Brutta notizia arrivata alla vigilia di agosto da Roma, per i Comuni soci di ANCAI, l’associazione che difende gli interessi dei Comuni sedi di aeroporto. Il TAR del Lazio ha infatti dato torto ai 18 Comuni aeroportuali che chiedevano di ricevere dallo Stato quanto previsto come addizionale sui diritti di imbarco, pari a un euro per ogni passeggero trasportato. Una controversia, avviata sette anni fa davanti al giudice civile e da questo rinviata al TAR del Lazio, del valore totale di 61,3 milioni di euro per il decennio 2005-2015. Soldi in teoria destinati alle casse comunali, ma di fatto trattenuti per buona parte dallo Stato, tant’è che ai Comuni sarebbero solo andate le briciole, pari a 0,07 euro a passeggero.
Secondo la sentenza ora emessa dai giudici amministrativi del TAR del Lazio, la normativa introdotta nella legge finanziaria 2008 ha escluso ogni forma di automatismo tra il pagamento dell’addizionale da parte di ciascun passeggero e la ripartizione tra i Comuni interessati, rimettendo tale individuazione nel campo del potere attribuito al Ministero dell’Economia e delle Finanze, “il quale opera valutazioni di carattere economico/finanziario di natura prettamente discrezionale”.
Il ricorso, per quanto riguarda l’aeroporto di Caselle, era stato presentato dai Comuni di Caselle, San Maurizio Canavese e San Francesco al Campo. E i rispettivi sindaci non l’hanno presa bene. Amareggiato, ma intenzionato a presentare ricorso davanti al Consiglio di Stato il sindaco di Caselle Beppe Marsaglia: “A mio parere, il TAR ha trovato appigli burocratici per annullare il nostro ricorso. Ci sono troppi milioni in ballo. Se tutto si riduce ai pochi soldi già versati, sa di presa in giro”. Sulla stessa linea il sindaco di San Maurizio Michelangelo Picat Re: “Faremo ricorso tramite l’ANCAI. I Comuni come il nostro devono far fronte per la vicinanza all’aeroporto a impatti ambientali pesanti e le compensazioni finora effettuate sono troppo risicate”.