Monti e avanguardie

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Il Museo Archeologico Regionale di Aosta propone la mostra estiva “Espressionismo svizzero – Linguaggi degli artisti d’oltralpe”, organizzata con la collaborazione di Kunst Museum Winterthur e Städtische Museen Heilbronn-Kunsthalle Vogelmann. Esposizione e catalogo (Silvana Editoriale) sono a cura di Daria Jorioz, Andrea Lutz e David Schmidhauser, autori dei testi nel volume accanto a Jean-Pierre Guichardaz, Konrad Bitterli, Marc Gundel e Casar Menz.
In antitesi con la cultura borghese ottocentesca, tesa al conformismo e a un mondo intriso di grigiore, le Secessioni artistiche prendono le distanze dalla tradizione accademica e ricercano la libertà espressiva, spesso in chiave antinaturalistica e personale attraverso deformazione delle linee e intensi contrasti cromatici.
Contemporaneamente allo sviluppo dei movimenti tedeschi “Die Brucke” (gruppo fondato nel 1905 da Ernst Ludwig Kirchner) e “Der Blaue Reiter” oppure dei “Fauves” francesi, agli inizi del Novecento in terra elvetica nascono fertili sodalizi creativi – tra cui il Dadaismo (Zurigo, 1916).
Precursori delle sperimentazioni figurative avanguardistiche, il pittore Cuno Amiet nel 1904 partecipa alla XIX mostra della Secessione Viennese quindi, su invito, si unisce a “Die Brucke” mentre Giovanni Giacometti, padre del futuro noto scultore, ritrae il figlio “Alberto” in età adolescenziale puntando a innovative cromie. Per entrambi i pittori si desumono riferimenti a Van Gogh, Matisse, Derain.
“Der Moderne Bund”, sodalizio nato nel 1910 presso Lucerna e fondato da Oscar Lüthy e Hans Arp, tiene contatti e scambi culturali con le avanguardie francesi e tedesche; le esposizioni organizzate dal gruppo, che in seguito muteranno il gusto del pubblico, devono affrontare gli strali della critica contemporanea, mentre gli artisti del “Bund” espongono le proprie opere accanto a quelle di Gauguin, Picasso e Klee.
Walter Helbig, co-fondatore dell’associazione e successivamente membro dell’”Orsa Maggiore”, nel dipinto “Piaceri del bagno I” colloca le figure in una dimensione priva di spazio e tempo; altresì Lüthy -come si desume dal “Paesaggio vicino a Weggis” permeato del vissuto dell’artista- e Otto Morach compiono una sintesi tra Cubismo ed Espressionismo. Albert Pfister invece congiunge vivacità cromatica e raffinatezza.
Alcuni artisti adottano temi ispirati dal clima sociale coevo alla Prima Guerra Mondiale, alla Rivoluzione Russa e allo Sciopero Generale del 1918: “Revolution” di Otto Baumberger -inerente alla manifestazione di protesta, avvenuta a Zurigo nel 1917, contro la guerra- costituisce uno dei rari soggetti di contenuto politico in terra elvetica.
Ignaz Epper diversamente raffigura con toni pessimistici la città dominata da tecnologia ed economia moderne, che generano vulnerabilità nell’uomo e nella natura; l’immagine di San Sebastiano simboleggia tale fragilità.
Johannes Robert Schurch predilige dipingere proletari ed emarginati; il tema sociale emerge inoltre con forza nella rappresentazione del logorante lavoro dei “Bitumatori” (Morach) e pure esprimono sofferenza i ritratti che Kirchner delinea.
Fra le varie influenze, risulta evidente quella di Cézanne su
Arnold Brügger (autoritratto “Sotto la lampada”).
In virtù dell’ammirazione per l’esempio di Kirchner (stabilitosi in Svizzera nel 1917 al ritorno dalla guerra) Paul Camenisch, Albert Müller e Herman A. Scherer danno vita nel 1925 a “Rot-Blau”: la  stima che il Maestro ricambia viene testimoniata dall’autoritratto di Kirchner in compagnia di Scherer e Camenisch.
Nella Svizzera francofona, ancora legata a stilemi classici, sorge la società “Le Falot” di tendenze post-impressioniste e fauviste, fra i cui membri figurano Gustave Louis Buchet, aderente altresì al movimento Dada, ed Alice Bailly (1872-1938).
Nel periodo in cui la pittrice opera, la presenza femminile è esclusa tanto dai sistemi d’istruzione ufficiali svizzeri quanto dalle istituzioni artistiche nazionali e il clima culturale osteggia le avanguardie; tuttavia l’autrice si colloca quale maggiore esponente elvetica dell’innovativa integrazione fra gli stili fauvista, cubista e futurista. Elogiata nel 1913 da Guillaume Apollinaire, la Bailly si fa promotrice di una visione emancipata della donna, sia a livello pittorico sia personale, e utilizza tecniche originali.
Nel 1924 ad Ascona viene creata infine “Orsa Maggiore”, associazione che unisce sette artisti dagli stili eterogenei e dalle posizioni prevalentemente espressioniste, autori che scelgono quali soggetti principali i paesaggi del Ticino, luogo di rifugio durante la guerra per molti intellettuali. Tra i soci compaiono Marianne von Werefkin, co-fondatrice e componente del Blaue Reiter, e l’americano Gordon McCouch, che collega Cubismo e Surrealismo.
L’esposizione valdostana pone dunque sotto una nuova luce una parte suggestiva ma non del tutto nota della storia pittorica svizzera.

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Ernst Ludwig Kirchner
“Tre artisti: Hermann Scherer, Ernst Ludwig Kirchner, Paul Camenisch”
1918-19
Olio su tela

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