Ha suscitato grande cordoglio in città la morte di Giovanni Milanesio, sopraggiunta dopo un’impari lotta, durata tanto, affrontata con grande dignità, senza lamentarsi mai d’un destino così immeritato. Pochi potevano dirsi “casellesi casellesi” quanto Giovanni: a Caselle c’era nato, abitando nei primi decenni di vita vicino alla Carignana, per poi sposare Angiolina, l’amore della sua vita, e cominciare a dedicarsi alla nostra comunità con grande spirito di servizio, pari solo a quello profuso accanto a Filiberto e Franca Martinetto, diventandone ben presto l’insostituibile uomo in cui riporre totale fiducia, il braccio destro operativo di tante azioni che avrebbero condotto la FILMAR a farsi sempre più grande sino a diventare l’eccellente Gruppo odierno.
Giovanni Milanesio però non si è limitato a questo: s’è speso come pochi per la causa di Caselle, basti pensare che, assai giovane, si caricò sulle spalle la nostra società di calcio, un club da ricostruire, nella difficile transizione che ci vide abbandonare il Prato della Fiera per traslocare sul campo di via alle Fabbriche. Tra la fine degli Anni ’60 e gli albori degli ’80, da presidente, Milanesio pose, con Gino Merlino ed Ezio Quaranta, le basi del nostro settore giovanile, sino ad allora inesistente come struttura, sino a far sbocciare alcuni tra i nostri calciatori più forti dell’era moderna.
Grande il suo apporto anche nella comunità pastorale, tanto da essere uno dei collaboratori più assidui di don Claudio, servendo la nostra parrocchia sin quasi alla fine dei suoi giorni, sino a quando le forze residue glielo hanno consentito.
Più facile dire di quante associazioni del territorio Giovanni non fosse volontario attivo, visto che la sua era presenza costante in quasi tutte le nostre manifestazioni. E non si limitava a questo, visto che, da anni, una volta alla settimana si recava a Mappano, al Cottolengo, a portare aiuto e conforto ai degenti. Uno come Giovanni lascia un grande vuoto. Non solo nella moglie e in Mara, sua amatissima figlia, in Filiberto Martinetto, che patirà un’altra dolorosa mutilazione, ma in tutti noi. Perdere un altro “ uomo del fare” onesto e capace come lui fa male. Fa male sapere che se ne è andato un altro che amava Caselle più di se stesso. Anche se sapere che se n’è andato così come ha sempre vissuto, con la schiena dritta, un po’ conforta e continua a indicarci la strada.
Elis
L’Associazione Turistica Pro Loco di Caselle Torinese, la direzione e la redazione del giornale Cose Nostre si uniscono ad Angiolina e Mara in questo doloroso momento e ricordano con affetto Giovanni Milanesio, casellese, uomo e galantuomo