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Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Contro ogni oppressore

    Sergio Aiello
    “Rosso”

    Gianni Depaoli
    “Z1”

    A Ivrea, nell’ex-chiesa di Santa Marta, nel giorno dell’Anniversario della Liberazione si è inaugurata la mostra “Artisti per la Libertà”, a cura dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) Sezione Ivrea e Canavese, con il patrocinio del Comune di Ivrea e della Città Metropolitana di Torino.
    “Libertà” è la possibilità di credere nelle proprie convinzioni e di vivere seguendo le proprie idee, senza negare ad altri la libertà; è altresì il potere di esprimersi, di fronte a persone favorevoli ad ascoltare e dialogare. “Libertà” è la facoltà individuale di scegliere un futuro migliore rispetto alla situazione presente e di partecipare alla progettazione collettiva del domani.
    La libertà ha analogie con una spiaggia artificiale che, in seguito a faticosa realizzazione, non deve essere abbandonata a se stessa ma necessita di costante cura e va rifornita di sabbia nuova; altrimenti, in assenza di custodi, qualcuno cercherà indebitamente di recintare una parte di terreno mentre altri getteranno venefici rifiuti. Persino il mare ruberà granelli dalla battigia, assottigliando ininterrottamente l’arenile.
    “Resistenza” è dunque lavoro continuo, per mantenere diritti raggiunti e per riconquistare opportunità sottratte, contro chi pretende di limitare la libertà altrui nel nome di un’utopia, sia essa totalitaria, integralista oppure assolutista. Al contempo, “resiste” chi si oppone a coloro che, favoriti dalla supremazia finanziaria, politica o bellica, con il ricatto economico e finanche con le armi esercitano su chi è più debole la sopraffazione e lo sfruttamento, riducendo le occasioni per migliorare le condizioni di vita degli umili.
    Il “25 Aprile”, festa nazionale per la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, è dunque celebrazione altresì di qualsiasi forma di Resistenza ed elogio del valore supremo, la Pace, in omaggio a ogni essere umano oppresso.
    Le opere della mostra eporediese interpretano le numerose sfumature dei concetti di libertà, resistenza e giustizia sociale, ricordando protagonisti e protagoniste che contribuirono e che tuttora lottano perseguendo l’aspirazione a un mondo equo.
    Sergio Aiello fonde in coinvolgenti equilibri compositivi cromie e segni che evocano la montagna, teatro di aspri combattimenti e della tragedia della Galisia; Bruno Barettini utilizza differenti tecniche pittoriche e scultoree con cui ora delinea Dioscuri e Torre Littoria di Piazza Castello, ora sintetizza nel legno l’arrogante cultura fascista.
    Daniela Borla plasma figure a rilievo e rappresenta inoltre “Il pianto delle madri”, incessante processione di evanescenti sagome dipinte, mentre Mimmo Craviotto scolpisce corpi oltraggiati per ricordare la “Fucilazione del partigiano Emilio Vecchia” e la guerra in Bosnia, terminata non oltre trent’anni or sono; Gianni Depaoli, che muta in arte parti di organismi marini e inchiostri organici, traccia quindi sulla resina spezzata l’infausto e attuale simbolo “Z” e disegna un elettrocardiogramma destinato a interrompersi.
    Una mischia di uomini è pronta ad assalire il vessillo della lotta per la libertà nell’opera polimaterica di Alberto Drogo, che cita inoltre Eugène Delacroix, ma Sergio Gatta attraverso la pittura manifesta l’avversione per la violenza e con la scultura elabora invece un delicato intreccio di fiori e colombe.
    Stefano Greco dedica una composizione policromatica all’infruttuoso assalto partigiano al Dinamitificio di Avigliana del 26 giugno 1944 e altresì crea collage che richiamano il conflitto israelo-palestinese; Tony Muroni, con cadenze espressioniste, dipinge i volti di una guerrigliera, di un uomo angosciato dai bombardamenti e dell’imprenditore Adriano Olivetti, spirito illuminato e antifascista.
    Imbracciano coraggiosamente il fucile tanto il partigiano “all’ombra di un bel fior” quanto le “Donne combattenti” nelle formelle modellate da Brenno Pesci, mentre l’uomo e la donna che esclamano “Viva la libertà!”, foggiati a tuttotondo, si proteggono a vicenda le spalle.
    È presente inoltre un’opera, raffigurante la condanna dei tentativi di soffocare la “Libertà di pensiero”, dello scultore Michele Privileggi, mancato nell’aprile 2021.
    Gianmario Quagliotto affida il messaggio antifascista alla cruda scena dell’”Impiccagione” di alcuni partigiani; Carlo Re ritrae invece, con mano esperta, “Il partigiano Rabain” che, accanto a un bicchiere di vino, osserva i monti, luogo di avventurose e dolorosi ricordi; Renza Laura Sciutto ricostruisce quindi un episodio di guerra su cui incombono distruzione e disperazione.
    Rita Scotellaro infine rende omaggio a Liliana Segre e a Primo Levi con dipinti in cui i riferimenti al dramma vissuto fluttuano in atmosfere tormentate e surreali.
    L’esposizione, nata dunque per onorare la memoria degli eventi che permisero di fondare la Repubblica Italiana, è altresì monito a non assopirsi fra i guanciali di una Democrazia che necessita costantemente di protezione.
    Tiziano Rossetto
    Dida 1:

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