Una matita per il Canavese

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Tre autori – Anna Actis Caporale, Camillo Carotenuto, Guido Forneris – hanno raccolto i disegni condotti con le tecniche del carboncino e della china da Aldo Actis Caporale, “paesaggista di tendenze impressionistiche” in pittura e cantore della terra canavesana nei disegni dalla “vena illustrativa”.
La pubblicazione “Canavese ieri e oggi” ( Bolognino ed. Ivrea ) propone per ogni monumento scelto il disegno e la fotografia attuale che talvolta denuncia l’abbandono della struttura.
Varia è l’indagine attuata da Actis Caporale poichè si susseguono immagini tratte da Chiese parrocchiali ( Barone, dalla movimentata facciata barocca ), Santuari ( S. Maria di Borgarello e Vestignè, edifici preceduti da un protiro articolato anche in quattro arcate ), Chiese plebane ( Candia, il cui campanile emerge dalla facciata laterale ), Battisteri plebani ( il notissimo esempio di San Ponso coronato dall’esile torre/campanile ), Confraternite dalla settecentesca Santa Marta ( Caluso ) al S. Salvatore di Borgomasino che presenta un robusto campanile disegnato nel cielo oltre l’abside.
Il discorso si snoda inoltre verso la cultura castellana.
Ritroviamo, fra le pagine preziose lasciate da Antonino Bertolotti ( 1868 ) una descrizione del castello di Ozegna ove erano presenti “Vaste stanze con amplissimi camini a forme fantastiche e con dipinti corrosi, figuranti fatti storici misti con leggende”,
mentre Enrico Lusso, in “Atlante castellano”, considera la pittoresca Torre-Porta di Romano: “La torre più antica è inglobata in quella aggiunta a cavallo tra XIV e XV secolo”.
E’ a San Benigno che ritroviamo la presenza di due torrioni, l’uno a pianta circolare, il secondo quadrata ( Torre Porta del ricetto ) mentre un possente torrione cilindrico s’eleva a Masino; anche Chivasso vanta il torrione, ma costruito in forma sfaccettata, con copertura.
Minuscolo è il castello di Moriondo ( Villareggia ) caratterizzato da arcate posizionate a piano terra, mentre in taluni casi sopravvivono solenni portali, ballatoi presenti su diversi piani ( Foglizzo, Montanaro ), ingressi di cascinali ( Vische ), porticati e loggiati, come accade a Ozegna.
Tutto ciò che significa “storia” interessa a Actis Caporale; infatti l’autore ferma il passo per disegnare numerosi mulini – da Bairo a Candia, da Orio a Cuorgnè – e fin anche la “pompa-cisterna” di Masino.
Quindi l’attenzione del lettore corre ai vicoli, ancora ai rustici ballatoi lignei collegati semplicemente da scale esterne, comignoli possenti, stradine che si concludono con la presenza di un campanile dall’elegante coronamento e con l’orologio ben in vista ( Foglizzo ).
La pubblicazione – che esalta il Canavese – si conclude con un’ampia e puntuale bibliografia dovuta a Guido Forneris, autore di una ventina di pubblicazioni, che in tempi più che lontani abbiamo seguito nello studio della Storia dell’Arte al liceo della torinese Accademia Albertina.

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