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martedì, Marzo 19, 2024

    L’era dei Cinghiali Selvaggi

    Transgressive Rrock delle Valli di Lanzo: dai Wicked Willie ai Fucktotum

    Fino ad alcuni decenni fa il mondo (non solo musicale) della provincia era a tutti gli effetti lontano anni luce da quello del capoluogo subalpino, e ancor più dal resto del mondo. Mi è rimasta impressa l’affermazione di un musicista ad una radio libera locale, che, riferendosi alla propria band, affermò: “Siamo il miglior gruppo rock da Borgaro in su!”. In effetti, per molti anni la Stura è stata un confine nettissimo e quasi invalicabile fra due realtà distinte.

    A cavallo tra Anni Ottanta e Novanta, i Wicked Willie sono stati il gruppo rock più rappresentativo delle Valli di Lanzo. E questo per diversi motivi: a differenza della maggior parte delle altre band in circolazione, avevano un repertorio di brani propri, belli e ben suonati, che fa ancora piacere ascoltare più di tre decenni dopo. Poi si avvalevano di una grafica efficace per l’epoca, grazie ai disegni del chitarrista Mario Machiorlatti, che accompagnavano i demo e le locandine dei concerti. È suo il Wild Boar, il Cinghiale Selvaggio, azzeccatissimo simbolo che ben rappresentava lo spirito della band. E poi, quando si spostavano nelle vallate, per suonare nelle feste di piazza e nei pochissimi locali dove era possibile esibirsi, i Wicked Willie si portavano dietro uno stuolo di fans fedelissimi per lo più chiodati, motomuniti, chiassosi e affezionatissimi. Luogo di riferimento era un pub di Lanzo: la Birreria del Ponte del Diavolo, più conosciuta come “Il Treccio”. Situata a ridosso dell’antico e sinistro ponte sulla Stura, di giorno appariva come un ameno villino rustico pedemontano. Nei fine settimana era meta di villeggianti in ritorno dalle valli, che vi facevano sosta per pescare nelle vasche una trota da riportare in città come trofeo della giornata trascorsa in montagna. Le piccole vasche erano così piene di trote affamatissime che si faceva fatica a trovare uno spazio per buttare l’amo.

    Ma alla sera il villino si trasformava e i rockers valligiani con le loro moto cominciavano ad affluire dai monti e dalla pianura. Tra musica rock ad un volume da rovinare il lavoro del dentista e canzonacce da caserma non era certo un posto raffinato, ma sicuramente era allegro e vivace. Pareva un luogo di frontiera, sospeso fra mondi ed epoche diverse. Difficilmente ne esisterà mai un altro simile.

    Ed è proprio ai tavolacci con le tovaglie a quadri biancorossi del Treccio che nascono, nel 1986, i  Wicked Willie. Insieme ai fratelli Nanni e Mario Machiorlatti, rispettivamente alla batteria e alla chitarra, c’era Luca “Esa” Fiume (dove “Esa” sta per Esagerato, tanto per dire) alla voce e all’armonica. Era uno dei migliori cantanti rock in circolazione, una dote davvero unica e straordinaria dalle nostre parti, dove spesso proprio il cantante è l’anello debole dell’intero complesso musicale. Ma purtroppo ormai sono decenni che Esa ha appeso il microfono al chiodo. Al basso trovavamo Alessandro “Dando” Banche, da tempo colonna portante dei Fucktotum. Le fonti di ispirazione appaiono subito evidenti all’ascolto e spaziano dagli immancabili (per quegli anni) Van Halen fino a Motorhead, AC/DC, ZZ Top, più una spruzzata di punk nei testi e nell’attitudine. Suonano parecchio in zona: non solo alla Birreria di Lanzo, ma alla Cicala di Pia Trombetta di La Cassa, oltre che a varie feste all’aperto, tra cui la “Costine, Birra e Rockenroll” a Coassolo, e si esibiscono insieme a gruppi metal già affermati come Fil di Ferro e i Braindamage. Fuori dal Piemonte praticamente nulla, come spesso accadeva alla maggior parte dei gruppi in quell’epoca preglobalizzata. Pochissime le foto dei loro concerti. Ma a testimoniare la loro esistenza restano due demo, registrati entrambi nella sala d’incisione, ovviamente valligiana e ruspante, di Claudio “Penel” Deola, il Chapakhan Studio, e il nome già la dice lunga. Songs from the Great Boar, del 1988, risente maggiormente degli influssi metal, mentre 7000 miles to California, del 1992, è già un album più maturo, che spazia fra diversi territori della musica rock. Fra i brani presenti, la bellissima ballata Believer, alla cui incisione partecipano anche Livio Cardone, erborista ciriacese e, negli anni Settanta, violinista del Canto Vivo, e Roberto “Bo” Aseglio, uno dei migliori chitarristi di sempre in circolazione nel nostro territorio, in seguito, per alcuni anni, anche lui membro dei Fucktotum.

    “I due demo ottennero buone recensioni dalle riviste di settore, come HM e Metal Shock”, ricorda Alessandro Banche. “E grazie a queste fummo contattati da diversi conduttori di programmi rock di radio private per avere materiale. Poi nel ‘92 ci proposero di firmare per un’agenzia di promozione che seguiva gruppi abbastanza noti del panorama metal italiano, come Death SS, Strana Officina, ma chiedevano troppi soldi. Ricordo che andammo a Genova per incontrare un certo Klaus Byron, il responsabile di un’agenzia di promozione musicale. Avevamo appuntamento alla stazione, ma non appena arrivati, la polizia ferroviaria, visto il nostro aspetto poco rassicurante, ci prese i documenti e ci perquisì, incluso il povero Byron, che vestito in modo impeccabile, con impermeabile bianco e cravattino, insisteva nel dire che eravamo degli artisti e lui un manager.

    Ricordo che una recensione di quel periodo finiva con questa frase:  “Speriamo che un ottimo talento, seppur dall’indole un po’ confusionaria, non finisca affogato in qualche boccale di birra di troppo”. E di fatto così è stato… “.

    I Wicked Willie si sciolgono dopo lenta decadenza nel ‘93, salvo una reunion estemporanea nel 2005. Ma la storia continua: “Nella stessa cantina dove provavamo sono nati i primi Fucktotum che usavano la nostra strumentazione”.

    Ed è così che la storia è continuata: dalle ceneri dei Wicked Willie, il cui nome richiama evidentemente il “miglior amico dell’uomo”, il leggendario organo maschile parlante del cartoonist britannico Gray Jolliffe, nasceranno i dissacranti Fucktotum.

    Alla pagina Youtube https://www.youtube.com/@EsaDirty è possibile ascoltare tutti i brani della band.

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    Luigi Bairo
    Luigi Bairo
    Autore, giornalista e musicista. Ha pubblicato libri dedicati alla “cultura della bicicletta”, resoconti di viaggio, testi di argomento pedagogico, di narrativa per ragazzi e di storia locale. Ha scritto di musica per il settimanale Il Risveglio ed è autore per la rivista Canavèis.

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