Nell’ambito della rassegna promossa dal Comune di Caselle per commemorare la Giornata della Memoria “Ricordare è dovere – Eventi a ricordo della Shoah”, è stata proiettata l’interessante opera prima di due giovani e dinamici registi, Alessandro Genitori e Elis Karakaci: il documentario “Storia di 1 tram”, ambientato nella Torino anni ’30 ed avente come filo conduttore la vecchia linea circolare 1 che collegava in centro città. Cose Nostre ha deciso di intervistare i due autori-artisti.
– Siete originari della Sicilia e dell’Albania. Perché avete scelto Torino come città d’adozione? …O è Torino che ha scelto voi?
Elis: – Sono arrivato a Torino 10 anni fa per motivi di studio, sin da subito sono rimasto affascinato dalla sua bellezza e dal melting pot che viviamo ogni giorno. Dopo la laurea in Dams ho deciso così di fermarmi e di costruire qualcosa qui. La possibilità di raccontare la città è stata per me una bellissima sfida. Avevo 20 anni quando sono arrivato qui e questo mi ha dato la possibilità di avere sempre la curiosità verso una città che non ho mai dato per scontata.-
Alessandro: – Torino è la città dove abbiamo compiuto i nostri studi e dove è nata la mia amicizia con Elis. Poi io personalmente sono molto legato alla mia terra di origine, la Sicilia, e non è un caso che con Elis abbiamo realizzato il nostro ultimo documentario proprio in Sicilia, a Stromboli. Torino però è sempre rimasta come punto interessante e stimolante per il nostro lavoro, un città a misura d’uomo, dove è possibile fermarsi a parlare e dialogare con le istituzioni e le varie realtà, anche se non sempre è facile riuscire a farsi ascoltare. La città esercita un fascino non indifferente, e speriamo che prima o poi riusciremo a raccontarla attraverso un nuovo documentario o un progetto cinematografico.-
– Cosa vi ha spinto a girare questo documentario e perché avete scelto proprio gli anni ’30 torinesi?-
Elis: – Quello che ci ha spinti era la possibilità di raccontare un pezzo di storia torinese attraverso un punto di vista particolare, come quello del Tram numero 1. Ci siamo focalizzati sugli anni ’30 poiché proprio in quegli anni incontriamo a Torino personaggi di spicco di quell’epoca e storie che eravamo consapevoli non essere note al pubblico. –
Alessandro: – Un grande merito alla realizzazione di “Storia di 1 Tram” va a Massimo Ottolenghi che per primo ci ha raccontato la storia della sua gioventù che ci ha fin da subito ammaliato. Erano anni intensi, quello che posso dire è che venendo dal mondo cinematografico in quel racconto ho visto una Storia, con un inizio, uno svolgimento ed una “fine”. Questo aspetto mi ha sin da subito catturato, rendendomi conto che la Storia, quella che non sempre si trova sui libri di scuola, ci stava regalando un quadro stupendo dove si muovevano e vivevano personaggi fantastici e che meritavano di essere raccontati.-
– Come fate a conciliare il vostro lavoro “ufficiale” con la passione per la cinematografia? Per non parlare della famiglia.-
Alessandro: – Non è sempre facile, sarebbe bello che la nostra passione per la diffusione della cultura potesse anche essere il nostro lavoro. Però chissà, sono molti gli esempi di autori e artisti che prima di poter dedicarsi a tempo pieno alla loro attività hanno fatto le esperienze più disparate, che spesso sono quelle che fortificano di più. Quello che posso dire è che cerco di fare dei lavori che mi possano arricchire professionalmente e che in qualche modo di possano avvicinare alla mia vocazione.-
Elis: – Come anticipato da Alessandro, non è facile oggi fare cultura in Italia, ciò nonostante riusciamo a lavorare con alcune aziende che, anche se con un impostazione più commerciale, comunque ci permettono di usare il linguaggio video dandoci anche la possibilità di sviluppare insieme a loro un approccio creativo. Inoltre imparare a realizzare come videomaker dei video aziendali mi permette di crescere professionalmente e questo percorso si nota anche nei miei lavori come regista.-
– Cos’è Cinemage?-
Alessandro: – Cinemage è una realtà nata anni fa in un caffè in Umbria dinanzi la necessità di avere una nostra realtà che potesse racchiudere diversi componenti e realizzare insieme dei progetti. Sono stati molti da allora i professionisti e gli appassionati che si sono avvicinati a questa associazione culturale, e credo sia d’obbligo ringraziare tutti loro per aver contribuito a realizzare non solo “Storia di 1 Tram”, ma anche altri progetti come i cortometraggi “Il nemico è là fuori”, che ha partecipato a numerosi concorsi sia in Italia che all’estero, “Il Fotografo” presentato per la prima volta durante la Festa del Cinema di Roma, oppure il documentario “I Ribelli della Montagna”. Ora Cinemage è una realtà che è in evoluzione, io ed Elis come registi vogliamo continuare il nostro percorso di crescita e sappiamo di avere una bella realtà a poterci sostenere. Un grazie particolare a chi oggi sostiene e fa parte della associazione, Martina, Erica, Giusy, Bianca e Sergio, senza dimenticare tutte le grandi amicizie che sono pronte a supportare il nostro lavoro.-
Elis: – Vorrei aggiungere che Cinemage è oggi una realtà che dialoga costantemente con altre associazioni sul territorio come l’associazione museo nazionale del cinema di Torino, con la quale, per esempio, abbiamo organizzato molte proiezioni, tra cui quella di Caselle. Ci piacerebbe allargare costantemente questo discorso sia per quanto riguarda la distribuzione che, chissà, magari anche un progetto a 360°.-
– Soddisfatti della vostra opera prima? Cosa vi aspettate dal vostro secondo lavoro? Quando ipotizzare che sarà pronto?-
Elis: – Siamo molto soddisfatti poiché “Storia di 1 tram” ci ha dato molto, oltre che è stato riconosciuto come meritevole del premio “Filmare la Storia” del Polo del ‘900 e del premio “Città di Torino”. Certamente ci sarebbe piaciuto avere una diffusione più articolata sul territorio, anche perché la cittadinanza ha sempre risposto con entusiasmo a questo progetto. Con Torino Spettacoli abbiamo organizzato una proiezione che ha visto oltre 170 paganti, un numero impressionante soprattutto vista la poca attitudine a vedere lavori documentaristici al cinema. Sui prossimi lavori posso dire che è stato un piacere seguire Alessandro nella sua terra di origine per il documentario “Stromboli”, ma non ci fermiamo qui. Abbiamo altri progetti in mente, come per esempio “Chirurgia in Trincea”, un documentario che ha visto da poco il lancio di una campagna di raccolta fondi e dove vorremmo raccontare, come in “Storia di 1 Tram”, storie di eroi fin troppo spesso dimenticati.-
Alessandro: – “Storia di 1 Tram” è il primo documentario storico che realizziamo, possiamo anche dire che è il primo documentario in assoluto creato da me ed Elis, e sicuramente ci ha formato molto. La seconda esperienza, “Stromboli, Terra e Fuoco tra Mare e Vento” è profondamente diversa. Siamo stati un mese sull’isola, e lì abbiamo cercato di raccontare una realtà importante ed intensa come l’Isola di Stromboli sa essere. Una terra meravigliosa e difficile, un vulcano attivo che sembra influenzare chi vive l’isola costantemente, con una magia che cattura chi riesce a fermarsi ad ascoltare la potenza della natura in tutte le sue forme. A dispetto dei 4 anni di ricerca per raccontare “Storia di 1 Tram”, Stromboli è un lavoro più veloce ma non meno difficile. Capire come raccontare questa nuova storia era difficile, concentrare tutte le interviste e le riprese in poco tempo, cercando di celebrare un luogo con le giuste sfaccettature non è stato facile. Le aspettative sono farlo vedere a più persone possibili, anche se creare un piano di distribuzione adeguato è probabilmente persino più difficile rispetto alla realizzazione del lavoro stesso.-
– Al termine della proiezione casellese, avete affermato che non bisogna mai smettere di inseguire le proprie passioni, i propri sogni..-
Alessandro: – Assolutamente no, in fondo si può anche non arrivare dove si sperava, ma ogni passo sarà un passo colmo di significato. Basta sapersi godere il viaggio e tutte le deviazioni.-
Elis: – Serve sicuramente molta tenacia ed impegno, oltre ad uno sfrenato entusiasmo. Poi bisogna anche imparare a sapersi fermare, ed è forse questa una delle lezioni che abbiamo imparato con Alessandro. I sogni devono essere condivisi, per questo speriamo che sempre di più ci siano le possibilità di raccontare come fatto con “Storia di 1 Tram”. Ovviamente, ci devono essere quelle realtà che ci permettono di farlo. Detto ciò, noi ci siamo. –