Il Piemonte, è risaputo, ha una cucina ricca di piatti e prodotti tipici locali, come pochi eguali in Italia. E questo perché la sua gastronomia si sviluppa in un territorio molto vario, che spazia dalle Alpi sino alla pianura, con ambienti molto diversi tra loro che danno origine di conseguenza a prodotti, tradizioni culinarie, ricette e ingredienti variegati. Di fatto, la straordinaria differenziazione geografica ha finito per riflettersi sull’offerta gastronomica regionale, altrettanto ricca ed eterogenea che fonde assieme tre diversi tipi di cucina: quella popolare, quella borghese e quella nobile. Dall’unione di questi mondi così diversi sono nate preparazioni complesse, anche molto elaborate, ma tutte succulente e sostanziose.
Nel corso degli anni, diversi prodotti tipici hanno ottenuto il marchio di riconoscimento a IGP (Indicazione Geografica Protetta) e DOP (Denominazione di Origine Protetta), centinaia di altri sono riconosciuti PAT o De.Co.. Fiore all’occhiello del territorio sono soprattutto i formaggi. Ma non solo. Tra le tipicità piemontesi troviamo anche carni, soprattutto sotto forma di salumi e insaccati, ma anche tanta ortofrutta. E non mancano gli intingoli e una quantità straordinaria di prodotti da forno, a partire dal pane, per proseguire con dolci e biscotti della tradizione. Magari da inzuppare in un tiepido zabaglione.
Su queste basi il giornalista torinese Piero Abrate ha realizzato Piemonte da gustare, una guida utile per andare alla scoperta di centinaia specialità e prodotti tipici del territorio. Il volume edito da Pedrini non è un semplice raccoglitore di piatti della tradizione, intingoli, frutti della terra. È anche una ricerca storica della gastronomia subalpina, capace di attingere dalle radici di tante prelibatezze che hanno fatto del Piemonte la patria di prodotti unici e apprezzati in tutto il mondo. Il tutto attraverso mini-itinerari che per comodità di consultazione l’autore ha deciso di raggruppare a livello provinciale.
Di strade, sentieri e cammini questa terra, dolce e aspra allo stesso tempo, ne ha parecchi e sono tutti da scoprire. Abrate ci racconta che il Piemonte non è solo tartufo o brasato al Barolo. E che la vera ricchezza di questa terra non si trova unicamente nelle eccellenze, ma soprattutto nei cosiddetti piatti poveri, che tanto poveri non sono. Come sottolinea Beppe Gandolfo nella prefazione che aggiunge: “La Supa barbetta della Val Pellice, le Grive di Langa, la Frittata di porri di Cervere, il Bonet con i Nocciolini di Chivasso e i Torcetti di Lanzo, sono piatti da regine e da re. E vogliamo parlare della Soma d’aj? Non la conoscete? Beh, un motivo in più per sfogliare queste pagine e per incamminarvi per le strade del Piemonte alla ricerca di un migliaio di leccornie, tra prodotti riconosciuti a livello comunitario, nazionale, regionale e, perché no anche comunale”.
Piero Abrate, Piemonte da gustare – Guida alla scoperta di 1000 specialità e prodotti tipici del territorio, Edizioni Pedrini, pag. 220, euro 18.