Carissimi lettori, benvenuti.
In questa rubrica troverete pensieri, considerazioni, informazioni, perplessità e quotidianità in ambito condominiale.
Questo spazio vuole essere una sorta di pensiero scritto, un viaggio che parte dalle caratteristiche del condominio, passa dalla veste dell’amministratore, per poi far tappa in tutte quelle voci che troviamo in condominio nel quotidiano oppure che l’amministratore ci propone nel rendiconto di fine anno. Quelle voci che spesso sembrano in bianco e nero e che cercherò di rappresentare a colori, perché quelle voci siamo noi, i nostri bisogni, il nostro quotidiano.
Oggi dunque partiamo dal “condominio”. Volendo rappresentare il condominio in maniera semplice, potremmo dire che è un contenitore, una casa più grande, che include altre case, ad esempio: la nostra.
Si tende spesso a pensare che un condominio debba avere grandi dimensioni o tanti appartamenti; in realtà si definisce condominio un edificio con almeno 2 unità immobiliari, di proprietà in via esclusiva di soggetti che sono anche comproprietari delle parti comuni (D. Lgs. 4 luglio 2014, n. 102 art. 2 lettera f.). Per intenderci, anche quando c’è un unico proprietario di una casa con più appartamenti aventi qualcosa in comune (banalmente anche solo l’ingresso principale), se avviene una suddivisione/un frazionamento/si vende un appartamento e dunque ci si trova ad avere almeno 2 proprietari anziché 1, quello è il momento in cui nasce un condominio. Addirittura c’è una sentenza di Cassazione (n. 27360/2016) che definisce “condominio orizzontale” 2 villette a schiera che condividono solamente un muro divisorio che le separa all’interno del corpo di fabbrica/edificio in cui si trovano.
I condomini piccoli (che includono da 2 a 8 proprietari/condòmini) sono detti “Condomini Minimi” e non hanno obbligo di nominare un amministratore. Questo dopo la riforma del Condominio del 2012, prima, dal 5° condomino in poi scattava tale obbligo e questo spiega perché tanti stabili con 6-8 unità hanno l’amministratore. Bisogna aggiungere che molto spesso l’amministratore viene nominato in quanto soggetto al di sopra delle parti, in grado di garantire equità.
Volendo immaginare i proprietari in ambito militare, potremmo dire che un unico proprietario è un “generale”, dai 2 proprietari agli 8 proprietari c’è da augurarsi che ci sia almeno un “volontario in ferma” per garantire un discreto funzionamento dello stabile, dai 9 proprietari giunge la “rappresentanza” mediante nomina dell’amministratore ed attribuzione obbligatoria del codice fiscale; dai 10 proprietari arriva l’obbligo di dotarsi di codice disciplinare e di condotta: il cosiddetto “Regolamento di Condominio”.
Vi aspetto il prossimo mese su “Cose Nostre” per proseguire il nostro viaggio in condominio.
Cinthia Aonso