Volti, figure e mezzibusti, sia dipinti oppure modellati e scolpiti, si susseguono, interpretati per mezzo di stili e tecniche differenti, nella mostra “Il ritratto” -a cura di Fratel Alfredo Centra, Francesco De Caria e Donatella Taverna- allestita presso il Collegio San Giuseppe (Via S. Francesco da Paola 23, Torino) e accompagnata dal catalogo con testi a firma dei curatori.
Sono ivi riunite opere di numerosi artisti, taluni in attività a fine Ottocento, talaltri contemporanei.
Di Evangelina Alciati (+1959), la prima donna a frequentare l’Accademia Albertina e allieva di Giacomo Grosso, sono esposti “Il farmacista” dallo sguardo penetrante e il ritratto di un’elegante signora. Guido Bertello (+1993), che ebbe tra i suoi maestri Mario Giansone, coglie il “Prof. Pietrasanta” nell’intenzione di parlare e la propria consorte pensosa, mentre Alda Besso (+1992) sintetizza nel colore gli aspetti psicologici di Guido Gozzano. Mario Caffaro Rore (+2001) immortala una fiera spiritualità nei tratti somatici di Fratel Ermanno e Fratel Amerigo; Rosanna Campra invece immerge la tensione dinamica delle figure in morbide successioni cromatiche.
Gianni Chiostri caratterizza con l’ironia gli autoritratti, ma Eugenio Colmo Golia (+1962) tratteggia un inquietante volto femminile che, se capovolto, conduce l’osservatore su un fondale marino e Margherita Costantino Taverna (+2006) dipinge un intenso profilo del marito Giovanni.
Alla rappresentazione onirica e simbolica che Guido De Bonis (+2009) fa di “Mara”, Ercole Dogliani (+1929) e Laura Maestri (+1986) rispondono con sensibilità espressionista, a differenza di Romano Gazzera (+1985) che ritrae l’amico De Chirico in alta uniforme militare. Pippo Leocata sovrappone incorporee presenze umane, Pino Mantovani raffigura, distanti da chi guarda e malinconici, tanto se stesso quanto “Il nipotino”, mentre Jean-Louis Mattana (+1990) predilige l’essenzialità per rendere sinistro il proprio volto, dietro a vacue orbite oculari.
Gigi Morbelli (+1980) correda il proprio viso sorridente di veri occhiali inseriti nel dipinto; diversamente, Luigi Onetti (+1968) attribuisce a un “Giovinetto”, morto prematuramente, un aspetto austero.
Le donne nelle opere di Nini Pietrasanta (+2000) e Mina Pittore (+1937) guardano lontano; Luisa Porporato rivolge invece il volto verso l’alto nell’autoritratto che la proietta in una dimensione fantastica.
Nell’opera di Maria Teresa Prolo emergono influenze casoratiane; per Luigi Rigorini assumono importanza i raffinati contrasti fra luci e ombre; Rita Scotellaro inoltre offre una duplice interpretazione dello stesso soggetto.
Adriano Sicbaldi (+2007) delicatamente disegna due giovani donne; d’altro avviso, Michele Tomalino Serra (+1997) crea scure atmosfere mentre Elisa Tosalli fissa il sorriso di un bambino in una vivace miniatura; Enzo Venturelli (+1996) invece conferisce al corpo umano forme meccaniche.
Ai sereni, rifiniti volti scolpiti da Stefano Borelli (+1962) si contrappongono il libero modellato di Sandro Cherchi (+1998) e il tormentato autoritratto di Ottavio Mazzonis (+2010). Lo scultore Augusto Reduzzi (+1915) dedica un busto alla “Signora Randone Calmo”; infine, Giovanni Taverna (+2008) e Roberto Terracini (+1976) compaiono in mostra con ritratti di carattere realista.
La quantità e la qualità delle opere fanno dunque dell’esposizione un’interessante opportunità per gli amanti dell’arte.
Tiziano Rossetto
Luigi Rigorini
“Elisa”