Torino-Ceres, serve una visione

Il messaggio dal convegno a Venaria sul rilancio della storica ferrovia

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Il treno per Alba in fermata alla stazione Fossata-Rebaudengo

Si è svolto a Venaria, nella mattinata di sabato 25 febbraio, il convegno “Il turismo corre sui binari” promosso dall’Osservatorio sulla ferrovia Torino – Ceres, con buona partecipazione di pubblico sia di “appassionati” al trasporto su ferro, sia di pubblici amministratori. Nella veste di moderatore Davide Arminio, portavoce dell’Osservatorio, ha aperto i lavori..

Ha porto i saluti iniziali per l’amministrazione comunale di Venaria Monica Federico, assessora alle Attività Produttive e Turismo.

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Si è poi entrati subito nel vivo del tema del convegno con il messaggio teletrasmesso di Luigi Cantamessa, presidente della Fondazione Ferrovie dello Stato: suo l’appassionato invito a far sì che la Torino-Ceres nel nuovo assetto che assumerà presto di ferrovia metropolitana a servizio dell’aeroporto mantenga comunque intatta e salvaguardi la tratta montana, col fascino delle sue stazioni dalla caratteristica impronta alpina.

La presenza nella Torino-Ceres di una duplice identità, da una parte di utenti costituiti da studenti/pendolari, dall’altra di turisti/viaggiatori dell’aeroporto, è stata ripresa da Cristina Bargero, neopresidente da poche settimane dell’Agenzia Piemontese per la Mobilità, che ha confermato che alla ripresa del servizio a dicembre ci saranno tariffazioni regolamentate per le due tipologie di utilizzo.

La conferma della ripartenza a dicembre, inizialmente con convogli cadenzati alla mezz’ora, e a regime al quarto d’ora, è arrivata anche da Antonio Ledda, presidente della Commissione Trasporti della Città di Torino, che ha anche accennato all’ottenimento dei fondi governativi di 1,8 miliardi di euro per far partire il progetto della Linea 2 della metropolitana, che avrà possibilità di interscambio con la Torino-Ceres nel nodo di Fossata-Rebaudengo.

L’intervento di Chiappero al convegno di Venaria

Meno improntata all’ottimismo la successiva relazione di Luigi Chiappero, presidente dell’Ente Parchi Reali: dietro alla ferrovia ci deve essere una visione, che finora è mancata da parte degli amministratori pubblici, e ha portato alla situazione attuale, in cui a usare il treno sono rimasti solo gli studenti minorenni, e quindi degli utenti obbligati, che abbandonano la ferrovia appena possono. Anche domani, il fatto di disporre nuovamente del servizio, non è detto che esso venga utilizzato. Chiappero in particolare si dichiara scettico sul ritorno di una sufficiente utenza per il tratto montano, da Germagnano a Ceres, e provocatoriamente suggerisce ai sindaci delle due località di comprare 50 ferrocicli, da utilizzare sui binari esistenti. Chiappero fa degli esempi e dei confronti: per andare da Viù a Ivrea con i mezzi pubblici servono due giorni. Se si prende l’orario dei treni del 1900, si partiva dal capolinea di corso Giulio Cesare alle 7,30 per arrivare a Caselle alle 8,01; in senso inverso il treno allora impiegava 25 minuti, grazie al fatto che era in discesa. Rispetto ad allora la ferrovia è stata mortificata e maltrattata: la ferrovia dovrebbe unire i comuni che attraversa, ma finora non c’è riuscita, per colpa di questa mancanza di visione, e di voglia di fare.

Il successivo intervento è stato di Marco Pochettino, presidente del Museo Ferroviario piemontese, che ha trattato di un turismo finora di nicchia, il turismo “lento”, che potrebbe trovare nei “treni storici” una possibile convivenza con l’utilizzo della ferrovia per il trasporto pubblico locale; questo grazie al restauro sia di locomotive che al ripristino di una carrozza in legno di inizio 900, portato avanti dal Museo Ferroviario nella sua sede torinese presso l’ex capolinea della Torino-Ceres a Ponte Mosca.
Ultimo intervento programmato quello di Gianluigi Barone, amministratore delegato di LMR Events, una società privata promotrice del treno storico Langhe-Monferrato-Roero, che propone dall’anno scorso un’esperienza di viaggio, battezzata TrEno, che parte alle 9 da Porta Nuova e arriva a Canelli. Un’esperienza turistica di alta gamma, dalla tariffa non propriamente low cost (il pacchetto completo di una giornata costa 175 euro), ma che sta riscontrando un buon riscontro commerciale con un turismo in arrivo in prevalenza dall’estero.

Il treno per Alba in fermata alla stazione Fossata-Rebaudengo
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