Idee per i viaggi estivi: “Rossini in Wildbad”
Se qualche lettore di “Cose Nostre”, vittima della passione per il teatro d’opera – non s’illude di avergliela trasmessa l’autore di queste righe – stesse pensando di dedicare una parte del periodo estivo a qualche viaggio musicale, è bene che inizi a fare dei programmi concreti, perché, come sanno bene i vacanzieri tecnologici, occorre muoversi per tempo per cogliere i vantaggi tariffari offerti da compagnie low cost e sistemazioni alberghiere. E questo vale a maggior ragione se le mete non sono propriamente dietro l’angolo. Gli appassionati di Rossini hanno la propria rassegna di riferimento nel Rossini Opera Festival di Pesaro, che a metà agosto anima la città natale del compositore con tre suoi titoli d’opera e vari concerti collaterali. Per la cronaca, quest’anno gli spettacoli principali saranno “Le siège de Corinthe”, “La pietra del paragone” e “Torvaldo e Dorliska”.
Chi alle spiagge dell’Adriatico preferisse la tranquillità e le suggestioni della Foresta Nera, non dovrebbe per questo rinunciare a sane scorpacciate rossiniane. Nel suo cuore, infatti, si svolge, dal 7 al 23 luglio, un altro festival dedicato al compositore pesarese, “Rossini in Wildbad”. Creato, nella località termale di Bad Wildbad, nel 1989, il festival tedesco non pretende di competere con quello di Pesaro, anche perché non dispone di uguali capacità economiche, ma persegue con altri strumenti gli stessi obiettivi di riscoperta e valorizzazione del teatro d’opera rossiniano, realizzando anche incisioni discografiche dei titoli più rari e delle produzioni più riuscite. Oltre a Rossini, da alcune edizioni il festival propone la riscoperta di un titolo del belcanto a lui contemporaneo, ancor più raro delle rarità rossiniane; tanto che, qualche volta, ad essere riscoperto, oltre all’opera, è lo stesso compositore: nel 2015 fu “Il vespro siciliano” di Peter Josef von Lindpaintner, nel 2016 “Il conte di Marsico” di Giuseppe Balducci. Dispiace un po’ che, per il 2017, questo progetto sia stato parzialmente accantonato, limitandosi il non-Rossini a una ripresa dell’opera da camera “Le Cinesi” di Manuel Garcia, già proposta nel 2015. In compenso, ci saranno ben quattro titoli rossiniani: “L’occasione fa il ladro”, “Aureliano in Palmira”, “Maometto II”, “Eduardo e Cristina”. A fianco di alcuni interpreti di rango internazionale, richiamati a Wildbad dalla passione per il proprio lavoro e dal progetto culturale del festival, sui palcoscenici si cimentano nuove leve di solisti che si stanno affacciando alla carriera, e i giovani studenti delle masterclass organizzate in loco.
Una visita a Bad Wildbad si rivela gradevole anche per ragioni extramusicali: la cittadina, adagiata sulle sponde del torrente Enz, è situata in una piccola valle montuosa ed è circondata dai boschi. Dove termina l’abitato, inizia il vasto Kurpark, nel quale si possono fare rilassanti passeggiate e si trovano le sedi delle rappresentazioni operistiche: la bomboniera del Konigliches Kurtheater (si può tradurre come “Regio teatro delle terme”) e la Trinkhalle, sala da feste trasformata per l’occasione in ambiente teatrale. Chi si vuole avventurare in un sito più decisamente alpino, può salire con una funicolare sulla montagna che domina l’abitato. La gastronomia locale, sia nel dolce che nel salato, non manca di ricette tipiche e sapori accattivanti. Raggiungere la località dall’Italia può sembrare complesso; ma, grazie all’efficienza tedesca, cambiare tre treni non crea particolari difficoltà: atterrati a Stoccarda, ci si sposta dall’aeroporto alla stazione centrale, quindi a Pforzheim, dove si dirama la ferrovia per
, percorsa da un trenino che, giunto a destinazione, si immette sulle strade urbane e lascia a pochi metri dagli alberghi o all’ingresso del parco termale.
Al di là dell’interesse che ciascuno può avere per il teatro d’opera, la storia del festival “Rossini in Wildbad” è curiosa, e si può dire esemplare di quella stima per la cultura, e in specie per la cultura italiana, che fuori dai nostri confini è più facile trovare che in patria. Negli anni ’80 il Kurtheater necessitava di restauri, e le sovvenzioni per realizzarli furono erogate a condizione che ci fosse un progetto culturale per valorizzare la struttura. Poiché, nel 1856, Rossini aveva trascorso alcune settimane a Wildbad per cure termali, venne l’idea di creare una rassegna a lui dedicata, alla quale oggi gli amanti del belcanto affluiscono da tutta Europa. Una vicenda che dovrebbe far riflettere nel nostro Paese, dove ogni luogo vanta legami ben più solidi di un mese di terme con artisti di ogni genere ai quali nessuno sembra interessarsi, e dove si fanno appalti faraonici per creare strutture perfette e costosissime (anche teatri, qualche volta) senza preoccuparsi di lasciarle poi giacere inutilizzate.