Si origina da composizioni figurative in spago e fibre naturali la ricerca di Claudio Cena, artista leinicese che nell’evoluzione dell’attività creativa ha mantenuto lo sguardo tanto sugli effetti cromatici e chiaroscurali del mezzo espressivo quanto sui richiami concettuali alle vibratili manifestazioni della materia-energia.
Lo studio iniziale di trasparenze e sovrapposizioni conduce Cena a sperimentare nuovi materiali e tecniche innovative, sia nella finitura superficiale sia nella struttura dei supporti.
Non solo l’autore attinge a conoscenze tecnologiche e industriali e ricorre dapprima finanche al nitruro di titanio, bensì elabora una successione di differenti gruppi di opere che costituiscono ciascuno un traguardo teorico.
Attraverso l’unione di fili, tele multicolori e parti metalliche (fra cui zirconio ossidato a caldo), in un piccolo “polittico” di quattro elementi Cena fissa la memoria di un periodo storico fondamentale per le attuali sorti energetiche del nostro Paese e sottende un giudizio critico alle forme simboliche.
La possibile aleatorietà di sfasamento e combinazione dei fenomeni ondulatori attrae il pensiero dell’artista e gli suggerisce una progressione, un “flusso” di toni contrastanti, caldi e freddi, una serie di “onde” misurata per mezzo di precisi rapporti matematici; in chi osserva l’opera permane inoltre la curiosità di conoscere quali indefiniti sviluppi assumerebbe oltre i confini del “quadro” la composizione, che appare estendersi all’infinito.
Nella rappresentazione dell’intreccio fra spazio e tempo, le linee acquistano convessità in direzione della terza dimensione: il “flusso” cromatico viene intercettato dalla dilatazione superficiale, deviato, “rallentato”; luce e ombra introducono ulteriori variabili percettive.
In analogia a eventi sismici, contrapposizioni di forme divergenti in espansione oppure frizioni ottiche fra aree lucide e opache generano “fratture” nei solidi, modellati con fili di sezioni differenti.
L’aspetto delle opere in seguito volge alla monocromaticità mentre gli effetti chiaroscurali prevalgono e definiscono realizzazioni che evocano antichi monoliti intagliati: ritmi eterogenei di rilievi e incavi scandiscono tracciati talora regolari, talaltra asimmetrici.
Dall’intersezione di volumi che si dispiegano nella tridimensionalità nascono infine sculture le cui parti si avvolgono l’una sull’altra e altresì s’incrociano e s’incurvano.
In autunno probabilmente si terrà alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino una mostra dell’autore; il catalogo, con prefazione di Angelo Mistrangelo e testi a cura di Gian Giorgio Massara e Silvana Nota, riunirà numerose creazioni di un artista la cui ricerca potrà riservare ancora sorprese.

Opera di Claudio Cena

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