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martedì, Ottobre 15, 2024

    Marco Aimo Boot, casellese doc e inventore

     

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    Marco Aimo Boot. Un casellese doc, un ingegnere elettrico, un milite volontario della Croce Verde Torino, Sezione di Borgaro-Caselle.
    I “diversamente giovani” di Caselle avranno già collegato il suo cognome alla conosciuta famiglia degli Aimo Boot, casellesi da sempre.
    Suo nonno Secondo fu sindaco di Caselle, stimato da tutta la cittadinanza.
    Il nipote, Marco, da 23 anni appartiene alle fila della Croce Verde Torino e opera presso la nostra Sezione di Borgaro-Caselle, divide il suo impegno fra la bella famiglia che lo circonda, il lavoro da manager in Iveco e la grande passione altruistica di lasciare spazio anche a ciò che scalda il cuore: il poter essere vicino a chi soffre e a chi ha necessità di urgenti cure sanitarie.
    Proprio ciò a cui si sono votati i nostri militi di arancio vestiti, militi della Croce Verde Torino.
    Una delle peculiari caratteristiche della Croce Verde Torino è quella di puntare a innalzare sempre più il livello professionale delle prestazioni di soccorso nell’ambito dell’emergenza extra ospedaliera.
    Proprio questa ricerca di innalzarsi sempre più ha appassionato talmente il nostro Marco Aimo Boot da coniugare i suoi studi di ingegneria e la pluriennale esperienza lavorativa nel campo dell’innovazione tecnologica a quelli in ambito del soccorso tecnico e sanitario. Da ciò l’idea e il successivo brevetto di uno zaino da soccorso sanitario del tutto innovativo, estremamente tecnologico e adatto alle esigenze dei soccorritori in ogni sorta di intervento.
    Il sapere di annoverare fra i casellesi e fra i militi di Croce Verde Torino uomini della levatura di Marco Aimo Boot, ci onora e ci riempie di orgoglio.
    Abbiamo incontrato Marco in una notte in cui era di guardia in Croce Verde a Cascina Nuova, in quel di Borgaro, dove il tempo trascorre leggero, ma talmente veloce che sovente quasi non riesci a salutare gli amici che vai per incontrare: i servizi del 118 non tardano ad arrivare.
    Tuttavia, fra un servizio ed un altro, siamo riusciti a capire meglio la funzione innovativa di questo zaino da soccorso il cui brevetto e lo sviluppo sono in capo alla Ferrino & C. S.p.A., storica azienda torinese fondata nel 1870 che sviluppa, produce e commercializza attrezzature e abbigliamento tecnico per la montagna e il soccorso, con sede a San Mauro.
    – Partiamo da lontano per far capire ai lettori di cosa si tratta. –
    “Si tratta di zaino «Hi-Tech», denominato “A-Live”, che migliora la qualità e l’efficacia delle operazioni di soccorso in diversi scenari operativi: supporta i soccorritori nella verifica semi automatica e in tempo reale del contenuto degli zaini, permettendo loro di risparmiare tempo e incrementare la sicurezza operando con lo zaino sempre completo.  Il sistema elettronico a bordo dello zaino (BCM) è in grado di comunicare con lo smartphone/tablet del soccorritore, e per mezzo di esso, fornisce dati utili alla verifica dello stato dello zaino, e di effettuare altre operazioni tra cui soccorso alpino o speleologico.”
    – Ci vuoi raccontare intanto l’idea come ti è venuta? –
    “ Non posso dire che sia stata una scintilla scoccata all’improvviso nella mia mente, bensì il risultato di anni di attività operativa sul campo, spirito di osservazione critico e non ultimo il confronto con colleghi e personale medico e paramedico di grande esperienza e visione. Sono partito mettendo insieme alcune idee e progressivamente nel giro di pochi mesi ho arricchito la soluzione di ulteriori contenuti e dettagli tecnici fino ad arrivare alla soluzione definitiva e all’idea di intentare un deposito brevettuale motivato anche da un caro amico, professionista ineccepibile nell’ambito della  tutela della proprietà intellettuale.”
    – È stato un percorso facile dall’idea fino alla realizzazione del primo prototipo?-
    “Come buona parte delle innovazioni si alternano momenti di entusiasmo, desiderio di vedere la tua idea prendere forma nell’immediato a cui si susseguono fasi di delusione e scoramento di fronte alle difficoltà che si affacciano principalmente per reperire le risorse economiche che uno sviluppo così innovativo e complesso richiede. La squadra che Ferrino ha messo in campo per questo progetto si è dimostrata affiatata e ha dimostrato unità d’intenti anche nei momenti più ardui. Il bando regionale PRISM-E destinato alle PMI, a cui il progetto A-Live è risultato eligibile, si è dimostrato un valido sostegno per l’attività di ricerca e sviluppo. Da parte mia ho messo in campo il massimo supporto mettendo a dura prova la mia resilienza. Un doveroso plauso va alla mia famiglia che ha sopportato le mie assenze non solo a livello fisico e mi ha sostenuto nei momenti di difficoltà.”
    – Quale azienda ha brevettato la tua idea? –
    “Io sono a tutti gli effetti l’inventore dello zaino che integra le funzioni innovative precedente citate, ma successivamente all’ottenimento del brevetto è stato finalizzato il trasferimento permanente
    della titolarità alla stessa Ferrino & C. S.p.A. Senza la lungimiranza dei vertici aziendali, accompagnata da una visione strategica e una propensione all’innovazione, non sarebbe stato possibile passare dall’evoluzione dell’idea ad un esemplare fisico. Alla Ferrino va tutta la mia riconoscenza per il risultato raggiunto coinvolgendo un team di sviluppo di alto livello”.
    – Come puoi prevedere la penetrazione nel mercato del soccorso di tale nuova attrezzatura?-
    “Dal mio punto di vista non è facile ad oggi prevedere la penetrazione sul mercato di una soluzione unica nel suo genere. Non esistono infatti possibilità di confronto con prodotti analoghi in commercio. Questo rappresenta un elevato potenziale di competitività che per contro richiede uno sforzo maggiore a livello di marketing per far conoscere il prodotto tra gli operatori del soccorso anche al di fuori del territorio nazionale. Le attività di sperimentazione e promozione che il Team di Ferrino saprà mettere in campo costituiscono la chiave del successo di questo prodotto così innovativo.”
    – Ed in Croce Verde Torino è prevista una fase sperimentale?-
    “Non sono in grado di rispondere in prima persona a questa domanda in quando non sono il titolare della soluzione realizzata attualmente in fase di messa a punto. Non nascondo però che sarebbe gratificante per me poter vedere l’impiego dello zaino nelle reali missioni di soccorso proprio nell’Ente in cui opero da oltre 20 anni. In generale, la soluzione sta riscuotendo un interesse piuttosto alto dal mondo del soccorso professionale e non escludo che a breve si possa avviare una sperimentazione anche a bordo dell’elisoccorso.”
    – Dovesse essere una attrezzatura, come ci auguriamo, che vede la massificazione sul territorio, avrà necessità di corsi di formazione per gli addetti?-
    “Una prerogativa alla base della soluzione ideata e sviluppata è proprio quella di limitare il carico cognitivo del soccorritore supportandolo attivamente nella gestione del materiale sanitario contenuto all’interno dello zaino nei diversi scenari d’uso. Le missioni di soccorso comportano in molti casi uno stress notevole per il soccorritore che orienta la sua attenzione quasi unicamente sul paziente.
    Tuttavia, come accade in tutte le nuove tecnologie, richiederà un minimo di formazione per gli operatori e un breve addestramento operativo sul campo per trarre il massimo beneficio dalle funzioni disponibili.”
    Con Marco si parlerebbe ancora per molto tempo, interessanti le sue esperienze in tutti i settori dalla ricerca alla qualità sul soccorso, che avevamo già apprezzato a Maggio dello scorso anno, quando coordinò l’organizzazione di una tavola rotonda, nell’ambito dei festeggiamenti per i 45 anni di fondazione della sezione Borgaro-Caselle della Croce Verde Torino. Allora Marco riuscì magistralmente a coinvolgere i vertici apicali della catena del soccorso urgente, dall’arma dei Carabinieri, al 118 Regione Piemonte, collegato al 1-1-2 numero unico europeo, dai Vigili del Fuoco e fino alla funzione indispensabile del medico di famiglia.
    Possiamo proprio affermare che lo scopo di un inventore, nell’ambito del soccorso, è essenzialmente quello di contribuire a salvare vite umane. Se migliora le apparecchiature o fornisce nuovi conforti e convenienze, aggiunge sicurezza e affidabilità alla nostra esistenza. Per questo diciamo un grande grazie a Marco, è questo il miglior modo di predire il futuro: inventarlo.
    Se ci sarà una presentazione commerciale di questo nuovo, meraviglioso strumento di soccorso, saremo felici di essere fra i primi ad applaudire e riportare una fedele cronaca.
    Un grazie a Rescuepress per le foto gentilmente concesse.

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    Mauro Giordano
    Mauro Giordano
    Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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