Così Matteo Guarnaccia scrive nella presentazione della mostra dedicata ai Provos di Amsterdam, che si svolse a Milano nell’ottobre del 2001.
“Il movimento antagonista più famoso per il suo legame con la bicicletta è stato sicuramente quello dei Provos (ossia “provocatori”) olandesi, antesignani dei movimenti giovanili di protesta sorti nel mondo occidentale negli anni ’60 del secolo scorso. La percezione di “muoversi nel mondo come ciclisti su un’autostrada”, li spinse a scegliere come proprio simbolo totemico una bicicletta dipinta di bianco, allo stesso tempo geniale reincarnazione del cavalluccio a dondolo dadaista e arma contro la proprietà privata capitalista. I Provos sono stati un’inedita confraternita di artisti, teppisti e visionari, che tra il 1965 e il 1967 è riuscita ad instaurare per le strade e i canali di Amsterdam una fugace e illegale repubblica anarchica fondata sull’happening e la burla.
L’iniziativa più famosa dei Provos fu quella delle biciclette raccolte, riparate e verniciate di bianco, e poi date in libero uso ai cittadini per invitarli ad un comportamento meno alienato e più rispettoso. L’iniziativa riscosse tale successo che venne ripresa in molte altre città occidentali.
Per dare un taglio alla straordinaria performance dei Provos, le autorità olandesi ricorsero agli stratagemmi più biechi, tra cui il sequestro delle biciclette bianche, perché, non essendo protette da lucchetti o altri sistemi di protezione, avrebbero costituito un’istigazione al furto. Così terminò la straordinaria performance delle bici bianche, ma un segno profondo restò nella società olandese, che oggi è una delle più tolleranti e attente alle esigenze dei ciclisti e alla mobilità sostenibile. I Provos sono i precursori di altri movimenti contemporanei, più o meno organizzati, che fanno della bici un simbolo di lotta, non soltanto contro quello che viene definito “lo strapotere degli autosauri”, ma anche contro una civiltà malata e senza futuro.”
Anche in Italia, nella seconda metà degli anni Sessanta, si formarono gruppi che si ispiravano ai Provos: uno di questi è il collettivo milanese “Onda Verde”, fondato, tra gli altri, da Andrea Valcarenghi, futuro animatore della rivista Re Nudo.