La notizia del reperimento dei fondi il sindaco di Caselle Beppe Marsaglia l’ha confermata nel Consiglio Comunale dello scorso 14 giugno. La Regione Piemonte, in base ai contatti preliminari intercorsi, è disponibile a mettere a disposizione i soldi necessari per il completamento del collettore delle acque meteoriche dell’aeroporto, utilizzando fondi PNRR non utilizzati per altre opere. Un’opera che il sindaco Marsaglia giudica di importanza strategica, e di cui sono rimasti da eseguire gli ultimi 600 metri.
A cosa serve questa infrastruttura, quando è stata fatta, dove passa la parte già realizzata e cosa manca per il suo completamento: proviamo a rispondere con ordine a queste domande.
Sul “a cosa serve” è abbastanza intuitiva la risposta: la pista dell’aeroporto con tutte le aree coperte vicine, comprese quelle di competenza Alenia (ora Leonardo), richiede un sistema di evacuazione delle acque piovane efficiente, che punti verso il corso d’acqua più vicino (la Stura) senza andare a mettere in crisi, in caso di precipitazioni abbondanti, l’attiguo abitato di Caselle, come già capitato in passato.
La possibilità di dare una risposta a questa criticità arrivò, nei primi anni del nuovo secolo, quando, su richiesta congiunta del Comune di Caselle e di SAGAT, la Regione Piemonte mise a disposizione 5,2 milioni di euro di fondi ministeriali per la realizzazione di un primo lotto del canale scolmatore dell’aeroporto.
La progettazione dell’opera fu affidata, nel 2003, dal Comune di Caselle ( incaricato dalla Regione per il coordinamento operativo dell’opera) a Hy.M.Studio di ingegneria idraulica (con sede a Torino) in ATI con altre società di ingegneria.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un collettore che, partendo dall’interno dell’aeroporto di Caselle, in vicinanza della torre di controllo, recepisse gli scarichi di una condotta di diametro 150 cm posata parallelamente alla pista di rullaggio, che raccoglie gli apporti delle acque meteoriche provenienti dall’area nord dell’aeroporto, nonché le acque meteoriche raccolte dall’area Leonardo, acque che attraversano in senso ortogonale l’aeroporto, intubate in un collettore rettangolare dimensioni 110 x 90 cm, con scarico finale nella Stura di Lanzo. Il collettore progettato era della lunghezza complessiva di 4.339 m, di cui 3.065 m (tratto di monte) circolare di diametro 180 cm ed i successivi 1.274 m a sezione rettangolare di dimensioni interne 300×200 cm; il tratto iniziale D= 180 cm è ad esclusivo uso di smaltimento delle acque provenienti dall’aeroporto, mentre il tratto successivo 300 x 200 cm doveva accogliere anche le acque provenienti dalle aree commerciali (le famose Aree ATA) previste nel triangolo compreso tra la SP13 a sud e la SP2 a est, mediante un collettore separato D = 200 cm che avrebbe dovuto seguire il tracciato delle strade di piano regolatore vigente all’epoca della progettazione.
Nel 2004 partirono i lavori. Il tratto lato scarico in Stura comportò lavori di scavo imponenti, per interrare, fino anche a 6 metri di profondità, degli scatolati in cemento di dimensioni interne 3X2 metri. Se andate sulla pista ciclabile che costeggia Stura, poco più a sud dell’innesto di strada Caldano, trovate la griglia metallica che copre il punto ove, con un piccolo salto, l’acqua del collettore viene restituita in Stura. È l’unico punto in cui il collettore è visibile. Risalendo a monte, il tracciato di posa interessò, nell’inverno 2004-2005 strada Caldano; si svoltò poi in via Aldo Moro, incrociando viale Bona e proseguendo nel terreno agricolo sull’asse della futura prosecuzione di via Aldo Moro. Arrivati all’altezza di via Madonnina, c’è il cambio di sezione: da scatolare da quel punto in poi si passa al tubo in cemento diametro 180 cm. Il resto della posa interessò il terreno agricolo parallelo a via Castellamonte, quindi un tratto di via Ciriè, per puntare poi verso l’aeroporto sottopassando, in successione, il Canale dei Molini, la SP2 e la ferrovia. Entrati nel comprensorio aeroportuali, il collettore termina in prossimità dell’ingresso della strada di accesso alla torre di controllo, in vicinanza dell’ingresso ai parcheggi di Alenia.
Cosa manca per il completamento? Circa 600 metri, per realizzare i quali a novembre 2015 fu redatto il progetto di completamento per collegare il pozzetto di testata con l’interno dell’area aeroportuale. Al fine di permettere l’accesso degli automezzi alla torre di controllo, senza scavi a cielo aperto, il progetto prevede di utilizzare la tecnica microtunneling, per realizzare il foro per l’infilaggio di una tubazione di diametro 180 cm.
Il completamento della dorsale con collettore 180 cm, come già sopra anticipato, consentirà di completare le esigenze di smaltimento dell’area aeroportuale.
Rimane da chiarire se l’altro collettore, di diametro 200 cm, ipotizzato a servizio delle Aree ATA, si renderà, e in che misura, ancora necessario, dato il probabile ridimensionamento di nuovi insediamenti.