Sabato 14 marzo, mi trovo in coda davanti a uno dei tanti negozi di alimentari del centro di Caselle. Sono munito della autocertificazione e mi appresto ad attendere il mio turno per poter entrare all’interno dell’esercizio.
A distanza dovuta, le persone si scambiano volentieri impressioni fra loro quasi fraternizzando. Io vi partecipo.
Una prima pattuglia di Carabinieri transita, guarda, non si ferma, un cenno cordiale di saluto da parte di qualche cliente in attesa; si ricomincia a chiacchierare. Pochi minuti altra pattuglia, altro passaggio, le persone tutte commentano positivamente: “Lavorano per noi, bravi Carabinieri!”
Pochi minuti ancora un’altra pattuglia, questa volta della Guardia di Finanza.
Il mezzo si ferma, invita i clienti in coda a stare ancora più distanziati fra loro; un militare entra nell’esercizio commerciale e invita i titolari a far accedere meno persone, gli altri in coda fuori. Tutti ancora plaudono a tanta sensata severità: “È per la salute di tutti”, il commento più diffuso.
A pochi passi e fuori dalla coda un uomo apparentemente al telefono con cuffie nelle orecchie, vede il ripetersi dei passaggi delle forze dell’ordine, e con significativo gesto della mano, rivolto alla pattuglia, ancora ferma per i cortesi inviti che rivolgeva a noi, ma con tono stentoreo di voce dice: “ Ma andate a fare in c….”
Il finanziere sente e si volta, gelo di tutti gli spettatori; il finanziere si avvicina verso il signore e rivolgendosi in modo garbato e gentile chiede: “Scusi, ho sentito bene?”. Risposta del signore, molto poco “signore”, “No guardi che ciò che ho detto, l’ho detto al telefono alla persona con cui parlavo”. Chiaramente una bugia, visto che il già forte silenzio che stagnava, era talmente intenso d’averci permesso di udire il colloquio telefonico. Il finanziere chiede i documenti, controlla, guarda il signore poco “signore”, lo ammonisce dicendo: ”Facciamo finta che sia così, ma adesso vada a casa e subito”.
Costui se ne va a testa bassa, la pattuglia riparte, tutti i testimoni uditori esterrefatti non parlano più talmente è in loro lo stupore.
Questo episodio non onora certo Caselle ed i casellesi, tuttavia vogliamo pensare che sia uscito dalla bocca di un unico maleducato che non si è nemmeno reso conto della gravità delle proprie parole. Invece è una grande occasione per rivolgere il nostro riconoscente pensiero ai tutori dell’ordine.
Servizio impeccabile, servizio al servizio di tutti, servizio a rischio. Che si può dire di più se non essere riconoscenti verso chi cerca di sensibilizzare ben prima che di reprimere? Grazie.
Unicamente grazie.
Sono la fidanzata di un finanziere di Caselle e so come lavorano. Sono ragazzi speciali e uomini tutti d’un pezzo. Purtroppo la maleducazione esiste e l’ignoranza spesso è complice. Ringraziare tutte le forze dell’ordine è il minimo che ognuno di noi debba fare perché è a loro che ci rivolgiamo quando siamo in pericolo. Grazie di cuore a tutti.