Le origini del Natale si trovano in un tempo fuori dalla storia.
Le festività natalizie durano 13 giorni: partendo dalla natività, il 25 Dicembre, passando da quella centrale, il 1° Gennaio, per concludere il 6 Gennaio con l’Epifania.
Questa durata ha un motivo preciso, dipende dal fatto che i nostri antenati misuravano il tempo in due modi: secondo i cicli della Luna; secondo quelli del Sole.
Ma l’anno lunare e quello solare hanno durate diverse perciò, affiancando i due calendari, si crea un buco di 12-13 giorni.
Questo buco è un tempo fuori dal tempo, 12-13 notti che non appartengono né all’anno passato né a quello nuovo e che poteva essere posizionato in vari momenti dell’anno, rappresentando il confine tra l’anno vecchio e quello nuovo.
Sostanzialmente, non esistono delle vere origini del Natale. Perché il Natale come lo conosciamo è il frutto di millenni di stratificazioni culturali e religiose. Le feste di Natale oggi sono residui di rituali preistorici mescolati ai presepi viventi .
Nell’arco dell’anno ci sono due date fondamentali: quella del giorno più lungo, il solstizio d’Estate, che cade il 21 giugno; quella del giorno più breve, il solstizio d’inverno, che cade il 21 dicembre.
Tutti i popoli europei anticamente festeggiavano il solstizio d’inverno e che al centro dei rituali di festeggiamento ci fosse il fuoco.
Per questo i nostri antenati facevano grandi falò all’aperto e dentro le case, nei camini, bruciando un ceppo di legno molto grosso.
La tradizione del ceppo natalizio era diffusa praticamente in tutte le regioni italiane, fino a qualche decennio fa. Oggi riempiamo le strade di luminarie e dentro casa mettiamo lucine intermittenti e colorate, il trionfo della luce. Poi c’è l’Albero di Natale, che deriva dal culto degli alberi tipico delle culture nord europee e che nel nostro paese è venuto a sostituire e a mescolarsi con gli antichi rituali dei falò e del ceppo.
Il simbolo fondamentale del Natale per i credenti è il Presepe, termine derivante dal latino praesaepe, cioè greppia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini, ovvero luogo che ha davanti un recinto.
È una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha origine da tradizioni tardo antiche e medievali; l’usanza, inizialmente italiana di allestire il presepio in casa è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.
Ebbe origine con San Francesco che nel realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività.
Per il popolo, il 6 Gennaio è la festa della Befana.
L’Epifania è la festa cristiana che celebra contemporaneamente la venuta dei Re Magi e il battesimo di Gesù; quindi la manifestazione di Cristo come vera incarnazione del figlio di Dio. La Chiesa Occidentale festeggia l’adorazione dei Magi, quella Orientale festeggia il Battesimo di Gesù. Ma per secoli, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio hanno continuato a celebrarsi riti di origine pagana, legati alle leggende sulla Befana.
La Befana è essenzialmente un’incarnazione di Madre Natura.
Nello specifico quella di natura stanca, arida, oscura e pericolosa. Affonda le sue radici nel paganesimo ed è stato ipotizzato che sia nata come la fusione tra varie figure di divinità femminili collegate alla Natura, come la dea romana Diana, e la divinità germanica Berchta (o Berta).
Il suo aspetto dimesso rappresenta la povertà della Natura invernale, è vicina al popolo, alla povera gente anche per questo è vestita di stracci. Le scarpe rotte, rappresentano il lungo cammino del vecchio anno appena concluso. Siccome però è pur sempre Madre, porta dei segnali di rinascita, i doni: che oggi sono dolci e caramelle, ma un tempo erano noci, nocciole, mandorle, quello che la Natura può offrire in Inverno.
Durante i 12 giorni di Natale, in molte regioni italiane vigeva il divieto di filare e di lavorare a maglia perché l’arte della filatura rappresenta la vita.
Le erbane (o erbarie), guaritrici che conoscevano le erbe officinali, i riti contro il malocchio e il modo per fare amuleti e scongiuri, si trasmettevano le più importanti formule segrete nella notte di Natale, in chiesa, mentre il prete officiava la messa di mezzanotte. Si mettevano in un cantuccio e facevano questo passaggio di testimone mentre tutti gli altri erano distratti ad ascoltare il prete.
Quale momento migliore puoi immaginare per tramandare un segreto se non il cuore della notte più lunga dell’anno?