“Treno in ritardo?”
“Sì, ma solo di qualche settimana!”
Questo scambio di battute, paradossale se si svolgesse veramente fra due pendolari in stazione in attesa del treno, riassume bene la situazione della nostra Torino-Ceres.
Come noto, dallo scorso giugno la circolazione dei treni è sospesa e il servizio di trasporto effettuato con autobus sostitutivi. Con i disagi e i ritardi che si possono immaginare. La sospensione del servizio è motivata dalla necessità di effettuare, lungo l’intero percorso della ferrovia, gli interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento, in particolare del sistema di controllo marcia dei convogli, e infine le operazioni di collaudo, da parte dell’ente ministeriale a ciò proposto. Tutto questo ai fini della ripresa del servizio nel nuovo assetto con la Torino-Ceres innestata a Rebaudengo sul Passante di Torino, e quindi, finalmente, interconnessa con la rete ferroviaria nazionale. Ripresa del servizio per la quale era stata diffusa anche una data, il 9 dicembre 2023.
Su come è uscita questa data è opportuno spendere qualche parola. La data è contenuta nella determina del 30 dicembre 2022, pubblicata sul sito dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese, per prorogare provvisoriamente l’attuale gestione GTT della linea fino all’inizio dell’orario invernale delle Ferrovie dello Stato. Qualche settimana più tardi, sempre dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese, arrivano ulteriori dettagli. In un’intervista al quotidiano Repubblica del 20 gennaio, Raffaele Bianco, rappresentante di Torino nell’Agenzia, specifica che i primi convogli a viaggiare dal 9 dicembre saranno quelli delle linee SFM 4 Torino-Bra-Alba e SFM 6 Torino-Fossano, che sono due linee del Servizio Ferroviario Metropolitano ora attestate su Torino-Stura. “E i collegamenti con Asti e Bardonecchia, pure previsti?” chiede l’intervistatore. “Questi collegamenti richiedono più tempo – risponde Bianco – soprattutto quello con Bardonecchia comporta difficoltà tecniche che contiamo di superare nei prossimi anni”.
Informazioni confermate nel Comitato di Monitoraggio, svoltosi in Regione Piemonte lo scorso 8 maggio, e che ha visto il confronto dell’assessore ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi con i sindaci dei territori coinvolti dall’opera, insieme ai referenti di RFI, GTT e SCR. Sulla linea, a regime, viaggeranno quattro linee del sistema ferroviario metropolitano: le linee SFM 6 e SFM 3 fino alla stazione di Caselle Aeroporto; la SFM 4 fino a Germagnano e la SFM 7 fino a Ceres. Non tutte le linee saranno attivate all’inizio del servizio a dicembre; si dovrebbe cominciare con due linee, con servizio cadenzato alla mezz’ora: le due linee saranno la SFM 4 da Alba e la SFM 7 da Fossano, limitata temporaneamente a Germagnano, dato che sul tratto fino a Ceres RFI sta progettando l’eliminazione di alcuni passaggi a livello, che altrimenti non consentirebbero la certificazione della linea e il conseguente esercizio ferroviario.
Perché ora si parla di ritardi? Il campanello d’allarme è squillato a fine luglio, quando, nel comunicato stampa diffuso dalla Regione Piemonte a seguito dell’incontro tenutosi a Roma il 26 luglio del presidente Cirio e dell’assessore Gabusi con il nuovo amministratore delegato e direttore generale di Rfi Gianpiero Strisciuglio, “è stata confermata a gennaio 2024 l’apertura del collegamento diretto tra Torino e l’aeroporto di Caselle”.
Gennaio 2024, anziché 9 dicembre 2023. Un ritardo, se vogliamo, di poche settimane, e a cavallo delle vacanze di fine anno. Sui banchi del Consiglio Regionale è scoppiata comunque la polemica. Alberto Avetta (PD), vicepresidente della Commissione Trasporti: “Non ci stupisce un ritardo di due mesi, ma a questo punto anche gennaio 2024 pare essere una timeline meramente ipotetica”. La capogruppo 5 Stelle Sarah Disabato ha presentato un “question time”, a cui l’assessore Gabusi ha così risposto: “Gentile Consigliera, l’interconnessione della linea Torino-Ceres con la rete ferroviaria nazionale e di conseguenza con il centro di Torino riveste carattere di assoluta importanza per l’amministrazione regionale. L’Assessorato ha seguito con incontri a cadenza quindicinale l’evolversi dei lavori e delle complesse pratiche che dovevano essere presentate ad Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) cinque mesi prima della riapertura della linea. Il 7 luglio, grazie ad una stretta collaborazione e ad un lavoro eccezionale di Scr, Rfi e Gtt coordinato dagli uffici regionali, le richieste sono state presentate. Come da cronoprogramma, siamo nei tempi perché il 9 dicembre arrivi il via libera da parte di Ansfisa. Servirà poi una settimana per il passaggio formale della linea da Gtt a Rfi e alcuni giorni (indicativamente dieci) di test e collaudi della linea da parte di Trenitalia”.
Siamo allora tranquilli? Tutt’altro. Per aggiornamenti continui e puntuali sull’evolversi della situazione si può seguire la pagina Facebook dell’Osservatorio sulla Torino-Ceres https://www.facebook.com/osservatoriotorinoceres