Vittorio Sclaverani, presidente del Museo del Cinema

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Ormai da quasi due anni, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema collabora con il Comune di Caselle nella creazione delle rassegne cinematografiche estive. Ma in questi ultimi mesi la collaborazione ha fatto un salto di qualità e, in prospettiva, potrebbe farne un altro ancora. Ne abbiamo parlato con Vittorio Sclaverani, presidente dell’AMNC.

Che cos’è l’Associazione Museo Nazionale del Cinema?
“L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) è il Museo del cinema in origine; l’AMNC è stata fondata da Maria Adriana Prolo il 7 luglio del 1953, anche se era già stato pensato all’inizio degli anni ’40. La Prolo, a cui dedichiamo un Premio alla carriera ogni anno nell’ambito del Torino Film Festival, ha raccolto per anni materiali, pellicole, cimeli, locandine, fotografie, strumenti del precinema creando rapporti internazionali che vanno da Henri Langlois, grande direttore della Cinémathèque française di Parigi fino ad Alfred Hitchcock, senza dimenticare il grande lavoro di recupero della storia del cinema muto torinese il cui massimo esempio è “Cabiria” di Giovanni Pastrone. Una donna, nata a Romagnano Sesia, estremamente coraggiosa e visionaria perché il cinema era all’epoca ancora un’arte estremamente giovane. Dopo la chiusura della sede museale di Palazzo Chiablese, in seguito alle nuove norme sulla sicurezza in vigore dopo la tragedia del Cinema Statuto, la Prolo si è ammalata. Verso la fine degli anni ’80 gli enti pubblici del territorio, che prima non avevano mai sostenuto il progetto della Prolo, decisero di creare una fondazione a lei dedicata, con la partecipazione di enti bancari come CRT e la Compagnia di San Paolo. A quel punto l’AMNC donò il patrimonio alla Fondazione Maria Adriana Prolo diventando così un’Associazione culturale legata al Museo che sarebbe poi rinato negli spazi della Mole Antonelliana nel 2000. E’ curioso come l’edificio simbolo della città già all’inizio degli anni ’50 ospitasse i materiali raccolti dalla fondatrice. Arrivando al presente l’AMNC oggi è una realtà che si è rinnovata molto sia nella sua base sociale che nelle attività che vanno dalla valorizzazione della memoria storica cinematografica del territorio, alla promozione del nuovo cinema attraverso proiezioni diffuse e concorsi fino allo sviluppo di progetti culturali d’inclusione sociale.”

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Perché questa decisione di collaborare con il Comune di Caselle?
“Il primo contatto con Caselle è stato nella primavera del 2017 grazie agli amici della Cooperativa PG Frassati; durante le ultime due rassegne estive a Palazzo Mosca abbiamo affiancato i responsabili dell’Informagiovani in tutta la parte burocratica legata alle proiezioni all’aperto (Siae, diritti, supporti digitali, parte tecnica, ecc..); verso la fine del 2018 abbiamo fatto un incontro con l’Assessore Erica Santoro e, oltre a condividere l’idea di offrire alla cittadinanza una rassegna di film per famiglie e una specifica per il Giorno della memoria (“Storia di 1 Tram” di Elis Karakaci e Alessandro Genitori), abbiamo proposto di organizzare una formazione gratuita, aperta a tutti, per raccontare il nostro lavoro di promotori culturali e trasmettere le nostre conoscenze: dagli aspetti più pratici a quelli legati alla comunicazione, senza dimenticare l’approccio critico.”

Quali saranno quindi i prossimi progetti vostri nella nostra comunità?
“L’ultima proiezione di “Caselle al Cinema” c’è stata domenica 3 febbraio  con “Zootropolis”, premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2017. Un incontro formativo è previsto per la sera venerdì 15 febbraio presso Palazzo Mosca. In quell’occasione oltre al sottoscritto interverranno anche Valentina Noya, progettista e curatrice di diverse iniziative dell’AMNC, Davide Mazzocco, giornalista e responsabile della comunicazione social, ed Edoardo Peretti, critico cinematografico e responsabile per l’Associazione del progetto “Parole&Cinema” che da circa due anni organizza presentazioni di nuove pubblicazioni editoriali dedicate alla settima arte. Infine doneremo a breve dei libri alla Biblioteca Civica per arricchire la sezione dedicata al cinema. Abbiamo iniziato a dialogare anche con la responsabile dell’ANPI di Caselle T.se, speriamo di attivare nuovi scambi culturali.”

Perché questa volontà di tentare di costituire un gruppo di amanti del cinema a Caselle? Un gruppo che sia oltretutto, in prospettiva, anche attivo e propositivo nei confronti dei casellesi e dell’Amministrazione comunale stessa.
“Principalmente perché a Caselle purtroppo manca un’associazione che si occupi nello specifico di cinema. L’idea di base è di creare un gruppo eterogeneo capace di intercettare le esigenze culturali del territorio e che possa proporre nuove iniziative; un esempio di cittadinanza attiva che possa innescare processi di partecipazione dal basso. Abbiamo già raccolto le prime adesioni, soprattutto grazie al lavoro dell’Informagiovani e l’incontro pubblico con gli autori di “Storia di 1 Tram” che ha riscosso molto interesse. Il dialogo con l’Assessore e il Sindaco è ottimo ed è anche molto bella la loro disponibilità nel provare ad allargare il progetto all’Unione dei Comuni Nord Est di Torino.”

Cos’è per lei il cinema? Qual è il suo ruolo e il suo scopo nella società odierna?
“Purtroppo il cinema non ha più quell’impatto che ha avuto nel nostro paese nel secondo dopoguerra dove si staccavano più di 800 milioni di biglietti; negli ultimi anni abbiamo difficoltà a superare i 100 milioni. Indubbiamente sono cambiate le forme di fruizione, ma il linguaggio audiovisivo rimane comunque predominante il qualsiasi campo della comunicazione politica, culturale, sportiva, dello spettacolo, ecc. Io sono di parte, ma credo ancora nel cinema sia come forma di racconto e analisi del presente, sia come possibilità di costruire comunità. Faccio due esempi completamente opposti tra loro: chi l’avrebbe mai detto che “Sulla mia pelle”, il film sul caso Cucchi, avrebbe riempito le sale in contemporanea all’uscita on line su Netflix e creato discussione restituendo un senso che ci ha riportato al cinema italiano di impegno civile di Elio Petri e Francesco Rosi così come “Bohemian rhapsody”, il film sui Queen che sta continuando, da due mesi a questa parte, a essere la pellicola più vista nel nostro paese con tanto di karaoke in sala. O ancora, l’ultimo documentario di Daniele Gaglianone, “Dove bisogna stare” sul tema dell’accoglienza attraverso l’esperienza di quattro donne, fa sold out ogni qual volta viene proposto a Torino e ora è in tour in tutta Italia, non solo nelle sale cinematografiche, ma anche nei circoli culturali, presso le sedi di associazioni e ong. Tutto questo mi fa pensare che ha ancora un valore importante il cinema, di qualsiasi genere, ed è giusto continuare a promuovere i film indipendenti lontani dal mercato, stimolare la cittadinanza con nuove visioni e sollecitare i giovani autori a sperimentare, sempre. Tutto questo riferito al mio lavoro che amo molto, poi da semplice spettatore, ogni volta che vado al cinema o guardo un film, spero sempre di potermi emozionare, conoscere qualcosa di nuovo e divertirmi.”

 
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