevole nel drenaggio delle acque.
Il contributo statale di 675.000 euro per la progettazione. Il 4 febbraio 2021 una Conferenza Stampa, on line per via dell’emergenza Covid, annuncia un’importante novità per quanto riguarda l’esecuzione degli interventi sui lotti 2 e 3. Il Comune di San Maurizio comunica di aver ottenuto un contributo statale di 675.000 euro per coprire tutte le attività progettuali necessarie per la messa in sicurezza del reticolo idrografico del territorio compreso fra la Stura e il torrente Banna. Attività non limitata solo allo stretto ambito comunale, ma che coinvolge necessariamente Ciriè a monte e Caselle a valle. Tant’è che alla Conferenza Stampa erano presenti anche rappresentanti di quei due comuni, nonché del Consorzio Riva Sinistra Stura. L’intervento oggetto del contributo statale ha un duplice obiettivo: da un lato adeguare la portata d’acqua dei tre canali esistenti sul territorio – i canali di Ciriè, di Malanghero e di Caselle – e dall’altro realizzare i tratti terminali di tali canali, i cosiddetti canali scolmatori, che siano in grado di garantire il più rapido ed efficace defluire delle acque verso il torrente Stura di Lanzo.
La gara per la progettazione. La tabella di marcia preannunciata durante la Conferenza Stampa dal sindaco Biavati viene rispettata, almeno per quanto riguarda l’affidamento degli incarichi progettuali: la gara viene bandita il 5 marzo, con scadenza il 19 aprile. L’esito della gara, che si conosce ad agosto, vede l’affidamento, come offerta economicamente più vantaggiosa fra le sette pervenute, al Raggruppamento temporaneo fra lo Studio AI Engineering srl di Torino (Mandataria) e Studio Viesse Ingegneri Associati, Studio Genovese & Associati e ing. S. Magnetti (Mandanti), con un ribasso del 50,05% sull’importo posto a base di gara. L’aggiudicazione riguarda il servizio di progettazione di fattibilità tecnica ed economica, la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva, la responsabilità per la sicurezza in fase di progettazione, l’attività di supporto al RUP, il rilievo plano-altimetrico della zona, per l’importo complessivo di 256.374 euro, più oneri previdenziali e IVA.
I prossimi passi. Nel mese di dicembre il Comune di Caselle, con delibera di giunta in data 20/12/2021, ha approvato lo schema di Protocollo d’Intesa (già predisposto lo scorso marzo dal Comune di San Maurizio, nella sua veste di comune capofila di questa attività) per regolamentare la necessaria collaborazione fra i tre comuni e il Consorzio Riva Sinistra Stura durante le fasi progettuali. Nel Protocollo d’Intesa si specifica che oggetto dell’attività saranno, con riferimento ai precedenti studi già effettuati dalla Provincia, l’intero lotto 2, e i tratti 3, 5 e 6 del lotto 3.
Quali i prossimi passi? Da una parte, i progettisti incaricati dovrebbero a breve produrre i primi elaborati aggiornati di fattibilità tecnico ed economica, che consentiranno alla committenza di individuare delle priorità negli interventi da fare. In parallelo, la disponibilità di tali elaborati consentirà di concorrere ai bandi regionali o statali per accedere ai fondi, per interventi di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, fuori della portata delle singole amministrazioni comunali.