Medici di famiglia: non ascoltati!

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“Vergogna!”, così iniziava un post di un medico di famiglia piemontese e proseguiva: “Ecco finalmente che la verità inizia ad emergere. Ecco uno dei motivi per cui il Piemonte è ancora indietro rispetto al resto d’Italia. Nessuno leggeva le segnalazioni fatte dai Medici di famiglia nonostante fossimo i primi a sapere che i nostri pazienti avessero febbre e sintomi da COVID-19.

Questo è solo uno dei tanti post che troviamo sulle pagine Facebook.

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Controlliamo per verificare e troviamo su La Stampa del 15 aprile, il testo che riportiamo integralmente:

“Il SISP acronimo di “Servizio di igiene e sanità pubblica” dell’ASL Torino ha fatto cilecca: le segnalazioni che gli stessi medici avevano inviato via mail su casi sospetti positivi sono state bloccate da una casella di posta rapidamente ingolfata da una raffica di segnalazioni; parte dei pazienti non sono stati ricontattati, altri sono stati “recuperati” parecchi giorni dopo. Ovviamente a fronte di situazioni che nel frattempo avevano preso pieghe diverse. Una falla, anzi una vera breccia nel sistema, che avrebbe potuto essere evitata con maggiore personale e prima ancora con una casella di posta ampliata o con più caselle di posta.”

Da altre parti leggiamo ancora:

“Ho inviato una decina di mail al SISP per altrettanti pazienti sintomatici. Nonostante siano passate 3 settimane dalle prime mail, ad oggi nessuno ha contattato questi pazienti, che nel frattempo ho gestito io al domicilio sperando che qualcuno andasse a fare prima o poi un tampone. Alcuni di loro sono guariti e vorrebbero rientrare al lavoro, altri sono ancora sintomatici, altri ancora hanno purtroppo trasmesso l’infezione ai familiari che a loro insaputa hanno avuto dei contatti con altre persone.”

Anche “La repubblica” stesso giorno, titolava: “Coronavirus, perdute centinaia di mail dei medici di base ai servizi d’igiene”

Allora parrebbe tutto vero?

Certo, l’uomo della strada o la casalinga che bene sa fare i conti della spesa – specie di questi tempi – riesce a concludere che se fosse vero quanto affermato dai medici, la ragione dei numeri in ascesa o quanto meno non in diminuzione dei deceduti e dei ricoverati in Piemonte, sempre alla data del 15 aprile, è dovuta a questo fattore.

Già, coloro che avrebbero dovuto stare veramente in quarantena isolati, ecco che hanno contagiato altri e altri, altri ancora e poi quando la persona contagiata è portatrice di patologie, allora la frittata è fatta. Tutto diventa più difficile per una cura che, purtroppo, ad oggi non c’è.

Tuttavia, pensiamo che se viene diramata una norma attraverso la quale i medici devono segnalare al SISP i casi sospetti, chi emana quella norma deve prevedere tutte le ricadute e sapere chi fa cosa, al termine della filiera.

Forse è mancato questo piccolo, mica tanto, tassello.

La nostra è una semplice considerazione, tuttavia ci piacerebbe leggere, almeno dalle colonne del ben più blasonato quotidiano “La Stampa”, o de “la Repubblica” le eventuali controdeduzioni di chi era preposto a quelle attività di lettura mail e di conseguente attivazione dei processi istruttori dei vari sospetti Covid 19.

Intanto noi siamo sempre più schierati e vicini ai nostri bravi medici di famiglia, sappiamo come operano, sappiamo con quali difficoltà, sappiamo con quali e quanti rischi.

Il nostro era e resta un grande riconoscimento verso la loro dedizione più che mai legata a doppio filo dal giuramento di Ippocrate che in uno dei suoi vari punti recita così: “Giuro di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di mettermi a disposizione dell’Autorità competente, in caso di pubblica calamità e di prestare, in scienza e coscienza la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione”.

Mauro Giordano

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Mauro Giordano
Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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